File not found
criptovalute

Putin: «Schiereremo truppe al confine con la Finlandia»

Mandato d’arresto per Netanyahu. Per il procuratore della Cpi è come i capi di HamasSalvini ne è certo: "Autonomia nel 2023, manteniamo la parola data"Crepe all'interno del Terzo Polo: Renzi non vuole Calenda nel logo

post image

Montaruli si dimette e parte lo scontro durissimo fra FDI e Mulè sul "caso Cav"La sinistra è ormai scissa tra boomer che immaginano un totalitarismo woke e attivisti che non credono più nella lotta di classe,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella ma nella politica dell'identità. La prospettiva marxista offre come sintesi di questa contraddizione una conciliazione tra diritti civili e lotta di classe, contro un capitalismo che sembra parlare la lingua del wokismo. È il tema del nuovo libro di Mimmo Cangiano, Guerre culturali e neoliberismo (Nottetempo)Prima di andare a dormire io non conto più le pecorelle: conto le sinistre. Nel dormiveglia, da principio, ne vedo una sola, quella caricaturale che vuole che non si dica nulla per non offendere nessuno. Esiste, certo, ma non è poi tanto maggioritaria: la si trova soprattutto sui social network. Successivamente lo stato ipnagogico imprime sulle mie retine una seconda sinistra: è il vecchio ceto medio riflessivo, secondo cui il politicamente corretto ha passato il segno. Qualcuno lo chiama “boomer”: legge Repubblica, rimpiange gli anni della liberazione sessuale e difende con le unghie e coi denti la libertà d’espressione.Poi l’altra sera ho letto il nuovo libro di Mimmo Cangiano, Guerre culturali e neoliberismo (Nottetempo), e in piena fase rem è apparsa un’altra sinistra, che propone il superamento dialettico della contraddizione: è la sinistra marxista. Cangiano ricorda che esistono questioni più serie della tinta dei vostri capelli blu: avete mai sentito parlare di rapporti di produzione? Oh no, è arrivato il compagno Folagra. A quel punto sono iniziati gli incubi e le sinistre sono diventate dieci, cento, mille, praticamente il multiverso della follia. Forse dovrei tornare a contare le pecore.Si potrebbe credere che queste divisioni siano il prodotto di un dibattito recente, e invece sono lo strascico di dibattiti di oltre mezzo secolo fa. Negli anni 1950 i liberal antisovietici, lettori di Karl Popper e Hannah Arendt, si erano allenati a cogliere ovunque segnali di un incipiente totalitarismo: nella rivoluzione comunista e poi in qualsiasi timido tentativo di riforma sociale.Vent’anni dopo una generazione d’intellettuali ferocemente antimarxisti – il più celebre è Michel Foucault, seguace di Nietzsche e Heidegger – liquidava la lotta di classe e spostava la politica sul piano dei micropoteri. Sono gli eredi di queste due generazioni di intellettuali della Guerra fredda che, oltre ad apparirmi in processione quando mi addormento, monopolizzano il dibattito contemporaneo.Da una parte ci sono quelli che denunciano un nuovo totalitarismo, il totalitarismo woke. In nome dei valori liberali della modernità politica – l’universalismo in primis – sembrano pronti a convertirsi al suprematismo, un suprematismo ipermoderno. Le loro sono idee di sinistra, quelle del liberalismo ottocentesco, che hanno fatto il giro per diventare di destra. Dall’altra parte ci sono i promotori postmoderni della cosiddetta politica dell’identità. Secondo loro l’appartenenza a un gruppo subalterno  – magari etnico-razziale – è il primo criterio di soggettivazione politica: queste invece sono idee di destra, quelle del vecchio pensiero controrivoluzionario, che hanno fatto il giro per diventare di sinistra. Poi capite perché faccio fatica ad addormentarmi.Internazionalismo contro intersezionalismoPer fortuna Cangiano è qui per salvarci. Dopo aver demolito le panzane di chi denuncia la cultura woke come una forma di «marxismo culturale», mentre invece ne è l’esatto contrario, offre una lettura critica delle sue derive. Non è l'unico, come si capisce dalle numerose citazioni contenute nel libro. Basta poi farsi un giro in libreria per trovare delle letture affini, come l'ultimo saggio dell'antropologo francese Jean-Loup Amselle, A ciascuno il suo Marx (Meltemi).In quella che è innanzitutto un'autobiografia intellettuale, Amselle critica la tendenza di alcuni segmenti della sinistra a enfatizzare le questioni identitarie, perdendo di vista quelle economiche. In particolare mette in guardia contro l'essenzializzazione delle identità. L'antropologo esplora la complessità delle identità individuali e collettive, argomentando che ogni identità è intrecciata in una rete di determinazioni sociali che trascendono le semplici etichette.Cangiano va nella stessa direzione ma si spinge oltre. Cos'è la cultura woke, con la sua attenzione per la diversità e l'inclusione, se non un discorso che il capitalismo fa su sé stesso nel tentativo di adattarsi alla società multiculturale? In effetti la politica dell’identità, neutralizzando la lotta di classe e offrendo agli sfruttati delle compensazioni simboliche, mira sostanzialmente al contenimento delle tensioni sociali. L'attivismo serve così da foglia di fico al management della diversità. In questo modo, «la sinistra rischia di trasformarsi nel dipartimento risorse umane del capitale».Secondo Cangiano c'è una «omologia morfologica» tra le parole dell’impresa neoliberale e quella dei giovani militanti. Insomma se trent'anni fa il postmodernismo era stato denunciato – da Frederick Jameson – come la logica culturale del tardo capitalismo, oggi quella stessa logica avrebbe assunto i tratti dell'inclusività, un'operazione di lifting che serve a dare un volto umano al solito vecchio sistema di sfruttamento.Questo è dunque un ostacolo a ogni politica rivoluzionaria. Da buon marxista, Cangiano afferma che il particolarismo delle rivendicazioni di razza e genere finisce per disarticolare la classe e frammentare il vecchio soggetto rivoluzionario. L’ideologia della vittima, d'altra parte, porterebbe all’individualismo. Citando Lukacs, lo studioso denuncia il trascolorare della politica in prassi dell'individuo isolato, capace di produrre soltanto lotte molecolari. Quanto all’igiene comunicativa richiesta dal linguaggio inclusivo, dal momento che richiede un’ingente spesa di capitale culturale per essere praticata, incentiva una demonizzazione della classe lavoratrice.Cangiano non è un marxista volgare, quindi riconosce i meriti di quella tradizione eretica che – da Gramsci a Stuart Hall – ha riconosciuto il ruolo delle sovrastrutture culturali, contro ogni grezzo economicismo. Insomma non vuole farla finita con lotte per i diritti civili - questa è semmai la posizione da lui definita “rosso-bruna” – bensì integrarle in una più ampia prospettiva di classe. Meno intersezionalismo e più internazionalismo. Ma è davvero realistico questo programma?Realismo inclusivistaLa strumentalizzazione del discorso woke in chiave antisindacale da parte di alcuni diversity manager delle multinazionali è stata ampiamente documentata. Qui come altrove, il ripiego identitario della classe lavoratrice è riuscito a spezzare la sua unità: nelle fabbriche e nei cantieri, nessuno si sente più «proletario», ma innanzitutto bianco o nero, induista o musulmano.Prima però di accusare il wokismo di tutti i mali del mondo, bisogna ristabilire la corretta cronologia degli eventi. Non è certo la politica delle identità, formalizzata negli anni 1990 in Nord America, ad avere sferrato il colpo mortale alla lotta di classe. All'epoca questa era già un lontano ricordo: caduta assieme al muro di Berlino, resa desueta dalla deindustrializzazione e da una nuova stratificazione sociale. Quello che accade in quegli anni, semmai, è che l'identità va a riempire il vuoto lasciato dalla classe: una categoria stabile prende il posto di una ormai liquefatta. Si trattava, allora, di trovare nuove categorie politiche efficaci che permettessero di dare voce agli sfruttati e aggregare delle rivendicazioni collettive. In effetti, se applicare una netta distinzione tra borghesi e proletari – come da teoria marxiana – è diventato pressoché impossibile in un Occidente massicciamente terziarizzato, non sono invece mai state arrestate le nefaste tendenze del capitalismo alla produzione crescente di ineguaglianze. E molte di queste, innegabilmente, seguono la linea del colore.Per questo la sintesi proposta da Cangiano, che pure convince sul piano delle idee, non costituisce un’alternativa praticabile per gli sfruttati. Oggi il marxismo non offre loro nessuna concreta prospettiva rivoluzionaria. Forse stiamo assistendo a un nuovo compromesso tra classi: dopo quello fordista tra capitale e lavoro, quello woke tra capitale e diversità culturale. Se mezzo secolo fa la promessa era la conquista del benessere, oggi ci si accontenta di un minimo di sicurezza e di riconoscimento. La logica è stringente: finché non riusciamo a pensare un’alternativa al capitalismo, tanto vale provare a “umanizzarlo” e impedire che sfoci nella barbarie. Capito perché non riesco a prendere sonno?© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediRaffaele Alberto VenturascrittoreVive a Parigi dove collabora con il Groupe d'études géopolitiques e la rivista Esprit. Ha esordito con il libro Teoria della classe disagiata (minimum fax 2017).

L’affare della ricostruzione di Gaza, tra mega progetti e ostacoliAperti i seggi per le elezioni presidenziali in Russia

Bolletta del gas in calo, Meloni: "Merito delle misure del governo"

Anarchici, Indagato a Roma il deputato Andrea DelmastroIsraele pianifica le contromosse. Gli Usa lavorano per evitare l’escalation. In corso la riunione del G7

Salvini contro Sanremo: "Spero che Egonu non faccia una tirata sul razzismo"Hamas lancia l’appello: i palestinesi in Cisgiordania marcino sulla Spianata

Scuola, Valditara: "Investire sulla formazione tecnica e professionale"

Movimento 5 Stelle, Beghin sulle case green: "Dalla destra solo propaganda"Salvini torna a parlare della sua idea di Stato: "Federale e presidenziale"

Ryan Reynold
Notizie di Politica italiana - Pag. 111Il candidato socialista Salvador Illa ha vinto le elezioni in CatalognaAperti i seggi per le elezioni presidenziali in Russia

BlackRock

  1. avatarElezioni Regionali 2023, Calenda sulla vittoria della destra: “Serve partito unico riformista”investimenti

    Elezioni Regionali, il commento di Letta: "Il PD ottiene un risultato significativo"Guasto blocca la metro A a Roma, Fdi: "Giornata di passione per i romani"Fratelli d'Italia: Meloni commissaria il partito romanoNetanyahu è una disgrazia, ma Israele ha diritto a esistere

    1. Il dipartimento di Giustizia Usa fa causa a Apple per violazione delle norme antitrust

      1. avatarChi è Donatella Bianchi: tutto sulla candidata alle Regionali 2023Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

        Johnson & Johnson, 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause sul tumore alle ovaie causato dal talco

  2. avatarSondaggio politico Swg: Fratelli d’Italia primo partito con il 31,3%, segue il Movimento 5 StelleCampanella

    È vietato il dissenso. In Iran non si ferma la repressioneSocial e satelliti, un faro sulla guerra in Sudan: in 10 mesi 108 villaggi sono stati dati alle fiammeIl ritorno fra le rovine di Gaza: l’Idf non se n’è mai andatoMeloni dopo l'arresto di Messina Denaro: "Proporrò il 16 gennaio come giorno di festa"

  3. avatarUcraina, Biden incontrerà Zelensky in Francia e al G7 in ItaliaCampanella

    Meloni e la citazione a Garibaldi: "Qui o si fa l'Italia o si muore"Pd: dopo Giarrusso arrivano anche Di Maio e Spadafora? La smentitaNetanyahu prepara un’azione al confine con il Libano. Le pressioni di Ben GvirRegionali 2023: quando si vota

    VOL

Governo, ddl sull'Autonomia differenziata approvato all'unanimità. Meloni: "Manterremo impegni presi"

Hamas sostiene di non sapere dove siano 40 ostaggi. Biden: «Non sono d’accordo con Netanyahu su Gaza»Alfredo Cospito, Nordio: "Su dichiarazioni Donzelli sta indagando la Procura"*