File not found
Campanella

Le osterie erano il luogo del pericolo

Ponte sullo Stretto, Salvini assicura: "Costa metà del reddito di cittadinanza"Napolitano, bandiera mezz'asta e funerali di Stato per l'ex presidente della RepubblicaL’anestesia della democrazia afascista

post image

Sondaggi politici, Fratelli d'italia e PD perdono punti. In crescita Conte e SalviniVenerdì 19 luglio è uscita su Apple Tv una docu-serie in 8 episodi dedicata agli ingredienti che più significano per il genere umano. La voce narrante è quella del pluricelebrato chef danese di origini macedoni,ETF René Redzepi. Per farci raccontare come è nata e come è stata girata questa serie abbiamo intervistato Matt Goulding, produttore esecutivo di Omnivore Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicolaAbbiamo iniziato a lavorare a Omnivore quattro anni e mezzo fa, ma l’idea di un programma di questo tipo era nella testa di René da molto più tempo, da almeno dieci anni». A parlare, mentre si trova in una caldissima New York, è Matt Goulding produttore esecutivo della nuovissima docu serie che Apple Tv ha lanciato sulla sua piattaforma la scorsa settimana. Otto episodi nei quali la voce calma e pacata di René Redzepi – uno dei cuochi più influenti e famosi del secolo, fondatore del Noma di Copenhagen – porta lo spettatore in giro per il mondo alla scoperta di altrettanti prodotti alimentari. «Scegliere quali avrebbero dovuto essere gli otto ingredienti trattati dalla serie è stata un’impresa molto complessa» confessa Goulding «Non si tratta degli otto ingredienti più importanti, perché se fosse stato così avremmo dovuto raccontare le colture di base e quindi il mais, le patate, il frumento… Invece, volevamo avere alcuni ingredienti fondamentali, quelli che hanno plasmato la storia umana, ma allo stesso tempo ne volevamo includere altri che possiamo dire siano inutili per la sopravvivenza, ma che sono quelli che rendono la vita degna di essere vissuta. Penso al peperoncino o al caffè. E abbiamo pensato che dovessimo anche raccontare di prodotti che fanno parte della nostra quotidianità e che ci sembrano innocenti e semplici ma che hanno alle loro spalle storie spesso complesse e oscure, come la banana.Potrei dire che gli otto ingredienti di Omnivore – peperoncino, tonno, sale, banana, maiale, riso, caffè e mais – siano quelli che hanno contributo più di altri a scrivere la ricetta della nostra umanità. Nell’indagare su ognuno di questi capisci davvero cosa vuol dire essere umani, cosa ci rende ciò che siamo».Senza retorica Omnivore non assomiglia a nessuna delle serie sul cibo che abbiamo visto negli ultimi anni. La scelta dei produttori è stata quella di allontanarsi sia dal modello imperante dello chef famoso che gira per il mondo ad assaggiare prodotti incredibili e a scoprire storie strappalacrime, sia dalla spettacolarizzazione della cucina. In Omnivore le vicende umane ci sono ma sono funzionali al racconto delle specificità dell’ingrediente in esame, della sua storia e della sua evoluzione.I contadini padre e figlio indiani che coltivano quante più varietà di banane possibile o la coppia francese che raccoglie il sottilissimo strato di sale che si forma ogni giorno non sono raccontati come degli eroi che combattono contro lo spirito del tempo.Sono piuttosto persone appassionate al proprio mestiere, ossessionate dall’ingrediente che producono, trasformano o custodiscono, ma nel racconto delle loro esistenze non c’è tutta la retorica alla quale siamo stati abituati negli ultimi anni. E la stessa cosa vale anche quando ad essere raccontate sono le vicende dei cuochi che questi ingredienti trasformano a cominciare da Redzepi il cui ruolo è quello di un narratore che mette, con grande misura, la propria vicenda personale e professionale al servizio di un racconto più ampio.«Abbiamo girato in 16 paesi diversi» racconta Goulding «inizialmente avrebbero dovuto essere molti di più ma poi è arrivato il Covid e ha cambiato tutto. Avremmo voluto andare in Cina ma le restrizioni post pandemia ci hanno impedito di farlo. La stessa cosa, ma per motivi diversi, è avvenuta con l’Etiopia, paese dove siamo andati a girare alcune scene dell’episodio sul caffè, ma dal quale siamo dovuti scappare per via dello scoppio della guerra civile. Fortunatamente abbiamo potuto contare su una straordinaria rete di contatti, alcuni di Redzepi, altri costruiti negli anni di lavoro con Roads and Kingdoms (la media company fondata da Matt Goulding con Nathan Thornburgh e Anthony Bourdain). Ogni volta eravamo interessati a trovare le persone giuste che potessero aiutarci ad andare al cuore del prodotto, a raccontarci la sua più profonda identità». CulturaLe balene sono i giganti del mare che scegliamo di non mangiareMaria TornielliOgni episodio di Omnivore non solo racconta una vicenda diversa, ma lo fa con uno stile, un ritmo, un’atmosfera diversi, di nuovo Goulding «abbiamo lavorato con sei registi diversi, di provenienze diverse e questo a contribuito ad arrivare a una serie che non consentisse allo spettatore di individuare uno schema che si ripete ad ogni episodio, quella è una cosa che non sopporto. Volevo piuttosto che quello a cui stavamo lavorando fosse come un concept album dove ogni brano suona in modo diverso. Il nostro obiettivo era che la forma dell’episodio richiamasse il tema del quale si parla. Così l’episodio dedicato al peperoncino è più dinamico e colorato, mentre quello sul maiale è più evocativo e tranquillo».L’attenzione per il lavoro La serie di Apple non ha però solo l’obiettivo di narrare le vicende di questi otto ingredienti, ma vuole anche evidenziare il lavoro che c’è dietro a ognuno di essi – «dopo aver girato l’episodio sul caffè ho una nuova forma di rispetto per questa bevanda, non avrei mai pensato che per arrivare a una tazzina ci volessero così tante mani» – e i rischi che corriamo se non proviamo a modificare le nostre abitudini, «non volevamo un approccio provocativo o classico di denuncia. CulturaIl film più vegetariano di sempre è Non aprite quella portaGabriele NiolaNon volevamo puntare il dito contro nessuno dicendogli “ehi, guarda che stai sbagliando”. Volevamo piuttosto evidenziare che ogni volta che mangiamo o beviamo qualcosa, attraverso le nostre scelte, abbiamo la possibilità di votare per quale mondo vogliamo sia quello in cui vivere. So che sembra molto serio, e forse lo è, ma vorremmo che tutti, dopo aver visto l’episodio sul caffè, come è stato per me, ogni volta che ordinano una tazzina pensassero a quante persone ci sono dietro a quei pochi sorsi di una bevanda che consideriamo scontata».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediEugenio Signoroni

Fedez a Belve, la vita messa in piazza è bella finché duraDomande senza risposta, le ultime giornate di Moro sono ancora un mistero

“Ci vediamo in agosto”, il libro postumo di Gabriel García Márquez

Visita Meloni a Caivano, imbarazzo per la chat di Fdi: "Dobbiamo portare gente ovunque"Cdm post pausa estiva per Meloni, dalla manovra alla Tim e ai migranti: i temi trattati

Malattie rare, Ucb conferma impegno per miastenia gravis e sindrome di Dravet - Tiscali NotizieMalattia di Crohn, campagna 'Crohnviviamo' fa chiarezza su alimentazione - Tiscali Notizie

Manovra 2024, in corso il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi

Bottiglie d'acqua in plastica sono sicure? Risultati preoccupanti - Tiscali NotizieMigranti, Meloni: "L'Africa è una polveriera. Sinistra ci spieghi quali sono le sue soluzioni"

Ryan Reynold
Guerra di Gaza. Israele, la Torah e il valore di una parola di sole quattro lettere: pace - Tiscali NotizieMigranti, Mattarella a Steinmeier: "Il rigore non sia ottuso"Tumore seno, meno chemioterapia grazie a oncologia di precisione - Tiscali Notizie

Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

  1. avatarLe osterie erano il luogo del pericoloinvestimenti

    Omaggio a Piero Basso, o della specie umana gentile, appassionata, coerente e generosa - Tiscali Notizie“American Fiction” di Cord Jefferson, o degli eccessi della cultura woke negli Stati Uniti d’oggi - Tiscali NotizieSalute, Schillaci: "28% italiani sedentario, solo 13% segue bene dieta mediterranea" - Tiscali Notizie“La sala professori”, la scuola è un cubo di Rubik che non si può risolvere

    1. Un appello a Maurizio Crozza: «creiamo la fondazione “Napalm51” per educare gli odiatori» - Tiscali Notizie

      1. avatarSanità: Policlinico Umberto I Roma, riapre reparto oncoematologia pediatrica - Tiscali NotizieMACD

        Condono edilizio, Salvini: "Saggio per piccole irregolarità sanare tutto quanto". I Verdi protestano

  2. avatarRileggere Pier Vittorio Tondelli nel vuoto che ha lasciatoVOL

    Dove sono finite le rivoluzioni? Nelle città vivono in periferia“Marcello Mio” di Christophe Honoré: ironico e malinconico, con Chiara Mastroianni nei panni del padre - Tiscali NotizieCaso Vannacci, il generale non ha sentito il ministro CrosettoAffitti brevi, la stretta del governo: il nuovo disegno di legge

  3. avatarTasse, l’Italia egoista e corporativa che si fa male da sola in un libro di Roberto Seghetti - Tiscali NotizieETF

    L’Europa invecchiata e la guida politica che manca: servono nuove idee (e servono in fretta) - Tiscali NotizieOrtodonzia, Intelligenza Artificiale e tecnologie sempre più centrali - Tiscali NotizieMatteo Messina Denaro, i misteri di una cattura “troppo perfetta”Per Maurizio Costanzo hanno inscenato una malinconica rimpatriata novecentesca

Aspirina ed eventi cardiovascolari, preoccupano consumi eccessivi - Tiscali Notizie

Chi è Clio Bittoni, moglie di Giorgio NapolitanoLegge di Bilancio del Governo Meloni: dichiarazioni sulla natalità e sugli incentivi per le donne*