20enne morta dopo aver mangiato un tiramisù, messe agli atti le sue ultime parole: "Ho paura"Alessandro Gozzoli morto legato, la sorella chiede giustizia davanti alla sua baraNapoli, donna investita da scooter: si cerca il pirata della strada
Papa Francesco lascia l'ospedale: l'abbraccio a una coppia che ha perso la figliaC’è sempre bisogno dell’Altro. Mario Fossati parlava di duelli «al calor bianco» quando si opponevano due atleti dello stesso Paese. Mario Cotelli,analisi tecnica ex direttore tecnico dello sci, sosteneva che fossero l’ideale per rendere di più. L’alto-atesino e il romano finora hanno corso strade parallele, prima forte uno, poi irresistibile l’altro. Ora avversari sull’erba di LondraC’è sempre bisogno dell’Altro, con la “A” maiuscola. Perché è nell’interazione con l’Altro che si cresce. Niccolò Fabi ha scritto sul tema una canzone bellissima: l’Altro è la tua immagine riflessa, quello che dorme nella stanza accanto, quello che fa il lavoro sporco al posto tuo. La rivalità nello sport è tutto specie quando l’Altro parla la tua lingua, è il tuo vicino di casa. Mario Fossati, il grande giornalista sportivo che Brera chiamava “il generale Mariòn Fossati” riferendosi al fatto che era sopravvissuto alla campagna di Russia, parlava di rivalità al “calor bianco” quando a confrontarsi erano due connazionali, due italiani: lui aveva inaugurato questa sorta di ossimoro per definire ciò che univa Tazio Nuvolari e Achille Varzi. Oggi a Wimbledon andrà in scena una rivalità che più bianca non si può visto che su quei prati si gioca solo di bianco vestiti. Ma con una caratteristica unica: è un confronto che avrebbe potuto essere e non è stato. Che si è dipanato per lo più a distanza, soprattutto per motivi di età. Jannik Sinner affronterà Matteo Berrettini. L’uno l’Altro dell’Altro. EPADiceva Mario Cotelli, uno che di gestione di campioni dall’ego sostanzioso se ne intendeva, che se gli avessero permesso di coltivare la rivalità interna fra gli assi che vengono ricordati come la Valanga azzurra non ci sarebbe stato il “buco” di vittorie e talenti che è venuto dopo nello sci italiano. Se gli avessero consentito di “istituzionalizzare” il duello fra Thoeni e Gros (con Radici, Stricker e Pietrogiovanna, i cinque ai primi cinque posti dello slalom “mitico” di Berchtesgaden ’75) tutto sarebbe cambiato. Quello fra Thoeni e Gros fu il binomio che rese più forti entrambi. E sempre secondo Cotelli ad Alberto Tomba mancò un avversario in casa, un “Altro”, che gli permettesse di elevare ancora di più il suo già straordinario rendimento. Matteo e Jannik avrebbero potuto essere i Thoeni e Gros, i Nuvolari e i Varzi, i Rossi e i Biaggi, i Rivera e Mazzola o i Bartali e Coppi del tennis (magari senza l’odio più o meno esplicito che alcuni di questi protagonisti nutrivano reciprocamente) se la sorte li avesse fatti nascere insieme. Quando Matteo giocava la finale dei Championships contro Djokovic, era il 2021, Jannik viveva l’anno della sua eruzione: l’uno era a pochi passi dalla vetta all’Everest, l’altro era partito dal campo base e entro la fine dell’anno sarebbe arrivato all’Hillary Step, il passaggio tremendo che conduce alla cima. Ora Jannik è in vetta alla montagna più alta del mondo, ha piantato la bandiera e si sta rifocillando. E Matteo sta tentando di capire se, ritrovata la voglia di soffrire, potrà tornare lo scalatore di un tempo. Una rivalità che avrebbe potuto essere al calor bianco. Ma che di certo ha assunto, tanto per restare nella metafora montana, le fattezze di una cordata.Quando Berrettini raggiunse la finale di Wimbledon poi persa contro Djokovic il suo successo più importante fu aver abbattuto il muro dell’impossibilità. Il tennis italiano era già da tempo fuori da quella fase di impotenza che aveva fatto seguito all’epoca dei vincitori della Davis a Santiago nel ’76. Ma giocarsi il successo a Wimbledon e magari ambire ad un posto fra primi tre giocatori del pianeta quello era un altro discorso. E non solo perché l’erba (pure l’”erba battuta” della seconda settimana dei Championships) era agli antipodi rispetto alla italica predilezione per la terra. Wimbledon era il sogno proibito, primeggiare a Church Road sarebbe stato il simbolo di una promozione ad un livello insperato. Con quella finale Berrettini mise in essere la liberazione di cui Sinner si è servito immediatamente dopo. Matteo ha mostrato la strada: Sinner l’ha seguita.Se fossero stati rivali veri (chissà forse potrebbe succedere ancora anche se è improbabile) forse la cordata si sarebbe spezzata. Ma quanto è successo in questi anni dice che in realtà Berrettini è stato Walter Bonatti che ha portato le bombole di ossigeno a Compagnoni e Lacedelli permettendo loro di arrivare in vetta al K2: e Sinner è già oggi Compagnoni e Lacedelli, anche se in punta al K2 (vincere Wimbledon) non ci è ancora arrivato. ANSASe Cotelli aveva ragione bisogna dunque augurarsi che Sinner trovi al più presto un avversario di casa. Uno con cui dare vita ad una rivalità casalinga che diventi fenomeno anche narrativo. A ben vedere il tennis ne ha vissuto già una a piani non allineati che ha dato il meglio (non sempre) fino ai giorni nostri: quella fra Pietrangeli e Panatta. Il passaggio di consegne fra Nicola e Adriano avvenne nella finale degli Assoluti a Bologna nel ’70 il loro continuo confronto continua oggi con virulenza talvolta più acida rispetto ad allora. Qualcosa di simile avviene fra Moser e Saronni che litigano oggi come prima. Ma chissà se avendo avuto un nemico in casa capace di insidiare la sua leadership pure Adriano sarebbe andato oltre i suoi limiti e avrebbe vinto molto più di quanto riuscì a fare effettivamente. Il maggiore indiziato per il ruolo di fratello coltello di Sinner è Lorenzo Musetti, stante la fase di crescita difficoltosa di Luca Nardi, con Flavio Cobolli in seconda battuta. Ma la velocità di crociera dell’uomo di Sesto Pusteria è a tutt’oggi nettamente superiore. La sensazione è che “quell’uomo” debba ancora arrivare. E sarà meglio faccia in fretta. Perché vogliamo continuare a divertirci.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPiero Valesio
Terremoto a Napoli: scossa di magnitudo 2.6Scontro tra auto e moto: Alessio Bottiglieri morto a 25 anni
Il piccolo Ryan è tornato a casa. La mamma chiede a chi sa di parlare prima che il bambini recuperi la memoria
Chi è la capitana Pia Klemp?Triggiano, 23enne si accascia in pizzeria: morto Saverio Loiacono
2 aprile, sciopero dei controllori di volo: quali potrebbero essere i disagi per i passeggeriSan Donà, 7 presunte violenze in una casa di riposo
Rapallo, 12enne cade dalla finestra a scuola, il professore l’aveva rimproverata e lei si è buttata giùBologna, scoppia bombola durante rifornimento al distributore: automobilista grave
Tragedia a Orbassano, uomo morto in strada per un maloreSchianto fatale con la moto, morto Iuri Lapicus, star della MMAIncendio al mercato di Civitavecchia: casetta di legno carbonizzata dalle fiammeEsplosione del falò di Taranto, parla il 15enne: "Volevamo onorare la tradizione"
Cospito, l'anarchico ha avuto una crisi cardiaca. Il legale: "Stava morendo"
Roma, Ultima Generazione versa liquido nero nella Barcaccia
Incidente a Mediglia: scontro tra auto e moto. Morto Mattia MaiocchiGiallo dell'Apecar a Quarto Grado, le ultime immagini di Grazia PriscoLa sciarpa si impiglia nel trapano elettrico e lo strangola: muore 91enneIncidente in A21, un ferito: code di 10 chilometri
Schianto fatale con la moto, morto Iuri Lapicus, star della MMAIl papà muore, la mamma non può prendersene cura e lo “zio” lo stupraCovid, ricoveri e morti in calo: ma nessuno si vaccina piùIntervento al fegato. La denuncia di una donna che deve scegliere se aspettare 1.300 giorni o pagare 7.500 euro