Kata, la bimba di 5 anni scomparsa a Firenze: si ricorre anche ai droni per ritrovarla80enne va a prendere il gelato e sparisce: ancora disperso AntonioIl funerale di Stato di Silvio Berlusconi in Piazza Duomo. DIRETTA
Venezia, lo scambiano per un borseggiatore: "Pestato da un gruppo di turisti"Vigili del fuoco in azione per spengere un incendio in una discarica abusiva di rifiuti tossici nella Terra dei fuochi,Economista Italiano in Campania - Archivio/Kontrolab COMMENTA E CONDIVIDI Cessato pericolo, almeno per ora. Restano allo Stato i beni per 200 milioni confiscati ai fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori condannati definitivamente per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i maggiori responsabili del disastro ambientale nella “Terra dei fuochi”, in particolare nei territori di Acerra, Caivano, Qualiano e Bacoli. La Corte d’Appello di Napoli ha, infatti, confermato la confisca del patrimonio dei tre respingendo l’istanza presentata dai difensori dei Pellini per chiedere l’inefficacia del provvedimento con cui gli stessi giudici avevano confermato a metà giugno la confisca dei beni disposta in primo grado. Un’inefficacia che deriverebbe - secondo i legali - dalla violazione del termine perentorio di 18 mesi per emettere un provvedimento di secondo grado. Ora la palla passa alla Corte di Cassazione alla quale i legali degli imprenditori hanno fatto ricorso. Per gli avvocati Francesco Picca e Paola Tafuro «la Corte di Appello di Napoli ha deciso di non decidere». Comunque in attesa che la Cassazione decida tanto sull’efficacia della decisione di appello quanto sulla legittimità della confisca, i beni non tornano agli imprenditori e al danno, sicuro, non si aggiunge la beffa. E non si tratta di poca cosa, infatti tra i beni confiscati ci sono 250 fabbricati tra i quali ville di lusso in varie regioni, 68 terreni, 50 tra auto di lusso e mezzi industriali, 3 elicotteri e 49 conti correnti bancari. Il frutto di un’attività illecita e pericolosa, scoperta con l’operazione “Ultimo atto-Carosello” del 2006, descritta con parole molto forti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che alla vicenda ha dedicato un intero capitolo della Relazione sulla Campania. E la descrizione è da vero disastro. «Presso gli stabilimenti Pellini erano stati illecitamente gestiti circa un milione di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi e non, molti dei quali provenienti da stabilimenti del Nord Italia. Gli imprenditori ricevevano il rifiuto e dopo aver effettuato una declassificazione unicamente di natura cartolare li smaltivano illecitamente: i rifiuti liquidi erano sversati direttamente nel bacino dei Regi Lagni e nelle campagne dell’agro aversano e napoletano; i rifiuti speciali solidi anche pericolosi erano ceduti quale compost o smaltiti direttamente mediante tombamento su terreni a destinazione agricola ed in cave adibite illegalmente a vere e proprie discariche». In particolare, insisteva la Commissione, citando la sentenza di condanna a sette anni, «l’attività di contaminazione di siti destinati ad insediamenti agricoli con sostanze pericolose ha assunto connotazioni “di durata, ampiezza e intensità tale da risultare in concreto straordinariamente grave e complessa”». I fratelli Pellini malgrado la gravità delle accuse e la condanna definitiva, hanno passato poco tempo, una decina di mesi, in carcere grazie a benefici e indulto. Ora potrebbero perdere definitivamente i beni frutto dell’attività illecita. Soddisfatto il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, presidente dei vescovi campani che nei giorni scorsi aveva raccolto l’allarme lanciato dagli ambientalisti. «Dobbiamo sapere cosa è successo, senza infierire sulle persone, soprattutto da parte del vescovo e della Chiesa che accoglie tutti, anche i peccatori più incalliti». Ma, aggiunge Di Donna, «la decisione è importante perché questi beni potrebbero essere utilizzati per la bonifica dei territori inquinati». Anche perché, denuncia, «il disastro ambientale sta mietendo ancora giovani vittime e solo pochi ambientalisti ancora si battono per conoscere la verità». Amaro il commento del leader della protesta Alessandro Cannavacciuolo. «E ora pentitevi» dice rivolgendosi ai Pellini, aggiungendo che «esistono delle gioie che non sono più gioie, quando ormai mancano i pilastri delle nostre famiglie. Ma oggi il nostro sguardo va lassù, a chi se ne è andato troppo presto a causa di chi, pur di arricchirsi, ha distrutto la nostra terra, il nostro popolo. Oggi la giustizia, se pur lentamente, ha fatto il suo corso».«Quello di oggi è un primo passo positivo – dice Alessandro Cannavacciuolo, in nome delle associazioni ambientaliste impegnate da anni sulla Terra dei Fuochi. Ma siamo pronti a far sentire la nostra voce anche in Cassazione».
Bimbo di 5 anni morto in un incidente a Roma, i fratellini si erano scambiati di posto: la testimoneRagazza trova 1000€ in un bancomat: ecco cosa ha fatto
Dolomiti, cade in un dirupo con una macchina di lusso: distrutta Aston Martin da 200.000€
Codice della Strada: obbligo dell'alcolock per i recidivi alla guida in stato di ebbrezza: tutto quello che c'è da sapereUsa, l'azienda 3M pagherà 10,3 miliardi di dollari per l'accusa di aver contaminato le forniture idriche pubbliche
Lampedusa al collasso: 900 migranti in poco più di ventiquattro oreBimba scomparsa a Firenze, ultime notizie: conclusa l’ispezione all’ex hotel Astor
Ragazza trova 1000€ in un bancomat: ecco cosa ha fattoMezzano, maxi incendio nella discarica: a fuoco un enorme cumolo di rifiuti
Previsioni luglio: meteo instabile fino a Giovedì 6Treviglio, donna di 78 anni stuprata per stradaMorte Silvio Berlusconi, il necrologio della prima moglie Carla Dall'Oglio: "Grazie per i begli anni trascorsi insieme"Precipita per 50 metri da un traliccio dell'alta tensione: morto 23enne nel Bresciano
Milano, incendio in una palazzina: due persone intossicate
Funerale di Stato Berlusconi: tutte le donne e gli uomini di spettacolo presenti alla cerimonia
Rapimento Kata, il movente: la vendetta per tentato omicidioDenny Pruscino è morto in carcere, aveva ucciso il figlio di due mesiDenny Pruscino è morto in carcere, aveva ucciso il figlio di due mesiTelemarketing selvaggio, nuove misure del Garante della privacy: Tim sanzionata per oltre sette milioni di euro
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 359Italiani in vacanza: solo il 27% sceglierà una meta esteraCasal Palocco: la dinamica dell'incidente spiegata e la versione dell'avvocato di Matteo Di PietroIncidente sulla A1 all'altezza di Firenze: uomo travolto e ucciso da un camion