File not found
Campanella

Autorizzato per i cinghiali abbatte un cervo, cacciatore denunciato

Capracotta regina delle nevi: mezzo metro di manto biancoTenta la fuga su uno scooter con una pistola: arrestato 17enneCampania, neonato di cinque mesi muore dopo essere stato dimesso dall'ospedale: indagini in corso

post image

Investe una donna all'ottavo mese di gravidanza e scappa: si cerca pirata della stradaLa formula perfetta è contenuta in una scena di MaXXXine: fare B-movies ma con idee di “serie A “. E lo fanno sia l’ultimo capitolo della trilogia X che l’italiano TheGuglielmo Well, con i suoi richiami ad Avati e ArgentoScriveva Virginia Woolf che «è sempre un gran piacere provare paura quando non si corrono rischi». Dio mi preservi dalla pretesa di riscattare la rispettabilità del cinema horror agli occhi dei detrattori, non voglio convertire nessuno. Annoto solo che il genere è nato col cinema stesso.Lo ha tenuto a battesimo Georges Méliès con un suo corto di tre minuti del 1896, Le Manoir du Diable. Ha alimentato le fantasie dei Grandi Vecchi, da Friedrich Murnau ad Alfred Hitchcock, da Stanley Kubrick a Roman Polanski fino a John Carpenter. A partire dal 1960 Michael Powell con Peeping Tom (L’occhio che uccide) ha nutrito generazioni di epigoni illustri, ansiosi di coniugare sangue, morbosità e voyeurismo. Ma perché propinarvi il bignamino storico del genere? Solo gli Autori con la maiuscola, firmando pietre miliari, si sono sottratti alla gogna dei B-movies, la categoria del trash adrenalinico.La verità è che l’horror è un guilty pleasure terapeutico. Per Stephen King «inventiamo orrori per aiutarci ad affrontare quelli veri». Se ti strutturi una consumazione blindata, di pura estetica, esente da turbe emotive, anche l’horror più estremo è una pietanza da buongustai.So bene che la terminologia in uso scoraggia: gore indica il sangue sparso, slasher indica l’atto di ferire con un’arma affilata, splatter è l’espressione onomatopeica per il fluido ematico che zampilla. Entertainment da sadici? È un pregiudizio. Nelle sue varie declinazioni l’horror è il più potente e universale veicolo di metafore che la settima arte abbia coniato. E ha un’estetica propria, un suo feticismo rituale, che meritano – in molti casi, non tutti – seria attenzione.MaXXXine, da culto Mia Goth ed Elizabeth Debicki in una scena del filmIl 21 agosto - data infausta per riempire le sale - esce da noi con Lucky Red MaXXXine, terzo capitolo della Trilogia di X, che in due anni appena ha proiettato un quarantatreenne di nome Ti West nell’empireo del mito. La X programmatica gioca sul rating che negli Usa etichetta le produzioni vietate ai minori. Le iperboli non sono la mia zona di comfort, ma non sono stata la sola a restare folgorata, nel 2022, da X: A Sexy Horror Story. Tanto da riferirne anche sulle pagine di questo giornale.Era un low-budget da un miserando milione di dollari, sapientemente rétro e smodatamente cinefilo, che spediva una troupe dilettante di cineasti del porno – nel 1979 del boom degli home-video – nel desolato Texas rurale. A scatenare l’alta macelleria era il conflitto tra la libido degli affittuari e la coppia di vecchi – e puritani – agricoltori ospitanti, con un provvidenziale alligatore pronto a deglutire gli avanzi.Più della storia contava lo stile, ricalcato con certosino rigore sull’estetica artigianale del cinema ‘per adulti’ dell’epoca. Non era Non aprite quella porta bis, era qualcosa di più colto e più nuovo. La trilogia racconta la stessa storia in tre fasi distinte. Ed è la storia di un “doppio” femminile, la contadina Pearl e la porno-attricetta Maxine, accomunate dal sogno di Hollywood, sanguinarie per istinto e interpretate dalla stessa funambolica attrice-cosceneggiatrice, Mia Goth.Pearl, ambientato nel 1918, fungeva da prequel, erudendoci su un’infelice con padre tetraplegico e marito al fronte e sull’horror sanguinario del suo eros frustrato, con l’occhio al technicolor dei grandi musical e dei mélo anni Cinquanta. Adottato in corsa da A24, l’etichetta indipendente collezionista di autori cult, per MaXXXine Ti West ha potuto permettersi un cast di comprimari di lusso: Kevin Bacon, Giancarlo Esposito, Elizabeth Debicki, Bobby Cannavale e Lily Collins, tra gli altri, tutti in vena di autodissacrazione. CulturaL’altra guerra de I Dannati, un western di proletari in divisaTeresa MarchesiFare B-movies con idee A La filosofia autorale di Ti West è condensata in una battuta del film: making B-movies with A ideas, film di serie B con idee di serie A. E proprio in questo risiede il suo fascino. Trasferendo la narrazione nella Los Angeles del 1985, con la sexploitation, da un lato, e dall’altro le crociate moralizzatrici contro la Hollywood che “vende il peccato” e l’heavy metal “satanico”, West ha la saggezza di non discostarsi dal suo sensazionale scrupolo artigianale.È come Zerocalcare, che non traslocherà mai da Rebibbia, pena lo snaturamento. Patina e tecniche vintage – come lo split screen iterato – sono la sua cifra specifica. Come Quentin Tarantino, è un feticista ostinato dei vecchi film trash di risulta. A differenza di Tarantino, salda autentica cronaca nera – con relativi filmati d’archivio sul Night Stalker, il serial killer che per un anno seminò cadaveri nella City of Dreams – e finzione truculenta.Tra le A ideas c’è quella di sfruttare ironicamente i luoghi iconici, dal Chinese Theatre al Memorial Park Cemetery, dalla casa di Norman Bates  – che ancora troneggia sugli Universal Studios – all’HOLLYWOOD sign delle cartoline, testimone muta di globi oculari trapassati e di crani spappolati come cocomeri.Il film si apre, programmaticamente, citando Bette Davis: «In questo mestiere finto se non sei un mostro non sei una star». Solo un “mostro” sfrenato come Francine, attricetta di hardcore da VHS che arrotonda spogliandosi nei peep-show a gettone, può conquistare lo status e la gloria della Hollywood mainstream. È pur sempre vero che le brave ragazze vanno in Paradiso ma quelle cattive vanno dappertutto.C’era una volta..a Hollywood: ma le atmosfere di West sono più affini a quelle di David Lynch che a quelle di Tarantino, con i suoi turpi segreti delle “feste sulle colline” e il suo sguardo sulfureo sulla mercificazione del corpo femminile. No spoiler, ma prima che Kim Carnes intoni sui titoli di coda la sua memorabile cover di Bette Davis Eyes (anno 1981, West è un filologo a 360 gradi) gli ultras del cristianesimo fanatico diventano i veri protagonisti. CulturaLa cancel culture in salsa dark con il miglior Nicolas Cage del ventennioTeresa MarchesiThe Well, Pupi Avati docet Di ecclesiastici sadici en travesti si nutriva anche La casa dalle finestre che ridono, capolavoro di Pupi Avati che merita di figurare nella Top Ten della cinematografia horror di tutti i tempi. Controllare per credere: il profondo nero della Bassa Padana non è mai stato sondato da uno sguardo più trasgressivo.Quel film del 1976 è un oggetto di culto per Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino nella sua versione Dr. Jekyll e appassionato regista di horror nella sua versione Mr. Hyde. Quindici anni dopo il suo primo tuffo nel genere con Shadow, scarno all’osso e originale, il 1° agosto esce da noi con Iperuranio Film e CG Entertainment The Well, che come il classico di Avati sfrutta la tenebra potenziale della provincia profonda italiana.L’hanno scelta – strategicamente – anche i fratelli D’Innocenzo per Dostoevskij, la loro nerissima serie nei cinema in queste settimane. Persino l’idea portante di The Well è un tributo cinefilo di Zampaglione ad Avati: un antico dipinto da restaurare che cela agghiaccianti segreti.L’horror è un genere che si ciba del proprio sangue, rimandi e stereotipi sono parte integrante del godimento. I cultori rabbrividiranno di gioia ritrovando gli squartamenti di Hostel e Wolf Creek (leggendari splatter stracult per stomaci corazzati) nelle segrete del tetro Palazzo Malvisi, a Sambuci, che è a un passo da Roma.Le filastrocche sinistre sono un vezzoso tic tramandato da Dario Argento. E nel pozzo del titolo vegeta un essere demoniaco che deve aver frequentato pessimi dentisti, somiglia al Gollum de Il Signore degli Anelli e si pasce di viscere gocciolanti.Zampaglione non è un pentito del gore – come lo è stato Eli Roth con Thanksgiving – e se The Well in Italia è vietato ai 18, è stato venduto in 104 paesi e uscirà in sala perfino negli Usa e in Giappone (caso rarissimo per un B-movie italiano) vuol dire che è tosto davvero.Linda Zampaglione (la figlia) e la sua mamma Claudia Gerini sono le nobildonne del maniero infestato. E nel finale rifulge l’aurea legge della global economy: non c’è atrocità al mondo che non possa essere riciclata in business. Idee A o idee B, l’horror è sempre un magico pozzo di idee. C’è tanto altro cinema di consumo corrente che di idee fa volentieri a meno. CulturaLe lunghe estati horror del cinemaGiulio D'Antona© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediTeresa MarchesiCritica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come inviata speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, Effedià - Sulla mia cattiva strada, su Fabrizio De André, presentato al Festival del Cinema di Roma e al Lincoln Center di New York, premiato con un Nastro d'Argento speciale, e Pivano Blues, su Fernanda Pivano. presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.

Incidente sulla Nomentana: la testimonianza di un residente e il risveglio dell'unico sopravvissutoAbiti da donna nel covo di Matteo Messina Denaro: si cerca l’amante del boss mafioso

Aereo scomparso nella nebbia: l'ultimo messaggio del pilota

Finge cancro e cure per raccogliere fondi su TikTok: denunciata per truffaAggredisce la moglie incinta di 8 mesi: "È mia, la picchio quando voglio"

Ladri all'opera nell'istituto scolastico: due arresti della PoliziaMaltempo in Italia, traghetto da Ponza a Formia travolto dalle onde

Vendetta sulla ex: città tappezzata di manifesti con i presunti amanti

Abusi sessuali durante le visite: ginecologo condannato per la quarta voltaHa un malore a casa dei nonni: morto a 30 anni

Ryan Reynold
Malata di tumore, 27enne muore dopo aver partoritoOrrore nel villaggio vacanze: animatore violenta bimbo di 10 anniMessina Denaro, nel covo trovata anche una pistola calibro 38

Campanella

  1. avatarFrosinone, furto sacrilego nella chiesa dedicata alla MadonnaGuglielmo

    Agguato ad Ostia, 48enne ammazzato a copi di arma da fuoco davanti casaAbusi su minori, autista di scuolabus arrestato dai carabinieriSparatoria di Alatri: gli amici di Thomas cercano vendettaSalta la scuola e si fa filmare mentre uccide una tartaruga: diffonde il video in rete

    1. Omicidio a Nuvolento, accoltella il marito in presenza del figlio 15enne: si indaga sul passato della coppia

      1. avatarStudente 20enne aggredito dal branco a Bari, lo salvano i passantiCapo Analista di BlackRock

        Roma, incidente a Fonte Nuova: morti 5 ragazzi, gravissimo un sesto

  2. avatarRider bloccato in strada e picchiato per 100 euro: aggressori in fugaETF

    Tenta la fuga su uno scooter con una pistola: arrestato 17enneNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 575Ritrovate dai carabinieri Arianna e Michelle, erano a Reggio EmiliaLutto nel mondo sindacale e sportivo oristanese: morta Laura Bozzo

  3. avatarRiapre il bar vicino al covo di Messina Denaro: "Mai visto nel nostro locale"Guglielmo

    Ha un malore mentre è sull'autobus: 11enne trasportato in ospedaleInsulti a Liliana Segre: indagato chef Rubio e altre 19 personeMuore dopo aver bevuto detersivo al posto dell'acqua: barista a processo per omicidioLutto nel mondo del design: è morto l'architetto Valerio Castelli

Bimbo ferito a Ventimiglia: dimesso dalla terapia intensiva

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 57049enne morto in un incidente stradale: lascia la figlia di 12 anni*