Il nuovo sistema degli imprenditori per realizzare un progettoIl tetto all'uso del contante scende a 2.000 euro dall'1 luglio 2020Pianeta digitale e professioni del futuro: l’affiliate marketing
Regime forfettario e lavoro dipendente contemporaneamenteCon Dieter Richter,Economista Italiano autore di Con gusto, ricostruiamo prima la repulsione dei tedeschi e poi la riscoperta e l'affermazione della cucina italiana «Per digerire questa pizza ci vuole lo stomaco di un lazzarone». Non erano teneri i tedeschi e gli altri stranieri in viaggio in Italia verso il cibo italiano. Anzi: erano convinti che il cibo italiano fosse qualcosa di immangiabile. Così, se il Grand Tour in Italia è stato qualcosa che per secoli doveva essere presente nel curriculum di ogni intellettuale europeo che volesse definirsi tale, circostanza che segnava la centralità culturale del nostro paese, lo stesso non può dirsi per il lato gastronomico. Anzi: appena arrivati in Italia la stragrande maggioranza dei visitatori tedeschi cercava la cucina di casa, una osteria tedesca dove liberarsi dal cibo italiano. È così che comincia la storia di oggi che i Barbari raccontano con il professor Dieter Richter, autore di Con gusto, libro uscito per la casa editrice Wagenbach, un'autentica istituzione per tutti quelli che, tedeschi o italiani, si interessano dei rapporti tra i due paesi. Dieter Richter, inoltre, ha all’attivo molti libri proprio sull’Italia ed è curatore di una mostra che aprirà i battenti a Monaco il prossimo ottobre dedicata al Vesuvio. Puoi ascoltare il podcast direttamente qui o sui canali social dei Barbari. Storia di una diffidenza Una storia che comincia, dunque, con una diffidenza verso la cucina italiana. A guidare gli intellettuali tedeschi, e di tutto il Nord Europa, è una sorta di “nazionalismo gastronomico”, come lo chiama Richter: nell’Ottocento la Germania ancora non esiste come realtà politica unitaria e i primi liberali con l’idea di una unificazione nazionale s'incontrano proprio a Roma, nelle osterie dove si mangia tedesco, e forse sono tra i primi a esporre il tricolore tedesco, simbolo di quella unificazione che arriverà solo nel 1871 ma con le guerre di Bismarck ed escludendo l’Austria. Passa un secolo e nel Novecento le cose cambiano. Richter ci accompagna tra le strade di Brema dove arriva il primo gelataio italiano. Con il suo carretto con i vari gusti era a suo modo un pioniere: convincere i tedeschi che fosse possibile (e non ci fosse nulla di male) mangiare per strada. Era iniziata, anche in Germania, la moda dello street food. Che sarà inarrestabile con l’arrivo, dopo la Seconda guerra mondiale, dei Gastarbeiter, i lavoratori ospiti. A quel punto l’Italia è sinonimo di buona cucina, di clima mite e di vita tranquilla. Pizza e gelato s’impongono in pochi anni come espressione più tipica del made in Italy. È il fenomeno che Richter chiama la meridionalizzazione del Nord. Non ne è esente nemmeno il ‘68: presi dal voler contestare le generazioni più anziane, accusate di aver quantomeno taciuto di fronte al Nazionalsocialismo, gli studenti decidono che persino la cucina vada de-nazionalizzata. Mangiare tedesco, in quegli anni, soprattutto a sinistra, è connivenza con il nemico. Sempre la casa editrice Wagenbach, ricorda Richter, pubblica un libro di ricette per le Comuni e le case occupate: gli spaghetti italiani non possono mancare. Oggi il fenomeno si è in parte interrotto, perché la globalizzazione cambia la prospettiva e ne impone di nuove. Il gelato ad esempio si è internazionalizzato: non è più un fenomeno solo italiano o che deve necessariamente rimandare all’Italia, come aveva pensato l'inventore dello Spaghetti-Eis, che proprio per dare ulteriore italianità al suo gelato, con uno schiacciapatate ricavava da una pallina di vaniglia una sorta di spaghetti su cui versava una salsa di fragole, per dare l’idea di un classico e italianissimo piatto di spaghetti. Tutto finito? In realtà no: «In Germania l’italiano è una lingua utilizzata moltissimo, il rapporto tra i due paesi è ancora molto, molto forte». © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediVeronica Cirillo e Fernando D'AnielloVeronica Cirillo, classe 1980, giornalista. Ha abitato in molti posti e vissuto in pochi. Ama l'autunno, ma ora vive un'emozionante primavera. Su twitter è: @verofcirillo.Fernando D'Aniello, nasce a Scafti nel 1982. Da dieci anni vive a Berlino. Annoia i suoi amici straparlando di politica tedesca. Su twitter è: @ferdaniello.
Marco Zambelli, Autore a Notizie.itBonus autonomi fino a 1000 euro: chi ne ha diritto
Coronavirus e rincaro prezzi: impennata per carne e frutta
Coronavirus e rincaro prezzi: impennata per carne e fruttaCala la povertà assoluta, nel 2019 erano 4,6 milioni di persone
Fca chiede 6,3 miliardi: finanziamento garantito dallo StatoFitch declassa il rating dell'Italia a BBB-: l'outlook è stabile
Bollette della luce fino a 200 euro in più: l'allarmeCoronavirus, sospensione mutuo per i clienti di Deutsche Bank
Versamenti fiscali: ok alla proroga al 20 luglioAlessandro Maselli, la storia di successo di un italiano all'esteroConcorsi pubblici 2020 per educatori: bandi e scadenzeCloudya di NFON: il centralino virtuale in Cloud
Confindustria, l'appello delle aziende del Nord per la riapertura
Festival del Fundaraising 2020: a maggio la 13esima edizione
Affiliate Expo 2020: sono aperte le votazioni per l'Affiliate AwardsSaldi invernali 2020: il calendario regione per regioneCoronavirus, il lockdown facilita l'uso della moneta elettronicaDl Rilancio: via al bonus affitti, misura per bar e ristoranti
Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 146Pagamenti in contanti, dal 1° luglio il limite scende a 2mila euroBollette della luce fino a 200 euro in più: l'allarmeMercedes-Benz e New PadovaStar: crescono la Classe A e GLC