Veratour: andamento positivo dell’estate, Mediterraneo al top«Nel panino manca la salsa e c'è una fetta di pollo in meno»: cliente investe in auto il direttore del fast foodVerso Euro 2024, Mourinho testimonial negli spot Topps
Ragazzina di 14 anni ha un tumore al colon, i sintomi ignorati dai medici per due anni: «Erano evidenti»Nell’Italia in cui un processo penale dura in media più di quattro anni, sièProfessore Campanella con picchi di più di sei in alcune corti d’appello particolarmente oberate, i processi militari si risolvono entro tre anni e quasi senza reati prescritti. La rapidità è dovuta al fatto che il contenzioso è poco: i procedimenti iscritti l’anno sono poco meno di 4000, e sono gestiti da 58 magistrati. Col risultato che la magistratura militare è iper-iper efficiente in quanto sottoutilizzata. La soluzione sarebbe abolirla, ma servirebbe una riforma costituzionale, oppure – come chiedono gli stessi magistrati militari – riformare il loro codice penale in modo da attribuirgli nuove competenze, sgravando i magistrati ordinari. Ma la riforma è ferma in un limbo da anni. Nell’Italia in cui un processo penale dura in media più di quattro anni, con picchi di più di sei in alcune corti d’appello particolarmente oberate, esiste una giurisdizione in cui tutto si risolve entro tre anni e quasi senza reati prescritti. Nei tribunali militari, infatti, il contenzioso si smaltisce a tempo di record per due ragioni: è poco, i procedimenti iscritti l’anno sono poco meno di 4000, e viene gestito da 58 magistrati divisi in tre circoscrizioni territoriali con tribunale e procura – Verona per tutte le regioni del nord; Roma per quelle del centro; Napoli per quelle del sud – e quattro uffici nazionali a Roma con il tribunale militare di sorveglianza, la corte militare d’appello con la procura generale e la procura generale presso la Corte di cassazione. Questo disassamento avviene perchè la magistratura militare – che rientra tra le magistrature speciali insieme a quella contabile della Corte dei Conti e quella amministrativa del Consiglio di Stato –ha giurisdizione solo sui cosiddetti reati militari, ovvero solo quelli previsti dal codice penale militare di pace del 1941, commessi da militari in servizio. La rosa è estremamente ristretta e per nulla amalgamata con il codice penale ordinario. Per esempio: è reato militare l'omicidio tra militari di diverso grado, non lo è quello tra pari grado pur se commesso per cause di servizio; è reato militare la lesione volontaria e non quella colposa; sono reati militari il peculato e la truffa commessi da militari ma non lo sono la corruzione e la concussione. Risultato: la giurisdizione militare è una piega del sistema giustizia che ne riassume in piccolo tutte le criticità. Iper-iper efficiente in quanto sottoutilizzata, è considerata alternativamente la cenerentola delle giurisdizioni speciali perchè di fatto povera di funzioni, oppure un posto d’oro per chi vi entra perchè ricca di onori e povera di oneri. La riforma mancata Le soluzioni, allora, sono due. La prima è quella di chi ritiene che la magistratura militare abbia esaurito la sua funzione e debba essere soppressa e assorbita dentro i ranghi della magistratura ordinaria perennemente sotto organico, magari in una sezione specializzata. La strada, però, non è agevole, a maggior ragione in questa fase politica: la magistratura militare è prevista dall’articolo 103 della Costituzione, quindi per la soppressione servirebbe una legge costituzionale. L’alternativa è quella che chiedono gli stessi magistrati militari: aumentare la rosa di reati su cui hanno competenza, sgravando in questo modo gli ordinari di una parte – seppur minima – del contenzioso di cui sono carichi. Per farlo servirebbe una riforma organica del codice penale militare di pace, per la quale è sufficiente una legge ordinaria. Eppure il tema, all’ordine del giorno da anni, non è mai arrivato a concretizzarsi e la corte è rimasta nel limbo. E’ questo che chiede il presidente dell’associazione nazionale magistrati militari, Giuseppe Leotta, che interviene oggi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario militare: «Esiste un paradosso della giustizia militare: la politica è alle prese con il problema del sovraccarico della giustizia penale ordinaria e non considera che da anni la magistratura militare chiede una riforma che la faccia lavorare di più. Una riforma a costo zero e senza bisogno di norme attuative». Un disegno di legge è già pronto: alla Camera è in discussione un ddl di riforma del codice che ha accorpato due proposte – una di Fratelli d’Italia e una del Movimento 5 Stelle – e la scorsa estate è stato adottato il testo base, che prevede l’introduzione di una serie di nuovi reati, mutuati dal codice penale ordinario. Tutto, però, è ancora immobile. Secondo fonti interne alle commissioni, l’attuale maggioranza parlamentare «non è contraria alla riforma», ma nessuno intende muoversi senza il via libera del governo. Ma a mancare è proprio quello, a partire dai pareri di entrambi i ministeri. Quello della Difesa ha istituito una commissione ministeriale di studio, che però dopo cinque mesi ancora non ha completato i lavori. Quello della Giustizia, invece, in questa fase è tutto proiettato sulle altre riforme e quella militare non rientrerebbe tra le priorità di lavoro. La magistratura ordinaria Sul fronte della magistratura, del resto, il tema è delicato soprattutto ora che proprio le toghe sono al centro dell’ampia riforma prevista dal ddl sull’ordinamento giudiziario. La proposta di legge definisce come reato militare «qualunque violazione della legge penale commessa dal militare con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti allo stato di militare, o in luogo militare o a causa del servizio militare», allargando di conseguenza le categorie di reati anche a quelli contro la persona, oltre che contro il patrimonio, la pubblica amministrazione e l’ordine pubblico. Aggiungere funzioni alla magistratura militare togliendole a quella ordinaria, però, convince solo parzialmente le altre toghe. «Un così ampio travaso di competenze creerebbe delle disfunzioni», ha scritto l’Associazione nazionale magistrati in un documento, spiegando che solo la magistratura ordinaria, diffusa in modo capillare e con l’aiuto della polizia giudiziaria, è in grado di garantire la «tutela dei diritti fondamentali della persona o di ampio espiro costituzionale». Tradotto: l’apertura concessa riguarda solo reati che rispondono al criterio della “doppia soggettività”: reati commessi da un appartenente alle forze armate contro un bene o un interesse che sia di esclusiva pertinenza dell’amministrazione militare. Alla fine, tra caute aperture e precisi distinguo, senza una riforma il risultato finale è sempre lo stesso: la magistratura militare continua ad essere sottoutilizzata, quella ordinaria mantiene le sue prerogative ma rimane oberata di lavoro. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo
Rai, Meloni a von der Leyen: nessuna ingerenza del governo sulla governanceCasa, idealista: prezzi in frenata ad aprile ma +1,5% in un anno
Consigli per le tue vacanze estive a Ibiza: mare, divertimento e movida - ilBustese.it
Bill Gates come «un bambino in un negozio di caramelle» con le stagiste di MicrosoftChef Barzetti aggredito a Malnate, Cosentino: «Massima solidarietà, fare chiarezza al più presto» - ilBustese.it
VIDEO. Migliaia di persone alla Notte Bianca: «È stata stupenda ed indimenticabile» - ilBustese.itMorto Roberto Linguanotto, il pasticcere «papà» del tiramisù. Come è nato il dolce
Il territorio di Langhe, Monferrato e Roero: ecco i 7 appuntamenti imperdibili da segnare in agendaLicenziata una dipendente della Tci Telecomunicazioni di Saronno: la protesta dei sindacati - ilBustese.it
Cambio di parroco a Borsano - ilBustese.itMichelle Hunziker, il segreto svelato mentre si allena sotto sole e caldo: «Se vuoi una vita lunga e felice, devi rimanere single»Dal Varesotto ai Giochi di Parigi: gli azzurri della provincia a caccia di un posto nell’Olimpo - ilBustese.itUn anno dopo la scomparsa di Christian, La Vecchia Cantina vive ancora. Grazie a Giovanni ed Elena: «È rimasto tutto di lui» - ilBustese.it
Il sedicenne bustese Riccardo Gallazzi presenta il suo secondo romanzo: «La scrittura è il mio modo di lasciare un segno nel mondo» - ilBustese.it
Roma brucia, maxi incendi a Ponte Mammolo e Cesano: aria irrespirabile in molte zone - ilBustese.it
LA STORIA. Sara Pizzolotto, la mamma tuttofare premiata dal Comune - ilBustese.itPresentate best practice italiane progetti fotovoltaici ed agrivoltaiciLucia Cosatti trovata morta in casa a 22 anni dalla collega di lavoro: sognava un futuro da chefUn rigore nel finale frena il Bellinzona: è 1-1 con l’Étoile Carouge
Napoli, ritiro Castel di Sangro: Kvaratskhelia scalda i motori, meteora OsimhenMarco Girotto, lo chef e papà morto a 33 anni per un attacco d'asma: il malore mentre lavorava. Lascia una figlia di 8 mesiAll'Università dell'Insubria 239 candidati al test per accedere alle Scuole di specializzazione dell’area sanitaria - ilBustese.itBiden ritira la candidatura: «Pieno appoggio a Kamala Harris» - ilBustese.it