Programma televisivo argentino festeggia la morte della Regina: "Finalmente la vecchia nazista è morPasseggero prende a pugni l'assistente di volo su un aereo Messico-Los Angeles: arrestatoRessa a un concerto in Guatemala, 9 morti e 20 feriti alla festa dell'indipendenza
Uomo chiamato a combattere in Ucraina, la moglie uccide la figlia di 4 anni e tenta il suicidioI display,Capo Analista di BlackRock diventati centrali nel nostro interfacciarsi con le tecnologie digitali COMMENTA E CONDIVIDI Elettrodomestici intelligenti, automazione industriale, macchine capaci di scambiarsi informazioni e di “dialogare” senza l’intervento umano. Quello che fino a qualche anno fa sembrava fantascienza oggi è realtà e si chiama Internet delle cose. Questa rivoluzione avveniristica in realtà affonda le radici già negli Anni Ottanta, in quello che era stato definito “computer ubiquo”. La mente dietro a questa teoria era Mark Weiser, allora capo delle tecnologie al Parc, il Palo Alto Research Center di Xerox, luogo in cui si sono sviluppate molte delle maggiori innovazioni che hanno portato al personal computer come lo conosciamo oggi, compresi il mouse e la stampante laser. In un articolo del 1991 su Scientific American dal titolo “The Computer for the 21st Century”, Weiser raccontava l’idea di una tecnologia che avrebbe «reso il computing una parte integrante e invisibile della vita quotidiana delle persone... un nuovo modo di pensare ai computer nel mondo, che tiene conto dell’ambiente umano naturale e permette ai computer stessi di scomparire sullo sfondo».Quella di Weiser, che contava tra i suoi ammiratori gente come Steve Jobs e Bill Gates, era un’intuizione non solo tecnologica, ma anche sociale e antropologica. Weiser voleva una tecnologia che davvero mettesse al centro l’uomo e i suoi bisogni, senza crearne di nuovi, fittizi e lucrativi come oggi l’industria degli schermi per certi versi incoraggia. Questa fetta dell’innovazione è rimasta per anni inesplorata, per poi essere silenziata dal clamoroso boom dei display, culminato nel 2007 nel lancio del primo iPhone che ha reso popolare e alla portata di tutti quello che i suoi predecessori, dall’iPAQ di Hp e fino al Blackberry, avevano fino ad allora riservato solo al mondo dei professionisti: il telefono poteva diventare un piccolo computer.Questa prima rivoluzione ha reso subito evidente una cosa: la tecnologia stava diventando più importante del suo stesso utilizzo. A raccontare la visione di Weiser è la biografia, The Philosopher of Palo Alto: Mark Weiser, Xerox Parc, and the Original Internet of Things edita dall’University of Chicago Press e scritta da John Tinnell, docente all’Università di Denver in Colorado. Tinnel racconta che Weiser e i suoi colleghi immaginavano la presenza di dispositivi chiamati “pad” o “tab” come punti di accesso alla rete. «È ironico vedere come questi accessi sarebbero diventati quello che abbiamo oggi, ma per loro c’era un’enfasi sull’idea che questi dispositivi fossero punti di connessione con l’ambiente attorno a noi e non solo schermi da guardare».La nostra dipendenza dagli schermi, insomma, preoccupava Weiser molto prima dell’arrivo degli smartphone. Tinnell esplora la vita e l’eredità di un informatico che aveva profondi dubbi sul ruolo della tecnologia nelle nostre vite. Weiser iniziò il college come studente di filosofia prima di diventare programmatore, poi professore di informatica, quindi visionario del Parc. Il pensiero di Platone, Heidegger o Cartesio hanno influenzato la visione e il desiderio di Weiser di usare la tecnologia per elevare la condizione umana. Weiser, però, non visse abbastanza per vedere il computing ubiquo realizzarsi sotto forma di IoT: morì di cancro nel 1999 a 46 anni.Anche le sue teorie visionarie furono sorpassate da una tecnologia più commerciale, che ha visto negli ultimi anni il suo sviluppo soprattutto negli smartphone: un mondo accessibile ventiquattr’ore al giorno, da qualunque luogo e sempre nelle nostre tasche. Un mondo attraente e capace di allontanarci dalla realtà, chiudendo le nostre vite dentro un display. Lo dimostrano anche recenti statistiche. Secondo un rapporto di Save the children, sempre più italiani trascorrono buona parte delle loro giornate a consultare il proprio telefono e l’allarme è soprattutto per i più piccoli: per chi ha tra i 6 e i 10 anni si è passati dal 18,4% del biennio 2018-2019 al 30,2% nel 2021-22. Cifre che diventano ancora più rilevanti quando si passa alla fascia di età appena successiva: il 78,3% dei ragazzini tra gli 11 e i 13 anni usa Internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso uno smartphone. Colpa dei social network, delle app di messaggistica istantanea e di intrattenimento e ai giochi online.Se è vero che negli ultimi 10-15 anni c’è stato un netto aumento del tasso di dipendenza da smartphone, a preoccupare è soprattutto il distacco dalla realtà che sempre più spesso non viene vissuta ma “fruita” o, ancora meglio, mediata da uno schermo. Un pericolo che Weiser aveva annunciato, rimanendo inascoltato. La speranza è che oggi la connettività pervasiva portata dall’Internet delle cose inizi davvero a diventare “per tutti” e che riesca a riportare la tecnologia nella realtà e non viceversa.Scrive Tinnel che Weiser sarebbe stato molto preoccupato anche dall’arrivo dell’Intelligenza artificiale: «Negli anni 90 discuteva di questo, ed era preoccupato che avere un chatbot a portata di mano avrebbe portato a deferire al dispositivo le nostre scelte. Avrebbe causato un cambiamento fondamentale nel modo in cui prendiamo decisioni e reagiamo al nostro mondo; ci saremmo affidati all’AI invece di essere al comando delle nostre vite». Uno scenario che quarant’anni fa era futuristico e oggi è improvvisamente una minaccia con cui confrontarsi davvero.
Comprano valigie all’asta, all'interno trovano i cadaveri di due bambini morti da anniNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 372
Perestrojka e glasnost, il significato delle due grandi riforme di Mikhail Gorbaciov
Come ha reagito Louis alla notizia della morte di ElisabettaNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 372
Entra in casa della ex e butta le ceneri del figlio e dell'ex marito della donna nella spazzaturaVaccino Covid, Moderna fa causa a Pfizer e BioNTech: "Ci hanno copiati"
Emergenza Covid in Cina: 40 milioni di persone tornano in lockdown a Shenzhen e ChengduRegina Elisabetta, la prima visita in Italia da principessa
Putin potrebbe bloccare internet in Europa e causare un blackout?In Germania razionata l’acqua per le docce e in Francia spente le insegne notturnePorta il nipotino di 3 anni al molo, lo spinge in acqua e sta a guardare mentre annegaI russi liberano 215 prigionieri fra cui gli "eroi dell'Azovstal"
Regina Elisabetta, anche le api di Buckingham Palace sono state avvertite della sua morte
Birmania, elicotteri della giunta militare colpiscono una scuola: 13 morti tra cui 7 bambini
Parla il presunto figlio segreto di Carlo e Camilla: "Voglio l'esame del Dna"Attaccata da uno squalo a riva, salvata dai bagnanti ma è graveUccide la figlia 19enne investendola con l'auto: non accettava il fidanzatoTentato omicidio in Argentina, uomo punta la pistola contro la vicepresidente
Regina Elisabetta, il certificato di morte: deceduta per vecchiaia alle 15.10 dell’8 settembreVaiolo delle scimmie, primo caso italiano a CubaRegina Elisabetta, che titolo nobiliare prendono ora i figli di Harry e MeghanLe parole di Carlo su Elisabetta alla premier Truss: “Il momento che temevamo”