File not found
criptovalute

L'Isis rivendica l'attentato a Mosca: oltre 60 morti e 145 feriti

13enne ucciso e sepolto in un orto: arrestati tre compagni di classeMedio Oriente, raid di Israele in Libano: Hezbollah risponde con una raffica di razziArgentina, quattro calciatori arrestati per violenza sessuale: licenziati

post image

Polonia, operazione contro la rete di spionaggio russoEro molto curioso di vedere come l’autore Sellerio se la sarebbe cavata con il format del Giallo Mondadori perché è tradizionalmente pieno di argomenti indicibili mentre lui è uno scrittore con una vena sperimentale e un gusto per la dissacrazione tali da non sopportare gli ordini costituiti.In apertura di Tutti i particolari in cronaca,Campanella il primo Giallo Mondadori scritto da Antonio Manzini, c’è una citazione di Erich Auerbach, grande interprete della Divina Commedia (chissà come l’avrebbe scritto Dante un Giallo Mondadori): «Il segreto deve essere cercato non esclusivamente nell’intreccio, ma nel narratore».Come una licitazione di bridge, la frase dichiara quello che l’autore vuole perseguire nel romanzo. E mi ha ricordato uno dei più controversi (e geniali?) romanzi nella storia del giallo, L’assassinio di Roger Ackroyd della cinica e bara Agatha Christie, il libro in cui il mystery ha perso per sempre l’innocenza.Due sono i protagonisti della storia. Il primo è un giornalista, Walter Andretti, che dopo una felice esperienza da cronista sportivo in un quotidiano locale è stato costretto a riciclarsi come cronista di nera, genere che non ama e nel quale non ha nessuna dimestichezza.A complicargli la vita c’è poi la Stronza, la capocronista, che lo tratta con molta rudezza, come vuole la tradizione, un po’ da caserma, del mestiere. Inoltre, piove sempre sul bagnato, Walter è reduce da una delusione sentimentale e all’orizzonte non si profilano nuovi amori (veramente uno sì, ma non fatemi spoilerare).L’altro protagonista di Tutti i particolari in cronaca è una figura tragica. Carlo Cappai è archivista in tribunale ed era figlio di un giudice di corte d’appello molto importante e influente con cui Carlo ha combattuto (e perso) tutta la vita.Le ferite di Carlo sono ancora aperte e vive da solo nella casa dei genitori, ormai una casa di fantasmi, senza mai cambiare nemmeno un soprammobile, senza mai dare una rinfrescata alle pareti, in una sorta di clausura conventuale che sa di espiazione.Come diceva Montale? Spesso il male di vivere ho incontrato. Anche i lettori di Manzini lo incontrano spesso nei romanzi del loro amatissimo autore.Nell’archivio dove Carlo Cappai trascorre le sue giornate avviene una cosa inquietante. Si sentono voci. Sono bisbigli, sussurri incessanti che provengono dai fascicoli accatastati dei processi. Il lamento proviene in special modo dai faldoni parcheggiati nella Sezione A/7, detta il Purgatorio. Le carte che hanno ormai passato tutti i gradi di giudizio e sono in attesa della distruzione.È una Spoon River delle vittime che nei processi non hanno ottenuto giustizia e la reclamano: i colpevoli l’hanno fatta franca per protezioni dovute al censo, per privilegi di casta. Il più delle volte il magistrato deus ex machina di queste ingiuste assoluzioni, ottenute attraverso cavilli, quasi esercizi di alta enigmistica nell’interpretazione della legge e nella coniugazione delle procedure, è stato, tra un draw e un putt, l’odiato padre di Carlo giocando a golf una mattina con l’ammanicatissimo avvocato difensore di turno.«Questa era la vita di Carlo Cappai. Nessuno lo conosceva per davvero, solitario, grigio e sfuggente, una macchia delebile che il tempo avrebbe pensato a cancellare. Carlo Cappai, invece, era un ragno che da quarant’anni tesseva la sua tela». La trappola in cui vuole attirare gli impuniti.Non ci sono spiragli di luce nella vita penitente dell’archivista. L’unico momento di relax che Manzini, quasi mosso a pietà (non ha un cuore di pietra), gli concede (così come allunga gli spinelli a Schiavone), è una partita a flipper in un bar malfamato. E lo scrittore, prima ancora del personaggio, si abbandona a un nostalgico elogio del vecchio gioco: «Gli era sempre piaciuto il flipper, una commistione di calcolo, fortuna e precisione che si acquisisce solo con un allenamento continuo e ossessivo. Quando era bambino i veri campioni erano adulti che fumavano mentre giocavano, ogni tanto poggiavano la sigaretta su un piccolo posacenere di latta avvitato sul piano di gioco».Tra tutti i casi irrisolti uno brucia di più all’archivista. Un caso di quarant’anni prima. La vittima, morta durante una manifestazione in piazza, era una studentessa di sinistra di 16 anni, Giada Cannavò, che Carlo conosceva più che bene (erano praticamente inseparabili).L’archivista ha giurato che la vendicherà (anche in questo caso il colpevole è rimasto impunito trattandosi ancora una volta di un intoccabile) e conserva per non dimenticare una boccetta di Miss Worth, un profumo molto francese, molto femminile, che proprio lui aveva regalato alla ragazza e che per Carlo è una specie di amara madeleine olfattiva di Giada (la cui vicenda riecheggia a partire dalla data della morte, il 12 maggio 1977, l’analoga vicenda in cui, nella realtà stavolta e non nella fiction, fu assassinata a Roma Giorgiana Masi).Ero molto curioso di vedere come Manzini se la sarebbe cavata con il format del Giallo Mondadori perché è un format tradizionalmente pieno di tabù e lui è uno scrittore con una vena sperimentale e un gusto per la dissacrazione tali da non sopportare gli ordini costituiti.Uno dei tabù del Giallo Mondadori classico era, per esempio, la politica. Guai a scriverne. Manzini, come avete appena visto, lo ha abbattuto.C’è un altro tabù poi. Il Giallo Mondadori è storicamente riluttante (disegni di copertina con bionde fatali o more sensuali in déshabillé e in pericolo di vita) a indugiare su questioni sessuali. Ebbene Manzini non si è fatto pregare e ha piazzato a pagina 18, durante ancora il palleggio di riscaldamento prima che la partita narrativa inizi davvero, il più agghiacciante pompino nella storia letteraria nazionale: «Due curve e lì, in una piccola radura in mezzo al bosco, Lubabah gli avrebbe succhiato l’uccello...». Lubabah è una prostituta nigeriana, il cliente un malvivente di ottima famiglia.Nemmeno da ospite della Real Casa del Giallo Mondadori che si appresta a festeggiare nel 2029 il secolo di vita, Manzini smentisce la sua pessima fama di scrittore dalle (buonissime) cattive maniere.In una classificazione improntata ai comportamenti dei rettili, gli scrittori si possono dividere in due categorie, quelli che in stile boa fanno un sol boccone del lettore e quelli che in stile pitone avvolgono lentamente il lettore nelle loro spire fino a fermarne la circolazione del sangue. Manzini è uno scrittore pitone. Uno scrittore cronista che sa raccontare le piccole vite a costo di correre il rischio dello sfigatismo, di farsi prendere la mano dal pietismo, di cedere a una facile indignazione (ma penso fermamente che in lui il sentimento di solidarietà verso i vinti sia autentico, il successo non gli ha ancora pietrificato il cuore).Manzini è uno dei pochi scrittori che sa prendere le misure della vita così com’è, al grado zero. Per questo è maestro nel raccontare le città di provincia (la Aosta dell’esule Schiavone, ma pure questa Bologna, rimpicciolita e mai nominata, di Tutti i particolari in cronaca) e potrebbe controfirmare la frase di Ennio Flaiano che dice: «C’è un sacco di gente che vive e lavora a Macerata. (L’essenza di Cechov)».Nel romanzo Manzini ripete più volte che la differenza tra giornalisti (come Walter Andretti) e scrittori (come lo stesso Manzini per esempio) è che i giornalisti non devono trovare un finale alle storie che raccontano, i romanzieri sì. La realtà spesso non ha un finale. La fiction deve averlo (preferibilmente consolatorio). E la fiction gialla più di tutte. In un mystery l’importante è finire, come canta Mina.A proposito di finali nella lunga storia del Giallo Mondadori si verificò una volta uno strano caso. Misteriosi personaggi (legati alla concorrenza oppure gratuitamente sadici?) misero in atto una forma di boicottaggio. Costoro strappavano l’ultima pagina del giallo appena terminato per lasciare senza finale chi successivamente, prendendolo su una bancarella o in biblioteca, lo avesse letto.Sulle orme di costoro (come chiamarli? vandali, buontemponi, terroristi della lettura?) Manzini si è strappato da solo l’ultima pagina del libro congegnando uno straordinario finale che si morde la coda, che è un circolo vizioso, che gioca a scaricabarile, che non finisce mai. Perché il segreto è sì nell’intreccio, sì nel narratore, ma soprattutto è nel lettore.Voto: 10© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAntonio D’Orrico

Elezioni Russia: scrivono il nome di Navalny sulle schede elettorali per protestaEuropa, soldati lasciano gli eserciti: "Rischi alti e stipendi inadeguati"

Vietnam, Truong My Lan condannata a morte per frode miliardaria

L'avvertimento del Pentagono: "Se l'Ucraina perde la guerra, la Nato dovrà combattere con la Russia"Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 112

Ucraina, arriva il via libera dall'ue: stanziati 5 miliardi di aiuti militariPaul Alexander, morto l'uomo che trascorse la vita in un polmone d'acciaio

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 117

Russia, lo street artis italiano Jorit incontra Putin: "Qui per dimostrare che sei umano"La chiamata di Joe Biden a José Andrés: capo della World Central Kitchen

Ryan Reynold
USA 2024, Trump dichiarato ineleggibile in IllinoisLe forze israeliane hanno preso il controllo dell'ospedale Al-ShifaFinancial Times rivela: colloqui segreti tra USA e Iran su crisi del Mar Rosso

Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

  1. avatarIl governo di Kiev avverte: la guerra sta passando il punto di non ritornoGuglielmo

    Gaza, Hamas: "Nuova strage di civili da parte di Israele"Pena di morte, boia non trova la vena: esecuzione annullataUSA 2024, Haley abbandona la corsa presidenzialeNavalny, per Intelligence russa sua morte fu "naturale"

    1. Attentato a Mosca, Zelensky si difende: "Kiev è estranea"

      1. avatarBangladesh, incendio divampa in un edificio: almeno 40 vittimeEconomista Italiano

        Haiti, il capo di una gang minaccia: "Via il presidente o sarà guerra civile"

  2. avatarFrancia, continuano le proteste degli agricoltoriProfessore Campanella

    Julian Assange: si decide oggi il destino sull'estradizione del giornalistaHamas rilancia una proposta per la fine della guerra a GazaAttentato di Mosca, Putin non dimentica: "Puniremo i mandanti"Caso Photoshop: la Cnn analizzerà tutte le foto di Kate

  3. avatarTrump sul principe Harry:" Va espulso se ha fatto uso di droghe"investimenti

    Iran: "Israele si pentirà per l'attacco a Damasco"Funerali Navalny, il discorso di Yulia NavalnayaUSA, manichino di Biden preso a calci e pugniRussia: schierate truppe al confine con la Finlandia

Israele, c'è l'accordo sulla tregua?

Gaza, Guterres: "Hamas liberi ora ostaggi senza condizioni"Russia, Movimento LGBT aggiunto alla lista dei terroristi*