Sondaggi, il gradimento del centrodestra è in crescitaMarta Cartabia Premier: l'ipotesi del Colle in caso di crisiVaccino Covid, Sgarbi ai no-vax: "Io mi vaccino, state attenti"
Renzi minaccia Conte: “Accordo su Recovery o via miei ministri”Nella causa Murthy,Campanella Surgeon General, et al. contro Missouri, et al. decisa lo scorso 26 giugno 2024, la Corte suprema USA ha affrontato la questione se l’esecutivo statunitense abbia violato il Primo Emendamento della Costituzione americana esercitando pressioni sulle piattaforme di social media perché censurassero dei post ritenuti fonte di disinformazione.I fatti di causa risalgono ai tempi della pandemia quando, per contrastare l’ondata di fake news, i grandi social network selezionavano e bloccavano contenuti immessi dagli utenti, con particolare riferimento a quelli relativi al COVID-19 e alle elezioni del 2020. Da qui, la causa promossa da due Stati e cinque utenti di social che hanno portato in giudizio il governo accusandolo di avere costretto le piattaforme a limitare indebitamente il proprio diritto alla libertà di parola.La Corte, anche se solo a maggioranza, non è entrata nel merito della vicenda e ha evitato di decidere su un tema particolarmente serio, trincerandosi dietro aspetti preliminari che riguardavano l’inesistenza del diritto delle parti a far causa al governo. La maggioranza dei giudici, infatti, ha ritenuto che per poter agire i cittadini avrebbero dovuto dimostrare di correre un pericolo concreto e attuale di non potersi esprimere liberamente per via delle pressioni esercitate dall’esecutivo sui social network interessati. Questa prova, invece, non è stata data e, anzi, dal processo è emerso che le piattaforme spesso rimuovevano contenuti in autonomia e in base ai propri termini contrattuali senza bisogno di cedere alle pressioni governative.Inoltre, continuano i magistrati, non c’è prova che l’intervento degli uffici pubblici abbia causato danni diretti alle parti e, infine, anche se le azioni del governo hanno inizialmente influenzato le scelte censorie delle piattaforme, queste ultime hanno continuato ad applicarle in modo indipendente. Dunque, anche se il governo venisse riconosciuto responsabile, questo non cambierebbe in automatico il modo in cui le piattaforme intervengono sui contenuti generati dagli utenti.In termini puramente formali, questa (non)decisione è —probabilmente— corretta, tuttavia essa è anche la prova provata di quanto il diritto di decidere come debba essere esercitato un diritto risieda sempre di più, da un lato, nelle mani di soggetti privati (Big Tech) e, dall’altro, in quelle del potere esecutivo e non più di quello giudiziario.
Covid, parla Berlusconi: "Pronto a vaccinarmi pubblicamente"Bellanova su Conte: "Esperienza di governo finita"
Controlli Natale, Lamorgese: "Rigore e rafforzamento vigilanza"
Speranza: "Valutiamo zona rossa nel prossimo weekend"Crisi di Governo, Mattarella blocca Renzi: "Lascia perdere"
Lamorgese: "Controlli inflessibili nella notte di Capodanno"Dpcm 4 dicembre: limiti agli spostamenti tra regioni e allo sci
Marta Cartabia Premier: l'ipotesi del Colle in caso di crisiMassimo Cacciari si è scagliato contro Giuseppe Conte
Decreto "Milleproroghe": congelati tutti i pedaggi autostradaliNotizie di Politica italiana - Pag. 396Abruzzo zona arancione, l'ordinanza: governo invia la diffidaCovid Veneto, Zaia: "Qui tanti contagi perché facciamo i tamponi"
Zampa: "Pronti a vaccinare i volontari a metà gennaio"
Sondaggi politici, Lega e Salvini calano al 24% dei consensi
Rinviato il vertice di Palazzo Chigi sulle nuove stretteCaso Gregoretti, Toninelli: "Salvini scarica su altri la responsabilità"Sci, il ministro Boccia parla di "ristori certi", priorità per la saluteCovid, Conte: "Questo virus non è facile da controllare"
Notizie di Politica italiana - Pag. 394Speranza sulla terza ondata: "Arriverà, battaglia ancora dura"Sondaggi politici del 7 gennaio: Centrodestra saldo in testaToti e Fontana si schierano contro la zona rossa a Natale