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Recovery, Renzi: "Non parteciperemo più a questo spreco"Una lezione in una classe della scuola primaria - Imagoeconomica COMMENTA E CONDIVIDI Il Pnrr prevede più di 20 miliardi di euro per l’istruzione,analisi tecnica destinati ai servizi per l’infanzia, le scuole e l’università. Un’opportunità per dare alla formazione dei giovani un impulso e migliore qualità, con interventi sulle criticità più antiche del sistema educativo, che la pandemia ha accentuato. Ma l’utilizzo in concreto delle risorse finanziarie e lo stato di avanzamento realizzativo delle iniziative al quale è condizionata l’erogazione stessa dei fondi europei, deve essere oggetto di un dibattito pubblico tra le diverse componenti che agiscono nel settore. Anche per questo è stato pubblicato oggi il “focus” “Il PNRR per la scuola e l’università: a che punto siamo?”, che nasce da una collaborazione fra Fondazione Agnelli e Fondazione Astrid. Ne sono autori Andrea Gavosto (direttore della Fondazione Agnelli) e Alberto Zanardi (docente di Scienza delle finanze all’Università di Bologna e nel Comitato Scientifico di Astrid). Il documento definisce un quadro e traccia un bilancio di tutte le misure (13 investimenti e 10 riforme) della Missione 4 Componente 1 (Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università) del PNRR, che nell’insieme dispongono di 19,08 miliardi, più l’investimento sulle “nuove scuole” della Missione 2, con risorse per 1,006 miliardi. Tra i temi trattati, l’edilizia scolastica e il diritto allo studio universitario, per quanto riguarda gli investimenti. Fra le riforme viene approfondita criticamente quella su formazione, reclutamento e carriera dei docenti, senza dubbio la più importante per il futuro della scuola.Considerando tutte le misure relative all’istruzione, al 31 dicembre 2023 la spesa effettivamente sostenuta è circa il 17% degli stanziamenti, un tasso di avanzamento finanziario più basso di quello dell’insieme del PNRR (22%). Tra i quesiti che il dossier pone, al governo e agli operatori del settore, anche quello su come garantire una formazione di qualità ai nuovi docenti e integrare quella dei precari, concentrandosi soprattutto sulla didattica, evitando di creare corsie privilegiate a danno dei neolaureati, come riuscire ad assumere i 70.000 docenti nei tempi stabiliti dal nuovo PNRR (metà 2026), visto che i percorsi di abilitazione di fatto devono ancora partire.“Il PNRR aveva suscitato grandi aspettative nel mondo dell’istruzione – è la sintesi di Andrea Gavosto - sia per gli ingenti investimenti previsti sia per le fondamentali riforme, come la formazione e l’assunzione dei docenti. Da qualche tempo, sullo stato di attuazione del piano è, però, calato il silenzio. L’obiettivo di Astrid e Fondazione Agnelli è tornare a parlare di PNRR, fare un bilancio dei progressi compiuti negli investimenti fin qui e segnalare i rischi di ritardi o di realizzazioni inadeguate di qui al 2026. Anche le riforme più ambiziose, come formazione, orientamento e formazione tecnico professionale hanno in parte cambiato pelle: si tratta di valutare l’efficacia dei nuovi interventi e quanto contribuiscano al miglioramento di scuola e università”.
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