File not found
BlackRock

Def, centrodestra sconfitto alla Camera: per 6 voti non ha raggiunto la soglia necessaria

Botte alla Camera alla discussione sull’Autonomia: il leghista Iezzi prende a pugni Donno del M5SScalfarotto sulla lite nel Terzo Polo: "Calenda frettoloso"Berlusconi in ripresa, il fratello Paolo: "Siamo molto positivi"

post image

Campo largo prova con Valluzzi in Basilicata, ma dubbi Azione - Tiscali NotizieNonostante il grande impatto delle mobilitazioni che hanno accompagnato la Cop26,Campanella che chiedevano a gran voce “giustizia climatica”, nel testo finale dell’Accordo di Glasgow non ve n’è traccia, se non un’unica citazione nella premessa. In questi anni il tema è diventato sempre più cogente, tanto da sollecitare approfondimenti e ricerche, che hanno rilevato correlazioni tra crescita economica e crisi climatica. Insomma, a Glasgow hanno pesato gli interessi dei grandi player dell’economia mondiale ma non i miliardi di persone, che in tutti i paesi del mondo vivono tra paura, rabbia e sofferenza la propria condizione sociale e ambientale. Nonostante il grande impatto delle mobilitazioni che hanno accompagnato la Cop26 (300 manifestazioni dalle Filippine agli USA, e solo a Glasgow 200.000 persone, sotto una pioggia battente), che chiedevano a gran voce “giustizia climatica”, nel testo finale dell’Accordo di Glasgow non ve n’è traccia, se non un’unica citazione nella premessa, insieme al riconoscimento di altri onorevoli diritti e valori. Eppure in questi anni il tema è diventato sempre più cogente, tanto da sollecitare approfondimenti e ricerche, che hanno rilevato correlazioni tra crescita economica e crisi climatica. In uno studio della Stanford University, ad esempio, pubblicato nel 2019, sono stati intrecciati i dati sulla crescita economica con l’andamento delle temperature nel mondo tra il 1961 ed il 2010. Ed è emerso che per effetto del riscaldamento globale il PIL pro capite nei paesi più poveri si è ridotto tra il 17 per cento ed il 31 per cento. Dividendo poi tutti i paesi in dieci gruppi in base alla ricchezza, si è rilevato che tra il primo e l’ultimo gruppo il divario economico oggi è del 25 per cento maggiore di quello che ci sarebbe stato in assenza del riscaldamento globale. Quello che a Glasgow le mobilitazioni hanno aggiunto alla coscienza collettiva è che la giustizia climatica è parte ineludibile della soluzione. Nonostante alcuni risultati importanti (la definizione dell’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature medie al di sotto di 1,5°C a fine secolo, la rimodulazione degli obiettivi al 2022, la citazione “ufficiale” delle fonti fossili come causa principale della crisi climatica, ed alcuni Accordi settoriali), la componente fallimentare di Glasgow si annida nella parte finanziaria, dove non si è andati al di là di affermazioni di principio, dichiarazioni d’intenti ed inviti ai paesi ricchi a spendere da 5 a 10 volte di più. AmbienteCinque cose che Cop26 ci ha dato e cinque che non ci ha datoFerdinando Cotugno Gli impegni Non ci sono nuovi e più stringenti impegni sia per quanto riguarda la costituzione di un fondo per riparare i danni della crisi climatica nei paesi poveri più esposti (loss and damage), sia in merito a quanto deliberato già a Copenaghen nel 2009: 100 miliardi anno di prestiti e sovvenzioni dei paesi ricchi per finanziare l’adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi poveri, che ad oggi non hanno superato gli 80 miliardi, che, al netto di restituzioni, interessi pagati e costi finanziari, secondo Oxfam, si riducono a 19-22,5 miliardi reali trasferiti ai Paesi poveri. Un pessimo risultato, se si considera che secondo il Global Goal on Adaptation, in assenza di politiche concrete e rapide ci saranno almeno 100 milioni di nuovi poveri che non vivono solo nei Paesi poveri. AmbienteCop26, cosa resta delle promesse di risposta radicale alla crisi climaticaFerdinando Cotugno Ed è questa la vera novità con cui bisogna misurarsi, anche se nel Patto non c’è alcun impegno concreto a investire soprattutto verso chi, nei paesi poveri e nei paesi ricchi, è più esposto agli effetti della crisi climatica (fatta eccezione per un rapido accenno alla «giusta transizione», citata a proposito della riconversione dei lavoratori del settore fossile). L’attenzione invece è tutta rivolta alle tecnologie, nell’indifferenza per le contraddizioni sociali, meglio conosciute come disuguaglianze, che segnano la nostra epoca nei paesi poveri e nei paesi ricchi. Eppure la giustizia climatica è il cuore della transizione ecologica, perché questa non è solo una scelta tecnologica, ma investe tutta l’organizzazione della società, e su di essa le disuguaglianze pesano come macigni. Come dimostra l’estendersi, ad esempio, della povertà energetica, che è diventata oggi un fattore costitutivo delle diverse forme di povertà che hanno colpito l’Occidente, o il più grave grado di esposizione ai rischi ambientali e alle disuguaglianze territoriali dei ceti meno abbienti. Parliamo di disuguaglianze multidimensionali, non solo di reddito, ma anche di genere, di generazioni, di luoghi, di cultura. A Glasgow si è definitivamente delineata non solo una nuova geografia che divide il mondo in due, tra chi ha come problema principale la mitigazione, con investimenti per sostenere la transizione energetica, e quei paesi che già oggi subiscono i danni dell’impatto climatico e hanno come urgenza prioritaria quella dell’adattamento. Ma anche che gli effetti della crisi climatica si sono insinuati ed insediati in tutte le società, anche le più opulente, e se la transizione non coinvolgerà anche e soprattutto gli ultimi e i vulnerabili, se le politiche ambientali e climatiche non seguiranno il principio della discriminazione positiva, partendo quindi dai bisogni degli ultimi e dei vulnerabili, se in una parola la transizione ecologica non sarà prima di tutto giusta, non avrà alcuna speranza di successo. Se poi si pretenderà di far pagare i costi della transizione a tutti in parti uguali, succederà quanto già 60 anni fa stigmatizzava Don Milani: «Se dividiamo in parti uguali tra disuguali, aumenteremo le disuguaglianze». Uno scenario che ci pone anche una questione di democrazia politica e sociale, per il ruolo determinante di governi autoritari e negazionisti, per la presenza di 503 lobbisti dei combustibili fossili, che hanno rappresentato la delegazione più numerosa di tutta la Conferenza, ed un interrogativo: a Glasgow le mobilitazioni sociali e di giovani hanno svolto un ruolo decisivo nel segnalare all’opinione pubblica l’importanza di quella discussione, ora cosa succederà alla prossima COP che si terrà in Egitto, che come sappiamo non brilla certo per democraticità e spazi lasciati alla libera espressione della società civile? Eppure qualcosa sta cambiando, anche se molte sono le incertezze nella definizione dei passi concreti e della loro tempistica, e ancora troppo squilibrati i rapporti di forza nella distribuzione del potere decisionale. Se uno dei fatti più significativi della COP26 è stato l’accordo tra Cina e Usa con l’istituzione di un Comitato bilaterale per arrivare ai 1,5°C, possiamo dedurne che con la COP26 la questione climatica non solo è stata definitivamente ed inequivocabilmente promossa tra le due o tre grandi emergenze globali del nostro tempo, ma soprattutto che è quella attraverso cui è necessario guardare alle altre grandi emergenze, con il coraggio, la forza e la lungimiranza per tenere insieme tecnologia, scienza, democrazia e giustizia sociale. E oggi si apre una nuova tappa che si deve misurare concretamente con le scelte che in ogni paese vanno fatte a partire da domani. Un messaggio che riguarda anche l’Europa e l’Italia. Un’Europa deludente che non ha svolto alcun ruolo, irretita dalle sue dinamiche interne che stanno portando ad inserire nella Tassonomia degli investimenti sostenibili anche nucleare e metano. E un’Italia, che rischia di perdere l’occasione del Pnrr perché troppo vincolato al metano ed al vecchio modello di sviluppo e troppo indifferente alle dinamiche sociali. Un’Italia che deve invertire le tendenze degli ultimi anni nel rallentamento dello sviluppo delle energie rinnovabili, ed in cui perfino il Superbonus del 110 per cento non riesce a coinvolgere i ceti meno abbienti. Insomma, a Glasgow hanno pesato gli interessi dei grandi player dell’economia mondiale ma non i miliardi di persone, che in tutti i paesi del mondo vivono tra paura, rabbia e sofferenza la propria condizione sociale e ambientale. Ora si tratta di accendere i riflettori di una doppia preoccupazione: che i nuovi impegni da prendere siano buoni per il clima del nostro pianeta e per la vita ed i diritti delle persone che lo abitano, sapendo che non sono tutte uguali. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedivittorio cogliati dezza Forum Disuguaglianze e Diversità

25 aprile, il presidente di Anpi Viterbo Mezzetti non dà la mano a Sgarbi: il motivoRicovero Berlusconi, parla il fratello: "Siamo fiduciosi"

Elezioni europee, carne coltivata e allevamenti intensivi: il benessere animale nei programmi dei partiti

Flop Lega: superata da FI, la scommessa Vannacci vale 500mila preferenzeMediaset supera Rai sull’ascolto medio. Arriva anche un nuovo ricorso contro la formazione del cda di viale Mazzini

M5S, in Basilicata il nostro candidato resta Lacerenza - Tiscali NotizieIlaria Cucchi al carcere di Reggio Emilia: “Un detenuto abbandonato tra i suoi escrementi”

L’Ue vuole etichette più chiare e la lotta agli sprechi

Fanpage sveglia le due anime di FdI: chi critica l’inchiesta e chi condanna i giovani neofascistiDecreto lavoro, i dettagli: oggi Giorgia Meloni incontrerà i sindacati

Ryan Reynold
Ilaria Cucchi al carcere di Reggio Emilia: “Un detenuto abbandonato tra i suoi escrementi”Basilicata, 70mila euro ai giovani per nuove imprese in agricoltura - Tiscali NotizieBasilicata prima regione del Sud nel mercato agroalimentare di Milano - Tiscali Notizie

Guglielmo

  1. avatarGiorgetti sul nuovo Patto di Stabilità: "Dovremo rivedere il Pnrr"VOL

    Berlusconi a colloquio con Matteo Salvini: "Che bello sentirti"Giorgia Meloni: "Consiglio dei Ministri il 1° maggio, siamo i primi a dover dare l'esempio"Nuovo bollettino medico: Berlusconi in costante miglioramentoLa scuola non offre soluzioni, agli adulti senza diploma non restano che i “diplomifici”

    1. Premio Strega, Sangiuliano e Borgonzoni assenti. Nel 2023 il ministro confessò di non aver letto i libri

      1. avatarTajani, aspetto i voti veri ma soddisfatto per la Basilicata - Tiscali NotizieCapo Analista di BlackRock

        Basilicata, è già addio al “campo larghissimo” del centrosinistra - Tiscali Notizie

  2. avatarBoom di posti di lavoro in Veneto, Zaia: "Economia in pieno sviluppo"criptovalute

    Il ministro belga: "A Bruxelles lavorano poche donne per la mentalità italiana". L'affondo di SalviniRegionali Basilicata, stamattina l’incontro tra Chiorazzo e Conte. Il leader M5S: “Lavoriamo a una candidatura credibile” - Tiscali NotizieIl Cdm approva il Decreto Lavoro, Meloni: "Scelta di cui vado fiera"M5S durissimo con il governo Meloni e sul suo "decreto precarietà"

  3. avatarMeloni "Alla Basilicata 945 milioni, infrastrutture sono priorità" - Tiscali NotizieProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    La proposta di FdI: un premio per chi torna dall'estero con 3 figliTrenitalia e Regione Basilicata firmano il nuovo contratto di servizio - Tiscali Notizie“Democrazia afascista”, la manipolazione di parole (e idee): quando lo storico si traveste da cuocoIl diritto di cittadinanza in Italia: come si chiede, cosa prevede la legge e quali sono gli ostacoli

    VOL

Premierato, primo via libera del Senato. Ora il testo passa alla Camera

Terremoto nel salernitano, scossa di magnitudo 3.9 - Tiscali NotizieVespa e Bortone, due pesi e due misure: procedimento disciplinare per lei, lui può criticare la Rai in trasmissione*