Morta a 17 anni dopo essere stata rimandata a casa dall’ospedale: si attendono i risultati dell’autopsiaDurante la partita raggiunge uno steward e lo picchiaArresto Messina Denaro, sequestrata la casa della madre di Andrea Bonafede
![post image](http://www.eztv.vip/uploadfile/2023/0710/20230710103622340.jpg)
Incidente sul lavoro a Caivano: morto operaio 22enneIl presidente ucraino Zelensky e il segretario di Stato vaticano,investimenti cardinale Pietro Parolin, durante l'incontro a Kiev - Ansa COMMENTA E CONDIVIDI «È meglio accendere una candela che gridare contro il buio». Il cardinale Pietro Parolin si affida a un antico adagio per riassumere l’impegno del Papa e della Santa Sede di fronte alla guerra in Ucraina. Un impegno a «contribuire a trovare vie» che facciano tacere le armi. Un impegno che si traduce in «vicinanza alla popolazione della martoriata Ucraina, secondo l’aggettivo caro a papa Francesco», in «condivisione delle sofferenze e delle attese», in «sostegno di carattere umanitario» alla nazione sotto le bombe, spiega il porporato al termine della sua visita di cinque giorni nel Paese aggredito, la prima del segretario di Stato vaticano dall’inizio del conflitto. Ma un impegno che implica anche «equilibrio» fra le parti e che «quindi non si prendano posizioni radicali contro l’uno o contro l’altro», dice ad Avvenire il cardinale. Perché in un modo o in un altro «la Russia andrà coinvolta». Il cardinale Parolin a Kiev con i parrocchiani cattolici della chiesa di San Nicola - GambassiEquilibrio che non è equidistanza. Anzi, nel suo viaggio in terra ucraina Parolin ha portato l’«abbraccio paterno» del Papa che il porporato ha tradotto in preghiera invocando il «miracolo della tanto desiderata pace» davanti alla Madonna di Berdychiv; in prossimità alla gente di due “luoghi-simbolo” della brutalità della guerra che ha visitato: Odessa, città che sperimenta l’accanimento dei bombardamenti russi, e l’ospedale pediatrico di Kiev devastato due settimane fa da un missile; e in colloqui politici perché «il compito della Santa Sede è quello di cercare di accendere qualche piccola luce», sottolinea riprendendo l’aforisma della candela e del buio. Colloqui che ieri il segretario di Stato ha avuto con il presidente Volodymyr Zelensky e lunedì con il primo ministro Denys Shmyhal e il presidente del Parlamento, Ruslan Stefanchuk. Ad accompagnarlo il nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, che ha sempre tenuto aperta a Kiev la rappresentanza pontificia nei due anni e mezzo di conflitto – unica ambasciata a non chiudere mai – e che nell’incontro del cardinale con il Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose ha ricevuto il plauso dei leader di tutte le denominazioni.Il cardinale Parolin a Odessa con una famiglia greco-cattolica - GambassiEminenza, che cosa segna il barometro della guerra? Nei resoconti ufficiali degli incontri che lei ha avuto, viene elogiata la presenza vaticana al vertice di pace promosso dall’Ucraina in Svizzera a giugno.Mi pare che siamo ancora lontani da una soluzione negoziata. C’è la piattaforma di pace del presidente Zelensky che, come Santa Sede, abbiamo appoggiato fin dall’inizio, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto umanitario. Nel senso che ci pare un tentativo di pace, pur consapevoli della sua debolezza che sta nel fatto di non aver coinvolto la Russia. Si tratta di un piano che può aiutare. Però non basta. Spero si possano trovare altre formule che consentano qualche spiraglio. Il cardinale Parolin nell'ospedale pediatrico di Kiev bombardato l'8 luglio 2024 - GambassiEppure lo stesso Zelensky ha annunciato che potrebbe invitare Mosca alla prossima conferenza internazionale.È positivo da parte ucraina. Tuttavia non so se la Russia si lascerà coinvolgere attraverso questa formula. Mi sembra che alcune reazioni siano state piuttosto negative. Ma ai tavoli la Russia non può non esserci. Comunque, al di là della piattaforma in se stessa, il fatto che il presidente Zelensky riconosca come sia necessaria la partecipazione della Russia lo considero un passo in avanti.I comunicati sui suoi incontri istituzionali lasciano trapelare una nuova sintonia con la Santa Sede. Siamo passati dalla frase choc di Zelensky dopo l’incontro con il Papa nel maggio 2023 – «Non ci interessano mediatori» – ai ringraziamenti ripetuti al Pontefice, a lei, al cardinale Matteo Zuppi, alla Chiesa per il «supporto» all’Ucraina. C’è stato un cambio di passo nelle relazioni fra lo Stato ucraino e la Santa Sede negli ultimi mesi?Anch’io ho percepito questo clima diverso. Ritengo che sia stato costruito un rapporto di maggiore fiducia e comprensione. Il che non toglie nulla alla posizione della Santa Sede che è sempre quella di offrirsi come spazio di mediazione e di dialogo. Una posizione che richiede di essere molto equilibrati. È quanto ha sempre fatto il Papa. Il cardinale Parolin a Odessa nella Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione bombardata un anno fa - GambassiOggi in Occidente parlare di Ucraina significa riferirsi per lo più alle armi da inviare. La diplomazia è la grande assente in questo scenario?Certamente la diplomazia ha segnato un po’ il passo. Non ha saputo fornire soluzioni. E infatti, purtroppo, dopo oltre due anni la guerra continua. In ogni modo almeno da parte della Santa Sede la diplomazia si muove. Non abbiamo ulteriori armi. Del resto la nostra diplomazia è sempre stata una diplomazia della pace e non ha altra ragione di essere se non quella di aiutare a recuperare la pace là dove si sia perduta e a prevenire i conflitti. Così va letta anche la missione del cardinale Zuppi che è stato sia qui a Kiev, sia a Mosca, Washington e Pechino per coinvolgere la comunità internazionale nel porre fine alla guerra. Nel frattempo c’è chi aspetta certe scadenze politiche. Ma intanto la gente muore. Perciò dico che vanno intensificati gli sforzi. E serve fare di più già da adesso.Sia nell’incontro con Zelensky, sia negli altri colloqui sono tornati alcuni temi.Anzitutto, la ricerca di una pace giusta e duratura su cui siamo impegnati: e nei diversi tavoli ci siamo confrontati su come la Santa Sede possa contribuire a questo scopo. Poi il meccanismo per il rimpatrio dei bambini ucraini dalla Russia che è stato avviato con il cardinale Zuppi. E ancora lo scambio dei prigionieri di guerra a cui collaboriamo fattivamente.Il cardinale Parolin in visita al porto di Odessa; alle sue spalle un albergo colpito da due missili russi - Amministrazione regionale di OdessaPrigionieri di guerra e ragazzi “rubati” sono al centro dell’azione della Santa Sede. Sono due dei pochi canali aperti fra Kiev e Mosca? È vero che il meccanismo per la restituzione dei bambini permette un dialogo. Come anche la questione dei prigionieri. Sono segni di speranza. Ecco perché la Santa Sede si muove sul fronte umanitario: se, da un lato, esso è un ambito che è proprio della sua missione, dall’altro auspica che tutto ciò permetta di compiere ulteriori progressi sul piano della risoluzione del conflitto. In ogni caso occorre la buona volontà da parte di tutti. E tutti sono chiamati a sentirsi responsabili nella costruzione della pace.Che cosa porta a casa dalla sua visita in Ucraina?Anzitutto va tenuta alta l’attenzione della comunità internazionale su questa guerra in Europa. Non possiamo permetterci che diventi un altro conflitto dimenticato. Quindi serve proseguire a sostenere l’Ucraina dal punto di vista umanitario. E poi bisogna essere creativi per trovare formule che favoriscano l’avvio di cammini di pace. Il cardinale Parolin a Berdychiv con una mamma ucraina che ha perso il figlio in guerra - GambassiHa toccato con mano il dolore della gente. Quale messaggio consegnerà al Papa?Sono rimasto colpito dalle madri che hanno perso i loro figli di 25 o 30 anni. E dai tantissimi morti: in molti casi i cadaveri non sono stati neppure recuperati. Anche su questo dobbiamo lavorare: è un dovere umano e cristiano. Poi ci sono i feriti, i mutilati, gli invalidi. Un conflitto lascia tracce nefaste nel corpo della società che avranno bisogno di tempo per essere sanate. Ciò testimonia come la guerra sia sempre una sconfitta, ci ripete papa Francesco, e non possa mai essere usata come strumento per risolvere i problemi.
Riti esoterici e magia contro il socio in affari: arrestatoNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 602
Valanga nel bellunese: morta la sciatrice coinvolta
Alessia Dicuonzo muore a 23 anni otto mesi dopo l'incidenteBimbo morto a 6 anni sulla minimoto: padre condannato a 4 mesi
Rissa in un locale ad Arezzo: denunciati 6 giovaniScompare nel nulla: scheletro ritrovato dopo un anno vicino a casa
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 587Operaio muore investito da un furgone mentre va al lavoro: lascia 3 figli
Iran, le minacce del Governo contro i cittadini che si ribellano al sistema: le storieArrestato a Reggio Emilia ladro di appartamento ricercato in tutta EuropaUrtato da un trattore: muore dipendente di un'azienda agricolaIncendio in un palazzo storico a Milano: edificio evacuato in via Manzoni
Bimbo morto a 6 anni sulla minimoto: padre condannato a 4 mesi
Sul pullman con un coltello, l'autista finge un guasto e lo fa arrestare
Non risponde al telefono: 31enne trovata morta in bagnoDoppio incidente sulla A14: interviene l'elisoccorsoPrevisioni meteo di gennaio: freddo e temperature invernaliVanno al lavoro ed abbandonano la figlia di 5 anni per ore
Padre dona polmone a figlio di 5 anni: è il primo trapianto da donatore vivoCaso Emanuela Orlandi, il fratello di Elisa Claps: "Scettico su inchiesta Vaticano"Incidente d'auto mentre torna dal lavoro: 37enne morto a pochi metri da casaMorto d'infarto il direttore dell'Ospedale San Martino: aveva 59 anni