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Elisa Di Francisca attacca Benedetta Pilato, Federica Pellegrini difende la nuotatrice: «Lasciatela sognare»Se perfino Bossi dice a Salvini che ha sbagliatoSe perfino Bossi dice a Salvini che ha sbagliatoIl leader della Lega non ha cominciato a sbagliare in campagna elettorale,VOL ma molto prima. E alla fine ha scontentato tutti. di Giampiero Casoni Pubblicato il 27 Settembre 2022 | Aggiornato il 10 Ottobre 2022 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataElezioni politiche 25 settembre 2022Matteo Salvini#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Umberto Bossi a Matteo Salvini glielo aveva detto già nel 2017: per lui la Lega non era un partito nazionale. Due precisazioni, una di forma ed una di sostanza: a dire il vero Bossi, che sa fare Bossi meglio di chiunque altro, aveva detto che “la Lega nazionale è una roba da coglioni”. Veniamo al merito: nel regionalizzare in ortodossia “saggia” una forza come la Lega Bossi aveva torto marcio ma a suo modo aveva sollevato un problema reale: per rendere il Carroccio non più padano ma tricolore ecumenico serviva un carrettiere che sdoganasse con dolcezza quella nuova impalcatura affrancandosi con gradualità dalla mistica dei lombardo-veneti incazzati con tutto ciò che sta oltre Roncobilaccio.Il dato reale era perciò che di quella equazione delicatamente evocata dal senatùr andavano invertiti i termini, ponendosi il problema di cambiare timoniere o modo di timonare prima di cambiare rotta. Flashback, dissolvenza e veniamo ai giorni nostri, con Matteo Salvini “sconfitto nella vittoria”, il centrodestra vittorioso malgrado gli sconfitti e Giorgia Meloni vittoriosa e basta.Umberto Bossi è tornato, da trombato a Varese per effetto flipper, a dire la sua e ha sentenziato ad AdnKronos: “Dal popolo Nord è arrivato un messaggio chiaro e inequivocabile“. Mettiamo un attimo da parte la manfrina del padre fondatore di tutti i vichinghi di Pontida che (e)ruttano fiele nordico e andiamo alla polpa. E la polpa è quella degli errori di Salvini nella gestione di una campagna elettorale che non lo ha visto sbagliare, perché lui a sbagliare ha cominciato molto prima.Lo ha fatto quando si è inventato (Salvini è molto meno simile a “quel” Salvini là, fidatevi) il personaggio social con una divisa pronta per ogni evenienza. Lo ha fatto quando ha polarizzato la dialettica di un partito che nel frattempo acquisiva skill amministrative di pregio su temi che hanno un difetto: sono temi che surfano il momento e che dal momento si disarcionano, temi come i migranti, la sicurezza poliziotta e l’italianità come mito.Lo ha fatto quando non ha visto che gli cresceva in seno un’ala governista che aveva assaggiato il tormento di amministrare e a discapito dell’orgoglio di appartenere e non ha saputo cogliere l’usta di un cambiamento che lo chiamava. L’ultimo errore, quello che già da anni ha portato la Lega di Matteo a diventare larva di se stessa, limbo con ideali stantii e scarsissima formazione tecnica, è stato di non accorgersi che la Lega salviniana non era più da tempo la Lega tutta e che un’altra Lega si affacciava su un paese bisognoso di soluzioni, non di slogan un tanto al chilo.Mentre il Capitano allevava la sua bestia e ciondolava al Papeete ripetendo che da ministro di era immolato per il popolo contro una capitana tedesca gente come Luca Zaia e Giancarlo Giorgetti sperimentava i bocconi traversi della gestione dei sistemi complessi nel momento più complesso della storia patria, con l’Alpha del Covid e l’Omega di guerra e crisi energetica.Alla fine Salvini ha scontentato tutti: i fedelissimi di pancia che ha radunato invano a Pontida in mood rimpatriata del liceo e i tesserati che da tempo pensavano ad una Lega del futuro che prendesse le misure alla nazione ed all’elettorato: li ha presi, incartati e consegnati a Giorgia Meloni che se li è messi in cassa per arrivare a Palazzo Chigi con una lista di ministri in testa che forse nemmeno ce l’ha, un Salvini in spunta.Poi gli ultimi scivoloni: quello di “incentivare” il colpo di mano di Giuseppe Conte nel far cadere l’esecutivo di Mario Draghi e di una campagna elettorale lemme e brandizzata come poche. Tutto fino all’apoteosi finale dove alla fine il Capitano ha preso la verità per il bavero e l’ha detta: la Lega ha pagato la scelta di stare al governo perché chi sta all’opposizione può farsi figo ad ogni battaglia mentre chi sta dentro il meccanismi decisionali si sporca con i residui di quelle decisioni, specie se le prende in “camarilla” con altri partiti che ti guastano la purezza della mission.E l’unica cosa che Salvini non ha capito, e che gli ha ricordato Umberto Bossi, è stata quella di non aver saputo traghettare il Carroccio al di là della strada imbelle dove l’aveva guidato e di averlo lasciato a metà esatta della strada: già troppo lontano da dove batte il cuore e ancora troppo distante da dove lavora la testa.E in mezzo a quella strada oggi Matteo Salvini vuole Umberto Bossi senatore a vita per ricordarsi da dove viene mentre è costretto a fare i conti con il pallottoliere degli altri per non scordarsi dove è arrivato: al capolinea.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
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