File not found
Economista Italiano

Chi è Silvana Stanco, medaglia d'argento nel trap e Italia fa 13

Allarme poliomielite, virus nell'acqua: "Gaza bomba biologica"Corridonia, dramma nel giorno di Pasqua: anziano uccide la moglie malata e tenta il suicidioPrecipitano dallo Spigolo Comici, morti due alpinisti

post image

Sparano da scooter contro un'auto per rubare un orologio, feriti i due a bordo: uno è gravissimoNel trentennale di Mani pulite,Campanella il magistrato del pool milanese è stato rinviato a giudizio a Brescia. La vicenda giudiziaria nasce dal passaggio dei verbali in cui Amara racconta dell’esistenza della presunta Loggia Ungheria, coperti da segreto istruttorio. I documenti sono stati dati da Storari a Davigo, il quale poi li avrebbe portati alla conoscenza dell’ufficio di presidenza del Csm Esattamente trent’anni dopo Mani pulite, il magistrato del pool di Milano ed ex consigliere del Csm oggi in pensione, Piercamillo Davigo, è stato rinviato a giudizio. L’ipotesi di reato è rivelazione di segreto d’ufficio e il processo è solo uno dei tanti rivoli d’indagine che hanno avuto origine dalle dichiarazioni dell’ex consulente esterno di Eni, Piero Amara, terremotando la procura milanese. Il processo all’ex magistrato inizierà a Brescia il 20 aprile e l’accusa è di aver illegalmente divulgato i verbali di interrogatorio di Amara. I documenti coperti da segreto gli erano stati consegnati in formato word dal pm Paolo Storari, anche lui indagato per lo stesso reato in un processo parallelo in rito abbreviato con decisione sul rinvio a giudizio fissata per il 7 marzo. Storari, infatti, aveva chiesto consiglio a Davigo e gli aveva dato i verbali, che contenevano il racconto sull’esistenza della presunta loggia Ungheria. Il magistrato milanese, infatti, era in disaccordo con i colleghi dell’ufficio nella gestione dell’inchiesta e, informando un componente del Csm, riteneva di agire in «autotutela» di fronte a quella che lui riteneva un’inerzia della sua procura, che tardava a iscrivere le notizie di reato.  Davigo a sua volta avrebbe violato «i doveri inerenti alle proprie funzioni» e abusato «della sua qualità di componente del Csm», perchè «pur avendo l'obbligo giuridico ed istituzionale di impedirne l'ulteriore diffusione» avrebbe rivelato il contenuto ad altre persone, tra cui tra cui i membri dell’ufficio di presidenza del Csm, il procuratore generale di Cassazione Giovanni Salvi e anche il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. La verità di Davigo Il dottor Sottile non era presente in aula perchè impegnato a Pisa a un convengo per il trentennale di Mani pulite, ma è deciso a far valere la sua verità in dibattimento: «Il dottor Davigo si difenderà fortemente», ha detto il suo legale. Soprattutto, è deciso a farlo in modo pubblico. La settimana scorsa aveva chiesto, senza successo, che l’udienza preliminare durante la quale si è fatto interrogare per oltre tre ore si svolgesse a porte aperte. Ora, invece, ha scelto il rito ordinario e dunque le udienze saranno pubbliche. La linea difensiva è sempre la stessa: ribadire la correttezza del suo operato e, come hanno sottolineato i suoi difensori, evidenziare la «la contraddizione del capo d'imputazione». Secondo l’avvocato Francesco Borsai,infatti, «lascia perplessi come come Davigo abbia potuto compiere il reato di rivelazione di segreto d'ufficio mostrando i verbali secretati dell'avvocato Piero Amara al vicepresidente del Csm David Ermini». Il punto sempre sostenuto da Davigo è appunto che il segreto istruttorio non sia opponibile ai membri del Consiglio. Questo nuovo capitolo è solo l’ennesimo dello scontro che ha messo gli uni contro gli altri i magistrati della procura di Milano e i membri del Csm. La storia è complicata e affonda in una vicenda come quella dell’esistenza della loggia Ungheria, che ha ancora moltissimi punti oscuri e in cui si accavallano versioni discordanti. Da una parte Storari e Davigo, convinti di aver agito nei limiti della legalità e contro l’inerzia della procura di Milano; dall’altra i vertici dell’ufficio guidato da Francesco Greco (il pm più giovane del pool di Mani pulite) con i suoi sostituti, che invece difendono la gestione del pentito e la tempistica dell’apertura del fascicolo, infine avvenuta. Sempre a Brescia, però, pende un’indagine parallela a carico dei sostituti Fabio De Pasquale, Laura Pedio e Sergio Spadaro, indagati per omissione d’atti d’ufficio per il mancato deposito di un video nel processo Eni, in cui Amara era teste chiave e nell’ambito del quale ha reso gli interrogatori sulla loggia. Il filone romano Un terzo polo, invece, sono i riverberi romani della vicenda: come si sono mossi i consiglieri del Csm messi al corrente dei verbali da Davigo e in che modo la esistenza dei verbali è stata resa pubblica. Nei procedimenti contro Storari e Davigo, infatti, si è costituito parte civile il consigliere del Csm Sebastiano Ardita. I verbali che contenevano anche il suo nome tra i presunti affiliati alla loggia sono stati trafugati dallo studio di Davigo e poi inviati ad alcune testate giornalistiche e al consigliere del Csm Nino Di Matteo. Lui ne ha dato pubblica notizia durante un plenum del Csm, citando le informazioni considerate diffamatorie contenute nei confronti di Ardita ma «senza le condotte illecite compiute dai due imputati, Ardita non avrebbe subìto la massiva infamante divulgazione di quelle informazioni riservate», ha detto l’avvocato Fabio Repici, che difende Ardita.  L’intreccio è fitto e ancora ingarbugliato: non esiste verità processuale sull’esistenza o meno della presunta loggia; non si sa ancora con certezza quante persone fossero al corrente dell’esistenza dei verbali segreti e non è chiaro nemmeno se l’iniziativa di Davigo sia servita a far muovere i vertici del Csm perchè Milano procedesse alle iscrizioni delle notizie di reato. Molte inchieste, tuttavia, sono in corso in tutta Italia, in base alla competenza e a seconda dei vari filoni: sicuramente a Roma, Milano, Perugia, Brescia e Firenze. La coincidenza storica del rinvio a giudizio di Davigo nello stesso giorno in cui venne arrestato Mario Chiesa, tuttavia, chiama un parallelismo. Nel 1992 a Milano nasceva il mito del pool di magistrati che con l’inchiesta Mani pulite hanno contribuito al crollo della prima repubblica. Nel 2022 un’altra inchiesta milanese sta contribuendo ad allargare la crisi della magistratura, ma ha anche messo in crisi la procura di Milano e uno contro l’altro i magistrati che trent’anni fa lavoravano fianco a fianco. La posizione di Storari Nell’avviso di conclusione delle indagini del 6 ottobre scorso, la procura di Brescia ha scritto che Storari ha agito «al di fuori di ogni procedura formale, per lamentare presunti contrasti», e che tale comportamento sia avvenuto «in assenza di una ragione d'ufficio che autorizzasse il disvelamento del contenuto di atti coperti dal segreto investigativo e senza investire i competenti organi istituzionali deputati alla vigilanza sull'attività degli uffici giudiziari». Al termine dell’udienza, il pm ha chiesto la condanna a sei mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio. Storari, invece, ha sostenuto di aver agito per autotutelarsi, vista l’inerzia dell’ufficio di procura nel procedere alle iscrizioni ma sul rinvio a giudizio si deciderà nella prossima udienza, il 7 marzo. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.

Pausa di riflessione per re Carlo, perché è andato da solo nel castello amato dalla nonnaParigi 2024, nuotatrice-turista cacciata dalle Olimpiadi: vietato vedere la Torre Eiffel

Barca contro una briccola a Venezia: un morto e un ferito grave

Post contro Meloni "mamma dei fascisti", bufera su autore RaiNel mondo una adolescente su 4 subisce violenza da parte del partner

Papà dimentica figlia in auto, morta bimba di 1 annoParigi 2024, Israele: "Iran prepara attentati alle Olimpiadi"

Terremoto a l'Aquila, morte di Ilaria Rambaldi: ancora una sentenza choc

Incidente mortale nella Bergamasca, una vittima a Calusco d'AddaUcraina, news oggi: e versa a Kiev 1,5 miliardi da asset Russia

Ryan Reynold
Padova, mamma e bimbo sequestrati: uomo arrestato dopo 100 km di fugaParigi 2024, Malagò contro gli arbitri di scherma e Macchi li assolveTrasporti estate 2024, Italia in tilt: mappa disservizi e top 5 regioni 'nere'

Economista Italiano

  1. McDonald's apre nuovo ristorante e cerca personale, ecco dove: come fare domandaRagno violino, carabiniere 52enne morto per un morso a PalermoRenzi, per i genitori una condanna e un'assoluzione: la sentenzaFnm, nasce Academy del gruppo per migliorare conoscenze su trasporti e mobilità

    ETF
    1. Autista Ncc aggredito a bastonate da tassista in aeroporto Malpensa

      1. avatarConiugi uccisi in casa a Fano, il figlio ha confessato: fermatoCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

        Influencer come agenti di commercio? Le associazioni dicono 'no' a Enasarco

  2. avatarIl kefir. Buono, buonissimo… ma non per tuttiCampanella

    Sainz, l'addio alla Ferrari e il nuovo team: alla Williams dal 2025Roma, alle Terme di Caracalla serata di solidarietà con la Banda della Polizia di Stato - DirettaAdescato online, viene sequestrato per ore e rapinato: aggressione omofoba a Reggio CalabriaCuore, rigenerarlo dopo l'infarto: Italia guida progetto Ue

  3. avatarPerugia, Scoccia chiude campagna elettorale al Barton Parkinvestimenti

    Parigi 2024, Macchi argento nel fioretto: oro svanisce al VarOmicidi, estorsione e droga a Vibo Valentia, scatta maxi blitzViolentata per ore vicino alla stazione di PisaIl delitto di Saman Abbas - Tgcom24

Francesca Deidda uccisa con un colpo alla fronte, cosa dice l'autopsia

Parigi 2024, Salvini e Fratelli d'Italia: "Cerimonia blasfema, sembrava gay pride"Medio Oriente, Meloni sente presidente Iran: "Evitare escalation e riaprire dialogo"*