Tasse, le nuove scadenze previste nel 2020Coronavirus, tetto al reddito per il bonus autonomi da 800 euroIl coronavirus ha aperto una crisi nel mercato del lavoro
Eurogruppo, nessun accordo sul Mes e sui CoronabondMario Lan Fisco,VOL dopo lo slittamento al 20 settembre per il versamento della quinta rata (originariamente fissata per il 5 agosto) il Governo, in vista della legge di Bilancio, prepara un passo doppio per correggere la rotta della Rottamazione quater delle cartelle esattoriali.Rottamazione cartelle esattoriali: cosa cambieràLo riferisce Il Messaggero, sottolineando che "la sanatoria, dalla quale ci si attende un incasso di 12 miliardi, e che è stata messa sul tavolo per consentire ai contribuenti morosi (in ballo sono 3,8 milioni) di regolare le cartelle esattoriali onorando tutto il debito ma godendo della cancellazione delle sanzioni e, in qualche caso, anche degli interessi, ha bisogno di una manutenzione". In particolare, secondo il quotidiano, il Governo Meloni, che ha fatto slittare di 45 giorni la quinta rata concedendo così agli interessati un mese a mezzo aggiuntivo per passare alla cassa, adesso starebbe studiando un duplice nuovo intervento, ovvero "il recupero dei contribuenti che hanno saltato l'appuntamento con i precedenti versamenti (e che ora, per legge, saranno costretti a versare tutti i debiti fiscali senza alcuna dilazione o sconto) e una estensione della Rottamazione quater anche alle cartelle di pagamento maturate nel corso del 2023, escluse dalla norma, che attualmente copre il periodo compreso tra il 2000 e giugno 2022". In attesa di queste novità il quotidiano ricorda che l'attuale impianto del provvedimento prevede un versamento unico dei debiti (privi di interessi) oppure in un numero massimo di 18 rate (5 anni) consecutive, di cui le prime due, con scadenza, come ricordato, il 31 ottobre e il 30 novembre 2023. Le restanti rate, ripartite nei successivi 4 anni, andavano saldate il 28 febbraio e il 31 maggio scorso. Le restanti il 20 settembre e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2025. La prima e la seconda rata erano di entità pari al 10% della somme complessivamente dovute a titolo di definizione agevolata, le restanti rate invece saranno di pari importo. Ultimo aggiornamento: Domenica 4 Agosto 2024, 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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