Unipol: utile semestre a 555mln, raccolta sale del 10% a 8,2mldFondali marini italiani, ecco quali sono quelli più suggestivi da esplorare | Wired ItaliaUcraina, manifestante picchiato brutalmente dai soldati russi a Kherson
Papa Francesco andrà in viaggio a Kiev? La risposta del Vaticano dopo la telefonata di ZelenskyÈ stato il selezionatore della Nazionale che vinse in casa il controverso Mundial del ‘78,analisi tecnica senza convocare il 18enne Maradona. Bello, encantador e atorrante, seduto al suo solito caffè del centro sembrava l’incarnazione perfetta de L’uomo che sta solo e aspetta, primo saggio del ‘900 sull’argentinità, la bibbia dello spirito della Parigi del Sudamerica, dove gli occhi di tutti gli argentini si assomigliano per lo stato d’animo che trasmettonoPer quanto il più delle volte non dipenda da noi, ci sono giorni e giorni per chiedere il conto e alzarsi dal tavolo. Il Flaco, con quel nome da fumetto di Fontanarrosa, il nome con cui da queste parti un vecchio può riprendere un giovane per strada (que hacés, flaco?) ha lasciato Buenos Aires in una domenica immobile d’autunno, grigia ma non fredda, brumosa come sanno essere certe domeniche di Baires. Con quella pioviggine detta garúa che scende leggera e obliqua, facendovi alzare il bavero e incassare la testa tra le spalle: no moja pero jode, dicono i vecchi portegni, non bagna ma infastidisce. Que te garue finito, si dicono per strada, per augurarsi bonariamente mala suerte. Que te sea leve, si rispondono scaramantici: che ti sia lieve, la terra.Garúa, tristezza, perfino il cielo s’è messo a piangere, dice il tango musicato dal bandoneonista Anibal Troilo, uno dei tanti emblemi della cultura popolare argentina che César Menotti incrociava nei suoi racconti, non per ostentare il suo passato, ma perché quello era il mondo che aveva saputo abitare e frequentare. Rispettato prima di tutto perché sapeva parlare, eppure assente dagli show pallonari argentini, altro sintomo di quella decenza che secondo Dante Panzeri (il Brera rioplatense) il fútbol albiceleste e i suoi dirigenti raramente hanno mostrato.Non è un caso che nel 2019 l’AFA gli affidi il coordinamento delle rappresentative nazionali: a 80 e passa anni El Flaco continuava a essere una delle rare figure integre e intere di un palazzo sempre più in bilico tra grottesco e pacchiano. L’incarico arriva dopo la nomina di Lionel Scaloni come DT: «Non lo conosco, ma se con lui ci sono Samuel, Aimar e Ayala va bene, non dicono boludeces e non vendono fumo». Nei crediti della Scaloneta c’è anche il suo nome: è lui a esigere un contratto come si deve per Scaloni, includendo i Mondiali in Qatar, quando l’AFA, per arrivare a Pochettino, lo tiene sulla corda rinnovandogli la fiducia ogni due mesi.«Nel ‘68 ero riserva nel Santos di Pelé e Clodoaldo, poi campioni del mondo in Messico, e con la Juventus di San Paolo incrociavamo gente come Rivelino e Tostão» ci disse alla vigilia dei suoi 80 anni. «Tornato in Argentina erano solo calci e botte. Presi l’Huracan nel ’71 e nel ’73 vincemmo alla grande. Mi presero alla guida della Selección perché avevamo vinto giocando bene». Se il fútbol argentino rivendica tutt’oggi quello stile di gioco definito La Nuestra – quello del secondo gol alla Francia nella finale di Doha, per intenderci – è anche grazie al lavoro e alle convinzioni del Flaco, anello di congiunzione tra l’epoca dei solisti carasucias degli anni ’60 e i giganti come Kempes, Ardiles, Passarella, trovati e cresciuti con il metodo e la pazienza poi impiegata dai Griffa, i Pekerman e i Bielsa. Come loro, Menotti ha vinto forse meno di quello che avrebbe potuto. Come loro, è difficile trovare un ex giocatore che non ne parli come un padre.Irrimediabilmente bello, encantador e atorrante, seduto al suo solito caffè del centro sembrava l’incarnazione perfetta de L’uomo che sta solo e aspetta, primo saggio del ‘900 sull’argentinità, la bibbia dello spirito della Parigi del Sudamerica, dove gli occhi di tutti gli argentini si assomigliano per lo stato d’animo che trasmettono, per la musica che li attraversa. «Cerco di scappare dalla decadenza che sento nei media, nella cultura, nelle conversazioni. Siamo un paese che si dissolve nel nulla. Non ci unisce l’amore ma lo spavento, diceva Borges» aveva riflettuto, amaro, quella volta.Uomo del ‘900, talvolta distante dai ritmi contemporanei, il Flaco era ben attento a cosa lo circondava: «Sono terribilmente sorpreso, perché da tempo sto vivendo in un paese che si sta de-culturalizzando, dove chiunque può essere presidente» dirà alla vigilia delle ultime presidenziali, suggerendo poi un esame psichiatrico per Javier Milei, definito «spaventoso, una mancanza di rispetto alla politica». EPASe n’è andato di domenica, dunque, poche ore prima della definizione del campionato argentino, vinto ai rigori dall’Estudiantes di La Plata, il club di Carlos Salvador Bilardo, suo successore sulla panchina albiceleste dopo il naufragio del Mundial ’82, quando il pallone aveva forse perso un po’ di importanza, e i giocatori della Selección apprendevano dalla stampa spagnola che le Malvinas erano un massacro. Menotti, dissero, incantato da una bionda svedese, passava i pomeriggi sulla spiaggia di Alicante invece che concentrarsi su Italia e Brasile.Ci rimarranno un altro po’ in Spagna, il Flaco e il Diego, prima di separarsi e convertirsi in passato e futuro di una Nazionale e in fondo anche di un paese. Rimanendo sempre inevitabilmente legati dall’impossibilità di raccontare l’uno senza l’altro. Ogni scrittore crea i suoi propri precursori, sosteneva Borges, nel senso che il suo lavoro modifica la nostra concezione del passato e interviene sul nostro futuro. E in fondo questo sei stato Flaco, in questo paese, un precursore. E non è poco.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo Galassi
Donne transgender ucraine respinte al confine: dovranno combattereSospesa l'Alta Velocità, caos e ritardi sulla Roma-Napoli - Notizie - Ansa.it
L'influencer canadese lascia Firenze: «Troppi turisti, non si riesce più a vivere. E c'è tanta maleducazione»
Sharon Verzeni, cosa non torna: tutti i punti oscuri dell'omicidio. «Urlava, poi una sgommata». Si cercano tracce di DnaRussia, chi protesta contro la guerra usa cartelli con gli asterischi: cosa significano
Parigi 2024, Velasco: resettiamo tutto e godiamoci la finaleChiedono di partecipare e impegnarsi, ma i giovani non trovano il loro spazio
Ucraina, Kiev: "Sequestrato convoglio umanitario a Mariupol, sono prigionieri"Ucraina, Zelensky: "Terza guerra mondiale potrebbe essere già iniziata"
Taylor Swift, l'attentatore: "Volevo fare una strage al concerto"Ruggero e Caterina, l’oro degli opposti sta sulla stessa barcaItaliano bloccato a Kiev con i suoi animali: "Circondati senza cibo né acqua da oltre 24 ore"Calafiori, Zola, Henry... I più grandi passati dalla A alla Premier ASCOLTA In The Box | Gazzetta.it
Papa Francesco andrà in viaggio a Kiev? La risposta del Vaticano dopo la telefonata di Zelensky
Spagna, Puidgemont riappare a Barcellona ma non lo riescono ad arrestare: è un fantasma – Il Tempo
Migliaia di turisti russi bloccati all'estero senza soldi dall'inizio della guerraUcraina, Zelensky: "Tempo di colloqui di pace. Mosca: "Prima testo di un trattato"«I giovani facciano risorgere la Campania»Guerra in Ucraina, Mariupol: “Migliaia di morti. Catastrofe umanitaria in corso”
Discorso di Putin allo stadio, dubbio sulla platea: "Stesso pubblico del 2021"Guerra, l'Ucraina sconfina in Russia e l'Europa approva: “Diritto a colpire anche lì” – Il TempoOlimpiadi Parigi 2024, le pagelle della Gazzetta alla giornata | Gazzetta.itNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 515