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Rita Dalla Chiesa sul caso Giulia Tramontano: "41bis per chi uccide la propria compagna"Champions,BlackRock il giorno dopoDal grande Bazar di Istanbul al mercato del LuganoL’impresa accarezzata contro il Fenerbahçe, con i suoi protagonisti consacrati e mancati, dovrebbe incrementare il lavoro e le riflessioni del direttore sportivo Carlos Da Silva e dei suoi superiori a Chicago© Ali Atmaca Massimo Solari31.07.2024 15:00Oltre ai match analyst del prossimoavversario in Europa, Partizan Belgrado (probabile) o Dinamo Kiev (stasera incampo forte del 6-2 firmato all’andata), una figura in particolare rischia divedere aumentare il proprio carico di lavoro dopo l’impresa accarezzata dal Lugano a Istanbul. No, non parliamo del tecnico Mattia Croci-Torti, ma deldirettore sportivo Carlos Da Silva. E insieme a lui, allargando il discorso aChicago, del Dipartimento chiamato a gestire il mercato.Contro il Fenerbahçe alcune pedinebianconere hanno impressionato. Pedine per altro già finite sui taccuini didiversi dirigenti e osservatori. Albian Hajdari, per fare un primo nome, haofferto una prestazione monumentale. Per averlo, la società aveva fissatol’asticella attorno ai 5 milioni di franchi. Ma alla luce di quanto visto alSükrü Saraçoglu vien da chiedersi se siano sufficienti per un elemento di talepersonalità e solidità, ancorché giovanissimo. Di certo Torino e Augsburg, sinqui in prima fila tra i potenziali acquirenti, dovrebbero essersi convinti unavolta per tutte del valore del giocatore. Come suggerito, però, la provaclamorosa di Hajdari potrebbe anche aver attivato i radar di altri club e nuovetrattative. Sarebbe sorprendente il contrario.Pure Belhadj, al proposito, è emerso sucompagni e rivali. Come la Torre di Leandro nel cuore del Bosforo e al nettodella splendida rete che per un attimo ha fatto sognare il popolo bianconero.Il tunisino è un profilo che piaceva e continuerà dunque a far parlare di sé,non da ultimo considerate le costanti convocazioni in nazionale. Più che al mercato in uscita eall’interrogativo principale che lo accompagna – giusto privarsi di alcunigioielli e incassare: ma in quale momento di un’estate carica di impegniinternazionali? – Da Silva ha tuttavia assistito a un’altra piccola lezione. Seil 4-3 dell’andata era parso un prezioso suggerimento, la seconda vittoria delFenerbahçe ha certificato definitivamente variabili e fattori decisivi. E nellaconferenza stampa post-partita, Mattia Croci-Torti ha indirettamente lanciatol’ennesimo SOS ai suoi superiori. «Edin Dzeko, a questi livelli, ha dimostratonuovamente di essere troppo per noi». Tradotto: sul piano offensivo il Lugano èancora troppo poco. «Alla fine i turchi hanno fatto la differenza in attacco»ha sintetizzato e rincarato Milton Valenzuela nella pancia dello stadio. Poi certo, con i suoi piani gara bizantinie al contempo audaci, il Crus ha confermato di poter sorprendere e complicarela vita a chiunque. Anche a José Mourinho. Ma perseverare, schierandoformazioni senza centravanti puri, prima o poi potrebbe ritorcersi contro lostaff e pure i giocatori schierati fuori ruolo. Non solo: ripetersi econvincersi che possano bastare Przybylko (che qualche limite ce l’ha) e Vladi(vicino al rientro dopo un brutto infortunio e lontano dalla piena maturità) costituisceun azzardo. Persino un errore di valutazione. Perché per competere in Europa oConference League, e al contempo giocarsi seriamente il titolo svizzero,servono determinate credenziali. Credenziali individuali, non solo collettive.Come squadra, in effetti, il Lugano hachiarito una volta di più di saper dare sostanza alle proprie ambizioni. Concoraggio, idee, onestà, qualità. Altro che il caos e i trappoloni disseminatilungo il dedalo di vicoli del grande Bazar d’Istanbul. Sfavoriti con ilFenerbahçe e però vicinissimi a sovvertire i pronostici, i bianconeri siritrovano così a indossare i panni dei favoriti nel terzo turno preliminare diEuropa League. Lo ripetiamo: quanto osservato a Istanbul vale più di ogniranking. Buon lavoro, dunque, ai match analyst di Partizan Belgrado o DinamoKiev. E buon lavoro al direttore sportivo Carlos Da Silva e a Chicago.In questo articolo: FC Lugano
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