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Lavora 2 ore e 20 minuti, ma deve ridare all'Inps 15.500 euro di pensioneLa spiaggia di Tortolì,Professore Campanella dove è avvenuto l'incidente del bambino di 9 anni - Ansa COMMENTA E CONDIVIDI Il caldo afoso, un malore improvviso, sembrava un’insolazione. All’apparenza facilmente risolvibile, specie se hai appena 26 anni. E poi un banale tuffo in mare, simile a tanti altri, già provati anche se in soli 9 anni di vita. Due situazioni “ordinarie” in questi giorni arroventati ma che si stavano trasformando in autentici drammi per una ragazza piemontese e per un bambino tedesco in vacanza in Sardegna, se non fosse stato per la perizia e la rapidità di intervento dei medici che li hanno presi in cura.Due casi di rara complessità. Il primo si è presentato ai camici bianchi dell’ospedale Molinette della Città della salute di Torino, che, con una modalità di estrema urgenza, hanno fatto ricorso alla procedura del trapianto di fegato per salvare una ragazza di Alba (Cuneo), colta da malore vicino alla sua casa di campagna, in una mattina di sole rovente. Travata incosciente dai familiari, adagiata sotto un albero, è stata portata in urgenza all’ospedale di Verduno (Cuneo): aveva una temperatura interna di 41 gradi. I medici rianimatori, diretti da Enrico Ravera, hanno intubato la giovane, raffreddandola con ghiaccio e liquidi freddi endovena. Sono riusciti così a impedire la letale progressione verso l'insufficienza multi-organo. Dal giorno successivo però la situazione del fegato è andata peggiorando verso una severa insufficienza epatica in evoluzione fulminante.Dopo un consulto con l'ospedale Molinette della Città della salute di Torino, la paziente è stata trasferita in urgenza. 12 ore dopo, vista la gravità e irreversibilità del danno epatico, il neo-direttore del dipartimento Trapianti della Città della salute di Torino, Renato Romagnoli, ha deciso di inserirla in lista d'attesa per il trapianto di fegato con livello di “priorità di super-urgenza nazionale”. Proprio in quei momenti l'équipe chirurgica del nosocomio torinese era impegnata in un prelievo d'organi in un altro ospedale piemontese, dove si è reso disponibile anche un fegato perfettamente compatibile con le necessità della ragazza. A meno di due ore dall'entrata in lista d'attesa, la giovane è stata quindi portata in sala operatoria e il trapianto, durato otto ore, è stato eseguito da Romagnoli e dalla sua équipe. A quattro giorni di distanza le condizioni della paziente sono in rapido miglioramento e si sta progressivamente risvegliando nella terapia intensiva guidata da Roberto Balagna. «Una vita salvata che conferma per l’ennesima volta l’altissimo livello dei professionisti e l’eccellente macchina organizzativa della Città della salute di Torino», ha commentato il direttore generale dell’ospedale, Giovanni La Valle.Un tuffo sfortunato mentre giocava nel mare cristallino del litorale di Porto Frailis, in Ogliastra, invece, stava per trasformare in un dramma la vacanza di un bimbo tedesco e della sua famiglia. Soltanto la prontezza dei soccorsi e la gestione del piccolo paziente da parte del Pronto soccorso dell'ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei, ha salvato il bimbo da una tetraplegia. Ora sta meglio ed è tornato nella sua casa di Brema, in Germania, assieme ai familiari.Il fatto è accaduto nei giorni scorsi nella spiaggia di Arbatax (frazione di Tortolì). Il piccolo si trovava al mare con i genitori: a causa di un tuffo, ha sbattuto il capo contro il fondale. Immediatamente immobilizzato con un collare e con un'asse spinale, è stato trasportato all'ospedale di Lanusei, dove sono state effettuate una visita neurologica e una ortopedica. Gli esami hanno riscontrato la frattura di tre vertebre cervicali all'altezza del collo. Nel salvarlo dalla paralisi ha avuto un ruolo fondamentale proprio il personale del Pronto soccorso diretto da Oreste Basso. «In questi casi è importante intervenire tempestivamente e senza errori – ha spiegato Basso –; in caso contrario, il rischio è che un danno di questa portata possa evolversi in una tetraplegia».I medici di Lanusei, attraverso un avanzato sistema di visualizzazione delle immagini a distanza, hanno avuto un consulto con i colleghi del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale “Brotzu” di Cagliari, e si è deciso di trattare il paziente a Lanusei dove è rimasto per 5 giorni. A quel punto dalla Germania è arrivato il medico della compagnia di assicurazione della famiglia, che si è occupato di riportare a casa il bambino. Un'ambulanza l'ha trasportato all'aeroporto di Olbia, da dove la famiglia ha preso un volo diretto per Francoforte. Per lui solo uno spavento e la prescrizione di portare il collare per un po’ di tempo.
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