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Pensioni, Landini: "Incontro con il Governo non positivo, serve riforma"Abbiamo due anni per finire l'impianto olimpico: ora non possiamo sbagliare Pier Bergonzi 3 febbraio - 09:30 Ciò che rimane oggi della pista di bob dismessa a Cortina Il gol è arrivato in Zona Cesarini,investimenti anzi a un niente dal tempo scaduto. La pista di bob per i Giochi del 2026 si farà a Cortina. La decisione ha fatto un lungo giro per tornare lì dove eravamo partiti. E alla fine ci evita una figuraccia internazionale. In oltre un secolo di Olimpiadi invernali non era mai successo che alcune medaglie venissero assegnate fuori dai confini del Paese organizzatore. Essere i primi non sarebbe stato motivo d’orgoglio. E così, grazie all’accordo sottoscritto ieri dalla Simico (società infrastrutture Milano-Cortina) e l’impresa Pizzarotti di Parma si torna al Masterplan con il quale l’Italia ha vinto la gara di assegnazione che prevedeva proprio il rinnovo della leggendaria pista “Eugenio Monti”. Sì, ma eravamo nel giugno del 2019... le complicazioni— Da allora il progetto è entrato e uscito dalla porta principale parecchie volte. Era rispuntata la candidatura di Cesana, mentre il Cio (e non solo) faceva il tifo per una soluzione straniera come Saint Moritz, in Svizzera, o Igls, in Austria. Il governo (in particolare il ministro dello sport Abodi) si è speso per trovare una soluzione “italiana” e l’ha trovata ad un passo dalla sirena del tempo massimo. Sembra, questa, una caratteristica tutta italiana. Dobbiamo complicarci la vita per vincere ai rigori con l’adrenalina dell’ultimo secondo. A rileggere bene la storia di questa Olimpiade, andò così anche per l’assegnazione. Nel settembre del 2018 la nostra candidatura, che inizialmente era a tre: Cortina, Milano e Torino, era tramontata per mancata sintonia. Giancarlo Giorgetti, allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, aveva praticamente data per morta la nostra candidatura in occasione di un incontro della Commissione Salute e Sport, quando una dichiarazione congiunta dei presidenti di Lombardia (Attilio Fontana) e Veneto (Luca Zaia) lo convinsero a riaprire i Giochi. Giorgetti e il governo diedero fiducia al tandem Milano-Cortina che nel giugno del 2019 vinse lo “spareggio” con Stoccolma. la battuta— Ieri, lo stesso Giorgetti, ora ministro dell’economia, ha detto. "Incomincio a essere pentito di aver promosso l’evento...", ha poi precisato che si trattava di una battuta che voleva essere uno stimolo a due anni dai Giochi e ha confermato che la firma dell’appalto per la pista di bob è una buona notizia. Ora, tutti sappiamo che lo scherzo, a volte, è il miglior modo per dire delle verità scomode. E anche noi pensiamo che il Paese non debba pentirsi. Martedì saranno esattamente 2 anni dalla cerimonia inaugurale prevista nello stadio di San Siro. Leggi anche Olimpiadi, ok ufficiale ai lavori per la pista di bob, skeleton e slittino a Cortina Longarone: così il calcio riportò la vita dopo il Vajont il mondo ci guarda— La pista di bob, secondo il calendario dei lavori concordato con l’impresa Pizzarotti dovrebbe essere collaudata nel marzo 2025 e completata entro il gennaio 2026, ma se dovessero esserci dei ritardi si ricorrerebbe ad un piano B (pista esistente all’estero). Ecco questo non deve davvero accadere. Non vorremmo pentirci delle “nostre” Olimpiadi. Il mondo ci guarda, non possiamo essere quelli che in due anni, dopo per girato intorno al problema anche per troppo tempo, non siamo in grado di costruire una pista di bob! Olimpiadi Invernali: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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