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Ucraina, Kiev: "Ungheria sapeva dell'invasione". Blinken: "Retorica di Lavrov vile e pericolosa"

Bimbo abusato, ucciso e gettato nel fiume: condannati madre, patrigno e un 14enneUcraina, resistenza di Mariupol con le ore contate. Kadyrov: "Oggi Azovstal in mano ai russi"Il deputato Neil Parish si dimette dopo aver guardato video porno in aula: "Un momento di follia"

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Cedric McMillan, bodybuilder morto a 44 anni: infarto mentre si allenava sul tapis roulantCare lettrici,trading a breve termine cari lettorila settimana si è aperta con la tragica conclusione del femminicidio di Giulia Cecchettin, che ha riportato al centro del dibattito pubblico la questione della violenza di genere.E’ un dibattito che interroga tutti e tutte e senza risposte precostituite: non basta la punizione, ma la prevenzione mette le istituzioni e i singoli davanti alla difficoltà di comprendere un fenomeno che ha connotati sociali e culturali ancora radicati e di sistema. Domani, 25 novembre, è la giornata internazionale contro la violenza di genere: interroghiamoci tutti e non rimaniamo in silenzio davanti alle violenze, grandi e piccole. Per chi volesse rileggerlo, nelle scorse settimane avevo approfondito le passi dei singoli tribunali in materia di prevenzione alla violenza di genere, per capire i limiti del Codice rosso.Su questo è intervenuta anche l’avvocata Maria Masi, prima donna presidente del Consiglio nazionale forense.Oggi, inoltre, ho intervistato il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri, sul palco dell’evento “L’Europa di Domani” organizzato dal nostro giornale. Qui trovate la diretta video per recuperare il dibattito.Infine, l’avvocato Ezio Menzione interviene con una analisi critica della sentenza della Consulta sul caso Regeni.Questa è la settimana del Black Friday e, con l'occasione, Domani offre condizioni molto vantaggiose per abbonarsi: gli abbonati sono il cuore del nostro progetto e il motore che ci permette di produrre contenuti esclusivi come questa newsletter, oltre che finanziare inchieste e fare informazione libera. Se vi piace il nostro giornalismo, questa è l'occasione giusta per entrare nella comunità degli abbonati!Violenza di genere: il ministero e il CsmL’Osservatorio permanente sull’efficacia delle norme in tema di violenza di genere ha prodotto un formulario, per far emergere le buone pratiche organizzative e le esigenze degli uffici giudiziari rispetto alla gestione dei procedimenti per reati di violenza di genere e domestica. Il formulario verrà inviato a tutte le Procure della Repubblica presso i Tribunali.Si tratta di una iniziativa congiunta del ministero della Giustizia e del Csm, con l’obiettivo di una migliore conoscenza delle esigenze in concreto avvertite dagli uffici giudiziari e delle prassi virtuose sperimentate nel settore della tutela delle vittime.Area e Md sulla violenza di genereSecondo il gruppo progressista di Area è intervenuto nel dibattito sulla violenza di genere, scrivendo che «non basta che l’intera magistratura si senta e stia in prima fila per contrastare questa deriva. Sono necessari investimenti nelle agenzieeducative, è necessario educare gli uomini al rispetto delle donne fin da bambini, insegnare loro che la cultura patriarcale ed i miti machisti sono sbagliati, è necessario garantire sicurezza economica alle donne per sottrarle al ricatto in caso di denunce. È necessario che i giudici addetti alle persone, alla famiglia ed ai minori, finora negletti nel dibattito pubblico, abbiano a disposizione le risorse per cogliere e per fronteggiare i primi sintomi della sopraffazione morale e fisica».Per questo «guardiamo con preoccupazione la incertezza sul futuro del tribunale per la famiglia, le persone e la famiglia ed il rischio che si disperda la esperienza di chi finora ha svolto le funzioni minorili e tutelari».L’altro gruppo progressista, quello di Magistratura democratica, ha scritto che «l’approccio politico e legislativo alla violenza di genere, che negli ultimi dieci anni ha interamente scaricato sulla giurisdizione penale il problema della violenza, non ha funzionato, perché non può funzionare». «Con una mano si licenziano pene sempre più severe e con l’altra si rafforzano di continuo gli stereotipi patriarcali e familisti» e «altrettanto ipocrita è la “delega dell’impossibile” alla giurisdizione penale, che è di fatto stata investita di una funzione preventiva per la quale non ha gli strumenti. La giurisdizione cautelare, infatti, è stata pensata non come una vigilanza sociale diffusa, e quasi indiscriminata, su tutti i possibili contesti in cui possano maturare atti di violenza, ma per attuare forme di protezione individuale nell’ambito di situazioni in cui risulti già acclarata, secondo uno standard probatorio prossimo alla certezza necessaria per una condanna, la commissione di un reato».Le contestazioni riguardano anche le recenti riforme penali: «Tempistiche investigative sostanzialmente impossibili da rispettare e sistemi di avocazione automatica dei procedimenti che non hanno chiaramente altro fine se non fare da volano a procedimenti disciplinari per trovare capri espiatori, a chi sono utili?». Anche la magistratura «necessita di un investimento importante in termini di formazione specialistica multidisciplinare e di specializzazione degli uffici giudiziari nella materia della violenza di genere».Il Cnf sulla violenza di genereIl Consiglio nazionale forense ha deciso di ricordare il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, attraverso la costruzione di una installazione: un tunnel buio, costellato dei nomi di tutte le donne vittime di femminicidio dal 25 novembre 2022 ad oggi. E in fondo al tunnel un lampo arancione, il colore che le Nazioni Unite hanno scelto per simboleggiare la Giornata contro la violenza sulle donne.L’installazione sarà visitabile nel corso dell’intera giornata di sabato 25 novembre in piazza dell’Orologio, a Roma, di fronte alla sede del Consiglio Nazionale Forense.«Il termine femminicidio è un termine ampio, che definisce l’omicidio contro una donna non solo nel corpo, ma in diversi piani dell’esistenza, da quello sociale a quello psicologico. La Fondazione dell’Avvocatura Italiana vuole iniziare il 25 novembre un percorso ideale che conduca poi al 24 gennaio, “Giornata degli Avvocati in pericolo”, nel nome di Nasrin Sotoudeh, l’avvocata iraniana che rappresenta il volto di tutte le donne che lottano per la tutela dei diritti umani», si legge nel comunicato stampa.La richiesta dei certificati anagraficiDal 5 dicembre sarà attivo il servizio che consente agli avvocati di richiedere i certificati anagrafici direttamente da ANPR. La legge è stata pubblicata in gazzetta ufficiale il 22 novembre ed è stata frutto del lavoro del Cnf.L'avvocato, previa identificazione informatica e verifica della qualifica attraverso i sistemi di interoperabilità con l'albo messi a disposizione dal Consiglio Nazionale Forense, potrà richiedere 13 tipologie di certificati utili per le proprie finalità ad uso notifica, stragiudiziale o in giudizio. I certificati richiesti sono esenti da bollo ai sensi della normativa.Garante dei detenutiAncora non si è ufficialmente insediato e già il nuovo collegio dell’Ufficio del Garante dei detenuti incappa in una polemica.Secondo quanto scritto da Repubblica, infatti, il nuovo ufficio composto da Maurizio D’Ettore, Irma Conti e Mario Serio non hanno accolto l’invito dell’ufficio uscente – composto da Mauro Palma, Emilia Rossi e Daniela de Robert – di partecipare alle giornate di alta formazione del personale dell’Autorità, che si sono svolte a Ferrara.Il nuovo Ufficio ha replicato con una nota, spiegando che «Al contrario, la scelta nasce dall’apprezzata volontà di rispetto istituzionale non essendo ancora compiuti tutti i passaggi per giungere alla nomina del nuovo Collegio. Il  arante nazionale tuttora in carica ribadisce la propria volontà di cooperazione con chi a breve ne assumerà la responsabilità».La geografia giudiziariaIl viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, è intervenuto sulla geografia giudiziaria, spiegando che «sarà costituita una task force, alla quale intendo partecipare personalmente, per capire come rivedere i criteri. La Giustizia di prossimità è importante, non è normale che ci siano cittadini costretti a viaggiare per centinaia di chilometri per ottenere giustizia» e «lo studio che faremo dovrà essere accurato e compatibile con le risorse. Si potrebbe pensare anche a un coinvolgimento delle Regioni per affiancare i fondi del ministero».Il disegno di legge delega sul tema della riforma della geografia giudiziaria potrebbe essere presentato in Parlamento «già nelle prime settimane dell'anno 2024», ha aggiunto il sottosegretario Andrea Ostellari.Il 30 gennaio la Cassazione sui migrantiLa Cassazione ha riunito in una sola data la discussione dei ricorsi presentati nelle scorse settimane dall'avvocatura dello Stato, per conto del Viminale, contro i provvedimenti del tribunale di Catania che ha negato la convalida del trattenimento di migranti nel centro di Pozzallo. Si tratta dei provvedimenti assunti anche dalla giudice Iolanda Apostolico, che è stata al centro di molte polemiche politiche che hanno esulato dal merito dei provvedimenti da lei assunti. Con un provvedimento ad hoc i supremi giudici hanno fissato l'udienza al prossimo 30 gennaio davanti alle Sezioni unite civili. In quella data dovranno essere vagliate le dieci istanze presentate dall'Avvocatura il 25 ottobre scorso. Nel provvedimento, la prima presidente Margherita Cassano afferma che i ricorsi «sollevano una questione di massima di particolare importanza circa le condizioni che consentono il trattenimento alla frontiera del richiedente la protezione internazionale» e che ci sono elementi che presentano «aspetti di novità nel panorama giurisprudenziale, anche per il rapporto tra fonti diverse e per il necessario confronto con le pronunce della Corte di giustizia».Camere penali in agitazioneL'Unione camere penali ha deciso lo stato di agitazione contro il pacchetto sicurezza approvato dal governo, che «prosegue nella introduzione di nuove fattispecie di reato, nell'inasprimento delle pene per i reati già esistenti, nella previsione di vincoli nel giudizio sul bilanciamento delle aggravanti, nell'estensione del catalogo dei reati ostativi previsti dall'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario e della limitazione dei benefici penitenziari».Per i penalisti, «con lo schema di decreto legislativo che dovrebbe attuare le misure correttive alla riforma Cartabia del processo penale non si recepisce alcuna delle numerose proposte di modificazione già da tempo formulate in modo puntuale dall'avvocatura penale, neppure l'abrogazione dei commi 1 ter e 1 quater dell'art. 581 c.p.p., rispetto alla quale il Ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva assunto in più occasioni un preciso impegno, con un chiaro e deplorevole intento deflattivo in danno delle categorie di soggetti più deboli sottoposti a procedimento penale che, spesso privi di stabile domicilio e assistite da un difensore d'ufficio, sono poste nella condizione di non potere accedere ai successivi gradi di giudizio».Per questo viene deliberato lo stato di agitazione e l’Ucpi ha richiesto al ministro della Giustizia.Il ministro e il sorteggioIl ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha preso posizione netta sulle regole elettorali che preferirebbe per il Csm. «Sul Csm e sulle correnti, nel programma governativo c'è una mia vecchia idea: il sorteggio», ha detto, spiegando che «Quando parlo di sorteggio, parlo di un canestro formato da persone qualificatissime come magistrati già valutati quattro volte, docenti di comprovata esperienza e presidenti degli ordini delle camere penali, personalità dai quali estrarre i componenti dei due Csm. Questo permetterebbe di interrompere il legame che c'è tra elettore ed eletto. Non avete idea, quando ci sono elezioni per il Csm, le telefonate che arrivano per accaparrarsi il voto». E ha aggiunto che «sono sorteggiati i giudici popolari che ti mandano all'ergastolo, vengono sorteggiati i componenti del tribunale dei ministri e sono sorteggiati perfino i magistrati che compongono le commissioni che giudicano i futuri magistrati».Il nuovo presidente AigaCarlo Foglieni è il nuovo presidente dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati, eletto dal XXVII congresso. Bergamasco, classe 1980, succede a Francesco Paolo Perchinunno. Già Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Bergamo, Foglieni si occupa prevalentemente di diritto penale e diritto dell'ambiente. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo

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