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Sputi e insulti al banchetto della Lega di PadovaLa Catalogna ha un nuovo governoIl socialista Salvador Illa ha ottenuto la fiducia come presidente: l'accordo era stato negoziato per mesi dai Socialisti catalani e Esquerra Republicana,ETF gli indipendentisti di sinistra Condividi CondividiFacebookX (Twitter)EmailWhatsappRegala il PostSalvador Illa il 12 giugno del 2024, dopo l'annuncio della vittoria del suo partito alle elezioni regionali in Catalogna (AP Photo/Emilio Morenatti)Caricamento player Il socialista Salvador Illa ha ottenuto la fiducia come nuovo presidente del parlamento regionale della Catalogna. Illa ha ottenuto 68 voti a favore. I voti contrari sono stati 66: hanno votato contro, tra gli altri, i deputati del Partito Popolare, quelli del partito di estrema destra Vox e gli indipendentisti di Junts. I Socialisti sono dunque tornati al potere in Catalogna dopo quattordici anni. Dopo il giuramento Illa si è rivolto ai cittadini e alle cittadine: «Governerò per tutti tenendo conto della pluralità della Catalogna. Sarò al servizio di tutti voi cercando di fare le cose al meglio possibile».Giovedì mattina al parlamento della Catalogna era cominciata regolarmente intorno alle 10 la sessione d’insediamento del nuovo governo regionale, lo stesso che l’ex presidente indipendentista catalano Carles Puigdemont puntava a far saltare con il suo clamoroso ritorno. Puigdemont è infatti comparso a Barcellona proprio giovedì mattina, fuori dal parlamento regionale, nonostante sia ricercato dalla giustizia spagnola per appropriazione indebita da quando scappò dalla Spagna sette anni fa, in seguito al referendum illegale per l’indipendenza della regione.L’obiettivo del ritorno di Puigdemont era evitare che Junts, il suo partito, indipendentista e di centrodestra, restasse escluso dal governo che poi ha ricevuto la fiducia del parlamento: il nuovo governo è formato dall’altro principale partito indipendentista, Esquerra Republicana (ERC), di sinistra ed ex alleato di Junts, e dal Partito Socialista catalano, emanazione locale del Partito Socialista del primo ministro spagnolo Pedro Sánchez.Junts ed ERC avevano governato insieme in Catalogna fino all’autunno del 2022, quando avevano rotto la loro alleanza per forti contrasti (Junts accusava gli ex alleati di essere troppo inclini al compromesso con il governo centrale). Alle ultime elezioni regionali, dello scorso 12 maggio, per la prima volta dal 2003 i partiti indipendentisti non avevano ottenuto la maggioranza nel parlamento. Le elezioni erano state invece vinte dai Socialisti (PSC) dell’ex ministro della Salute, Salvador Illa.I Socialisti, da soli, non avevano abbastanza seggi (42 su una maggioranza richiesta di 68): per questo hanno cercato un’alleanza con Esquerra Republicana e con altri partiti più piccoli, tra cui la sinistra di Comuns Sumar. I negoziati sono stati molto complessi e lunghi. Alla fine hanno però portato a un accordo in cui Illa, con il benestare del governo nazionale di Sánchez, ha promesso a ERC una quasi completa autonomia fiscale: tutti i soldi delle imposte raccolti in Catalogna rimarranno nella regione, anziché essere raccolti dallo stato com’era finora.Puigdemont ha sostenuto che questo accordo di governo dovesse essere evitato perché avrebbe allontanato la possibilità dell’indipendenza della Catalogna. Il presidente uscente della Catalogna, Pere Aragonès di ERC, e diversi deputati negli scorsi giorni avevano espresso solidarietà a Puigdemont, ma avevano ribadito che avrebbero partecipato alla sessione ritenendo che il suo caso fosse un affare del Tribunale Supremo, e non del parlamento catalano.Carles Puigdemont parla ai sostenitori sotto l’Arco di Trionfo di Barcellona, l’8 agosto (EPA/ALBERTO ESTEVEZ EPA)Giovedì Illa ha cercato di fare un discorso molto conciliante. Ha detto che garantirà che la legge sull’amnistia per le azioni a favore dell’indipendenza sia applicata «a tutti» e «senza sotterfugi» perché «la Catalogna deve guardare al futuro». Il mese scorso il Tribunale Supremo spagnolo aveva negato la concessione dell’amnistia a Puigdemont, stabilendo che la legge non si applica a uno dei reati di cui è accusato lui, ossia l’appropriazione indebita di fondi pubblici.Puigdemont è tornato proprio giovedì in Catalogna convinto che il suo arresto avrebbe bloccato il voto di fiducia in parlamento (però per ora non è stato arrestato, di lui si sono perse le tracce e non è chiaro se sia ancora a Barcellona). In caso di arresto, infatti, i deputati di Junts avevano detto che si sarebbero rifiutati di partecipare alla plenaria necessaria per il voto.Nel pomeriggio Junts ha presentato una mozione per chiedere di rinviare l’insediamento «finché la situazione non tornerà alla normalità» e la seduta è stata sospesa temporaneamente per esaminare la richiesta, ma è poi ripresa dopo che Socialisti, ERC e Comuns Sumar l’hanno respinta.L’accordo tra Socialisti, ERC e Comuns Sumar vale per il solo insediamento del governo, cioè per la votazione della fiducia che gli consentirà di insediarsi, ma non copre tutta la legislatura. Tra l’altro, a livello nazionale, ERC e anche Junts (con una certa insofferenza) fanno parte della maggioranza progressista di Sánchez. Per il primo ministro spagnolo l’insediamento di Illa sarebbe una buona notizia perché darebbe modo al suo partito di provare a normalizzare la situazione in Catalogna, contenendo le residue spinte secessioniste.Il patto con Esquerra Republicana non include, infatti, la possibilità di fare un nuovo referendum d’indipendenza. Cosa che invece è considerata irrinunciabile da Junts, tanto che giovedì nel suo discorso Puigdemont ha detto: «Non ci dobbiamo far ingannare: fare un referendum non è e non sarà mai un reato». Al tempo stesso le concessioni di Illa, e quindi di Sánchez, hanno deluso alcuni importanti esponenti dei Socialisti e in parte anche alcuni dirigenti locali: sono però malumori piuttosto minoritari nel partito.La priorità assoluta, per i Socialisti, è potersi trovare a gestire l’ultima fase del procés, come viene chiamato il processo indipendentista catalano. L’obiettivo di Sánchez è portare a termine nel corso del suo terzo mandato una «riconciliazione nazionale», cominciata con la legge per l’amnistia.– Leggi anche: La polizia catalana sta cercando Carles PuigdemontTag: Carles Puigdemont-catalogna-pedro sanchez-salvador illa-spagnaMostra i commenti

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