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Roma, cavi della fibra ottica in fiamme: colonna di fumo in via TiburtinaLa testimonianzaLe Olimpiadi di Nicole,ETF volontaria ticinese nel cuore di Parigi 202425 anni da Giubiasco, è incaricata di organizzare gli spostamenti del presidente di Swiss Olympic Jürg Stahl – «Ho pochissimo tempo per le gare, ma che emozione vedere Simone Biles da vicino: ho pianto»Prisca Dindo31.07.2024 20:00Quando la raggiungiamo allo stadio nautico Vaire-sur-Marne, aveva appena fatto scendere dal taxi Jürg Stahl,il presidente di Swiss Olympic, in perfetto orario per l’inizio delle gareolimpiche di canottaggio. Nicole Gada, 25 anni, di Giubiasco, è unargento vivo. Lo si percepisce dal brio con cui risponde alla nostra intervistatelefonica. Dopo il Liceo a Bellinzona, la giovane ha frequentato l’Universitàdi Ginevra, dove ha conseguito dapprima il bachelor in comunicazionemultilingue, poi un master in traduzione. Ora le manca la tesi di un altromaster in comunicazione multilingue «ma la terminerò l’anno prossimo, perchéa fine agosto mi recherò a Washingtonper uno stage di sei mesi all’Ambasciata svizzera negli Stati Uniti» spiega la diretta interessata.Poco più di un anno fa, Nicole inviòla sua candidatura per la partecipazione come volontaria ai Giochi olimpici chesi stanno svolgendo a Parigi. «Ero sicura che per me sarebbe stata una bellaesperienza – prosegue la nostra interlocutrice –, inoltre sapevo che in questo periodonon avrei avuto molto da fare a Ginevra». Pochi mesi dopo, laconferma: la giubiaschese era stata accettata. Sotto il cappello del volontariato cisono svariate attività non remunerate nell’ambito di una Olimpiade: dalcontrollo dei pass all’accompagnamento degli spettatori alle tribune, dalservizio nelle buvette alle palline da raccogliere nei campi da tennis. «Ioero disposta a fare qualsiasi cosa, perché non capita tutti i giorni di avereuna manifestazione come le Olimpiadi a due passi da casa. Perciò, quando mi chiesero se ero d’accordo difar parte della squadra che assiste i membri dei Comitati olimpici dei vari Paesi, io risposi subito in modo affermativo». Non riesco sempre a seguire le gare perché non sono in possesso di un pass; ma è comunque entusiasmante scorgere l’emozione del pubblico, soprattutto quando vincono i francesiNicole Gada, volontaria di GiubiascoPochi mesi fa, la ticinese venneassegnata proprio a Swiss Olympic. «E per me è una vera fortuna poter seguire il Comitato olimpico del nostro Paese». Ogni giorno, Nicole accompagna il presidente Jürg Stahl nei luoghi chelui sceglie per seguire le gare; gli organizza tutti i trasporti ele coincidenze con i mezzi pubblici in una Parigi blindata. Le giornate sonointense e variegate. «Non riesco sempre a seguire le gare perché non sono inpossesso di un pass; ma è comunque entusiasmante scorgere l’emozione delpubblico, soprattutto quando vincono i francesi: allora le tribune si coloranodi blu, bianco e rosso e l’orgoglio nazionale esplode. È normale, le squadrefrancesi giocano in casa». Per Nicole, ancora, l’esperienza alleOlimpiadi di Parigi è preziosa. «Qui ho occasione di parlare più lingue, diavere contatti con tutti gli altri volontari provenienti da ogni angolo delmondo. È come vivere in un concentrato di culture e di popoli. Ad esempio, neigiorni scorsi ho conosciuto una vecchia gloria dello sport diventata pure luiun volontario. Bello sentirgli raccontare i suoi ricordi. È davvero un’esperienzaarricchente che consiglierei a tutti». L’emozione più grande, comunque, l’ha provataquando è entrata nel villaggio olimpico, dove ha incontrato in carne e ossadiverse stelle dell’olimpo sportivo che, in genere, vede soltanto in televisione. Tra loro anche alcune atlete ticinesi. In particolare, la ginnasta LenaBickel, che a Parigi harealizzato il suo record personale pur non riuscendo a centrare la finale. «E iole ho fatto i complimenti, perché ha fatto una gara fantastica». Ma ancor più sorprendente è statoseguire con i propri occhi Simone Biles, la fuoriclasse americana che hafesteggiato il suo quinto oro olimpico, tornando al successo dopo la soffertaedizione di Tokyo. «Ero tra il pubblico, non in vestedi volontaria. Simone Biles è un’atleta che seguo da tempo: la mia prima tesidi master in traduzione giuridica ruotava proprio attorno a una delle sentenzeriguardanti Larry Nassar, l’ex medico della nazionale di ginnastica statunitense cheabusò anche di lei. Quando l’ho vista vincere e ringraziare il pubblico misono venute le lacrime agli occhi». In questo articolo: Parigi 2024
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