Afghanistan, intercettati cinque missili diretti contro l’aeroporto di KabulUSA, 56enne perde le gambe per il Covid: "Sono stato stupido a non vaccinarmi"Sopravvissuti all'11 settembre, la storia di Tom Canavan: "Ce ne andremo da qui"
"Mio figlio autistico non ha amici": rispondono in 122mila, anche Russell CroweLa festa del 2 giugno e non solo mostra che c’è un pezzo del paese che si sta già mobilitando per la Costituzione. Comitati,Economista Italiano sindacati, giuristi, intellettuali, una parte del mondo cattolico. Sono l’espressione di un sentimento Abbiamo aperto questo articolo – che sarebbe stato normalmente riservato ai nostri abbonati – perché affronta un argomento importante e pensiamo che tutti debbano poterlo leggere. Per leggere tutti i nostri articoli e sostenere Domani, abbonati qui.Iscriviti alla newsletter Oggi è Domani, tutte le mattine la nostra selezione di notizie e letture per cominciare la giornataNell’Assemblea costituente Benedetto Croce invocò il “Veni Creator Spiritus”, in questi giorni le votazioni al Senato sulla riscrittura della Costituzione procedono invece tra gli strafalcioni lessicali, le risse in aula, i gestacci della ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati, già seconda carica dello stato e candidata al Quirinale. Un dibattito all’altezza, o meglio alla bassezza, del testo in discussione.Intanto nel paese si prepara, in vista del 2 giugno, una inedita Festa della Repubblica. Per citare alla rinfusa qualche iniziativa: al museo della Liberazione di via Tasso ci sarà per due giorni il Festival della memoria e della Liberazione, il 2 giugno coincide quest’anno con gli ottant’anni dalla liberazione di Roma del 4 giugno 1944, con un panel dedicato alla Costituzione con Gaetano Azzariti.Alla Città dell’altra economia la festa dell’Anpi romana “Roma libera e antifascista”. A Casa Cervi in Emilia (dove un mese fa furono aggrediti un volontario e una dipendente dell’istituto per rapinare l’incasso del 25 aprile) ci sarà una festa che si preannuncia affollatissima, con la presidente Albertina Soliani e Rosy Bindi che fu la prima, mesi fa, a lanciare l’idea di promuovere i Comitati per la Costituzione, su modello di quelli creati da Giuseppe Dossetti trent’anni fa, nel 1994.La coincidenza della festa repubblicana, degli anniversari del 1944, che per Roma fu la liberazione ma per il Centro-Nord marcò le stragi nazifasciste più efferate (Fossoli, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto), e anche dell’ultima settimana della campagna per le elezioni europee (ci sarà anche la manifestazione del Pd di Elly Schlein a Roma nel quartiere Testaccio) impatta sul rito repubblicano della festa nazionale, con una mobilitazione inedita che ha un obiettivo minimo comune. Preparare un argine a quel progetto governativo di riscrivere la Costituzione che si muove su tre gambe. ItaliaFoti (FdI): «Nessun passo indietro. Se il premierato va ko Meloni resta leader»Stefano IannacconeTre gambeLa prima è il premierato, l’elezione diretta del premier. La seconda è l’autonomia differenziata, il disfacimento del principio di solidarietà tra le regioni. La terza è la riforma della Giustizia, ieri presentata dal ministro Carlo Nordio.Ecco, mentre Giorgia Meloni sulla riforma della Costituzione che la sua maggioranza sta votando al Senato si muove tra il tradizionale «Me ne frego» e il più di nuovo conio «Chissenefrega» («Se perdo il referendum chi se ne importa, non mi dimetto»), c’è un pezzo di Italia che si sta già mobilitando in difesa della Costituzione. Comitati, sindacati (a partire dalla Cgil), giuristi, intellettuali e giornalisti (la rete È sempre 25 aprile di Massimo Giannini), una parte consistente del mondo cattolico.È l’embrione di un futuro fronte del No al referendum confermativo che scatterebbe in caso di approvazione della riforma in parlamento senza maggioranza di due terzi (in questo momento molto remota)? Per ora è qualcosa di meno, ma anche qualcosa di più. Non è un’organizzazione, e neppure un soggetto politico, ma intanto è l’espressione di un sentimento: qualcosa di cui non si può non parlare, di cui non si può tacere. CommentiPremierato e autonomia differenziata alimenteranno la corruzioneCarlo TrigiliasociologoL’intervento di SegreLa prima a rompere il silenzio è stata la senatrice a vita Liliana Segre nell’aula del Senato il 14 maggio. Con un intervento a sorpresa, tutto centrato sulla fedeltà all’ispirazione originaria della Costituzione e molto ben affilato sul piano giuridico.«Vedo due rischi opposti: il primo è quello di produrre una stabilità fittizia nella quale un presidente del Consiglio cementato dall’elezione diretta deve convivere con un parlamento riottoso, in un clima di conflittualità istituzionale senza uscita; il secondo è il rischio di produrre un’abnorme lesione della rappresentatività del parlamento, ove si pretenda di creare a qualunque costo una maggioranza al servizio del presidente eletto attraverso artifici maggioritari tali da stravolgere, al di là di ogni ragionevolezza, le libere scelte del corpo elettorale».E poi la denuncia del pericolo di un capo dello stato eletto in ticket con il premier, fino all’affondo finale: «Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate». ItaliaInutile illudersi, il premierato è incorreggibileFranco MonacoLa nota della CeiUna settimana dopo, il 22 maggio, è arrivata la nota della Conferenza episcopale sull’autonomia differenziata. «Il progetto di legge in discussione rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica», scrivono i vescovi italiani.«Tale rischio non può essere sottovalutato, in particolare alla luce delle disuguaglianze già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, cui è dedicata larga parte delle risorse spettanti alle Regioni e che suscita apprensione in quanto inadeguato alle attese dei cittadini sia per i tempi sia per le modalità di erogazione dei servizi».Il giudizio sul premierato è stato anticipato dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi: «Gli equilibri istituzionali vanno toccati sempre con molta attenzione. È necessario tenere presente lo spirito della Costituzione, scritta da forze politiche non omogenee che però avevano di mira il bene comune. L’auspicio è che emerga qualcosa che non sia contingente, non sia di parte». Esattamente l’opposto di quanto sta accadendo al Senato.Il quotidiano Avvenire ha picchiato duro sulla svolta «caciarona e popolana» della premier e del suo chissene: «Un soffio che tramuta “la madre di tutte le riforme” in poco più di un capriccio. Resta un senso di spaesamento davanti allo spessore di questa argomentazione, di fronte a un intervento così vitale per il futuro del Paese».Mentre si moltiplicano i segnali di preoccupazione delle principali associazioni, dall’Azione cattolica alle Acli alla Comunità di Sant’Egidio, che anticipano l’appuntamento più importante, la Settimana sociale dei cattolici in Italia a Trieste dal 3 al 7 luglio, intitolata in modo significativo “Al cuore della democrazia”, che nel progetto del cardinale Zuppi rappresenta, come si legge nel documento preparatorio, «un nuovo inizio» della presenza sociale e politica dei cattolici, «come se fosse una ripartenza».E da una delle più autorevoli testate del mondo ecclesiale, la rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica, è arrivato due giorni fa anche il no alla riforma dell’ex presidente della Corte costituzionale ed ex ministra della Giustizia Marta Cartabia: «Affidare alla capacità del leader la tenuta e la durata nel tempo di un governo è una semplificazione molto rischiosa. Si viene a svuotare il ruolo del presidente della Repubblica, che è stato fondamentale nella storia recente del nostro paese». CommentiA nessuno interessa davvero la riforma del premieratoLorenzo CastellaniLa posta in giocoSono prese di posizione che smentiscono il grande alibi della maggioranza di destra, «È una riforma minimale», e svelano la posta in gioco, riscrivere la Costituzione e consegnare alla storia il suo momento fondativo, la Resistenza.Non arrivano da figure tradizionalmente legate alla sinistra, semmai il filo comune va ricercato nella visione e nella cultura della Costituzione di Sergio Mattarella, ribadita dal presidente della Repubblica anche nel discorso del 28 maggio a Brescia, per il cinquantesimo anniversario della strage.Il capo dello stato non è finora intervenuto direttamente sul merito della riforma del premierato, e neppure sul metodo. Nel 2016, all’epoca del referendum Renzi, mantenne un rigoroso atteggiamento super partes, un capitale di fiducia che tornò molto utile nella travagliata fase successiva.Ma il progetto Meloni è molto più invasivo di quello Renzi, tocca il cuore del congegno costituzionale, i rapporti tra il capo del governo, il parlamento e il presidente della Repubblica.Non esistono interpretazioni autorizzate del pensiero di Mattarella in materia, in assenza di prese di posizioni esplicite. La novità, come ha più volte scritto Rino Formica su Domani, è anche che non si può immaginare una riforma della Costituzione nazionale senza un contesto europeo. E dunque, ancora una volta, tutto si tiene in questo 2 giugno di vigilia elettorale europea e di un cambio della Costituzione di cui si intuisce più il pasticcio che la solennità. Ma anche l’inizio di una mobilitazione di quel pezzo di Italia che non è disposta a dire “chissenefrega” se si strappa la Costituzione repubblicana e antifascista.Iscriviti alla newsletter Oggi è Domani, tutte le mattine la nostra selezione di notizie e letture per cominciare la giornata© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMarco DamilanoGiornalista e saggista, è stato direttore de L'Espresso dal 2017 al 2022. Collabora con Domani e, da settembre 2022, conduce una striscia quotidiana di informazione in onda su Rai3
L'ambulanza sbaglia indirizzo, 36enne muore di Covid in casa: era padre di 4 figliYoutuber 14enne morta per un tumore al cervello: addio alla "Piccola grande guerriera" Laura Powell
Brexit e crisi del lavoro in Gran Bretagna, visti temporanei per nuova manodopera
Covid, il Regno Unito dà il via libera al vaccino per la fascia 12-15 anniGiappone, variante Lambda taciuta alla stampa e nuove mutazioni della Delta
Covid, Moderna presenta alla Fda i primi dati sulla terza dose di vaccinoGli Stati Uniti riaprono al turismo ma non per chi è vaccinato con Astrazeneca: il motivo
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 632Ingoia un mini telefono con tutta la batteria: i medici lo smontano e lo estraggono pezzo per pezzo
Russia, il ministro per le Emergenze Evghenij Zinichev morto durante un'esercitazione nell'ArticoUragano Ida negli Usa: una vittima e un milione di persone senza luceCaldor Fire devasta la California, evacuata la città di South Lake TahoeMessico, morto Fabrizio Bianchini: era stato ricoverato per Covid
Mamma aggredita da un cane di oltre 50 chili: donna morta per proteggere le figlie
Afghanistan, donne picchiate dai talebani: le prove della onlus italiana
Patrick Zaki, processo rinviato al 7 dicembre: la seconda udienza è durata solo due minutiFocolaio di variante Delta in Cina, 75 casi nel Fujian, le autorità: "La situazione è grave e compleGabby Petito, l'autopsia conferma che la blogger è stata uccisa: ancora caccia al fidanzatoAfghanistan, giornalisti torturati dai talebani per aver ripreso una manifestazione
Covid-19, lockdown fino al 31 agosto per la Nuova ZelandaCane travolto dalle onde: ritrovato e salvato dalla polizia marina dopo due ore in acquaCalifornia, infermiera madre di cinque figli morta per Covid: il marito è ancora ricoveratoRegno Unito, 19enne morto di cancro: medici interpretano i sintomi come attacchi d’ansia per 12 volte