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Elon Musk accusa Google: «Censura le ricerche su Trump»L'abbraccio immenso di Fagnano al suo Giorgio: «La tua vita è stata un dono»La chiesa di San Gaudenzio non basta a contenere la folla all'addio del giovane scomparso in Sardegna. Lo strazio,-Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella le domande, la fede La chiesa di San Gaudenzio a Fagnano Olona non è bastata questa mattina a contenere la folla che ha voluto dire addio a Giorgio Noris, il diciottenne morto in Sardegna qualche giorno fa (LEGGI QUI); tra le molte persone del paese, e non solo, sicuramente ha spiccato la presenza di tantissimi giovani, suoi coetanei, che si sono stretti tra di loro per cercare di affrontare l’inaspettata e improvvisa perdita di un caro amico.In tantissimi, nonostante questi giorni di agosto e inizio ferie per molti, hanno voluto essere presenti ai funerali e manifestando la loro vicinanza a mamma Emanuela, papà Ettore, tutti i suoi cari, affollando il fondo della chiesa e le aree esterne vicino alle porte per poter partecipare alla cerimonia. Una sofferenza indicibile, uno strazio che pone tante domande e a cui non si riesce umanamente a dare risposte, come è risuonato all'inizio dell'omelia di don Federico Papini, che ha scelto appositamente il brano del Vangelo in cui Gesù incita i discepoli a gettare le reti nonostante una notte di pesca infruttuosa per offrire conforto e speranza a tutti i presenti.Sulla Sua Parola, infatti, Simone e gli altri apostoli, stanchi e sfiduciati hanno gettato le reti, ed è proprio per questo che il sacerdote ha voluto questa Parola per cercare, oggi, di dare sostegno e conforto alla famiglia e agli amici di Giorgio.«Siamo in tanti oggi a stringerci accanto a chi ha conosciuto e amato Giorgio – ha sottolineato don Federico durante l’omelia – tutti con tanto dolore, tanto strazio e tante domande e dubbi di fronte a questa tragedia; domande che non hanno risposte.Non ci sono parole di fronte a quello che è successo, anche io, per cercare di offrire un senso, una consolazione e una speranza di fronte a quello che è successo posso solo porgevi, con umilità, parte della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, che può darci qualche fessura di luce nel grande buio del dolore».Un conforto che, secondo il sacerdote, è dato dal fatto che il Vangelo ci ricorda costantemente che non siamo soli, che il nostro cammino è sempre accompagnato da Gesù, che ci giuda e ci sostiene non verso la morte, ma verso la vita eterna.«Ho deciso di usare questo passo proprio perché Giorgio è un giovane – prosegue don Federico – con tutte le speranze, le scelte di vita e le passioni di un diciottenne, con il desiderio e l’impegno di lasciare la propria impronta nel mondo attraverso segni di bellezza e di verità.Giorgio questo a suo modo, attraverso la sua passione per la vita e il bene che voleva alle tante parsone che facevano parte della sua vita, l’ha fatto; questo non è stato tutto inutile, non è finito con la sua scomparsa.Questo è un dono da custodire, una memoria grata da coltivare, la vita di Giorgio, anche se è finita presto, non è una vita perduta, ma è stata un dono per le persone che lui ha amato e per le persone che lo hanno incontrato nel loro cammino; per questo lo ringraziamo per quello che è stato e per quello che abbiamo condiviso, per l’affetto ricevuto e per quello dato». Redazione
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