Maurizio Gasparri potrebbe candidarsi a sindaco di RomaLa risposta di Mattarella a Boris JohnsonGiuliano Ferrara col volto tumefatto: cosa gli è successo
Referendum taglio dei parlamentari: perché votare sìNei confronti dei pm si passa dalla sua esaltazione alla sua strenua critica. La delicatezza e centralità del ruolo impone,MACD perciò, periodiche verifiche in ordine al modo concreto e diffuso di interpretare la funzione. Il modello legale pretende un pm consapevole del suo ruolo centrale della formazione della prova e, per questo, capace di cogliere la necessità di un’indagine non schiacciata sulla sola prospettiva accusatoria, in funzione del miglior risultato investigativo. Ma accanto a questa necessità, vi è quella di garantire l’uniformità dell’azione penale, riflesso della sua obbligatorietà e del principio secondo cui tutti i cittadini sono uguali innanzi alla legge. Tra gli attori della giurisdizione il pubblico ministero è quello più noto alle cronache ed esposto alle critiche. Seguendo un percorso ciclico, strettamente dipendente dalle variabili onde emotive che attraversano la società, si passa dalla sua esaltazione alla sua strenua critica. Si tratta del riflesso (del costo) mediatico del ruolo determinante del pubblico ministero nella formazione della prova, in vista della sua verifica giudiziaria; sicché le sue capacità di comprendere la vicenda o il fenomeno criminale investigato vanno coniugate con quelle predittive delle successive fasi processuali, laddove altre spiegazioni del fatto potranno essere proposte, al fine di mettere in crisi la dimostrazione accusatoria. Le verifiche periodiche La delicatezza e centralità del ruolo del pubblico ministero impone, perciò, periodiche verifiche in ordine al modo concreto e diffuso di interpretare la funzione, insieme alla comprensione dell’organizzazione interna dei relativi Uffici. Farne oggetto di confronto significa analizzare la collocazione istituzionale del pubblico ministero, valutare il grado di indipendenza e di autonomia operativa dei magistrati che lo compongono e che lo dirigono, ma anche verificare la concreta declinazione delle regole che disciplinano il suo potere di iniziativa e di indagine, insieme ad il suo rapporto con i giudici. Una pluralità di studi giuridici evidenzia come, nelle moderne democrazie occidentali, il ruolo del pubblico ministero cresca ovunque; nel nostro Paese questa percezione è stata enfatizzata da una incipiente debolezza delle istituzioni politiche che ha, talvolta, portato il pubblico ministero ad assumere ovvero ad essere percepito come portatore di un ruolo salvifico, a carattere etico, in funzione della tutela della sicurezza pubblica, assecondando una narrazione mediatica che utilizza le paure sociali come motore per indirizzare scelte politiche, commerciali, economiche. La trasformazione Interrogarsi su quanto i modelli normativi vigenti siano conformi alle concrete declinazioni pratiche del ruolo, comprendere se sia in atto una trasformazione silente della funzione è uno degli obiettivi dell’incontro telematico organizzato da Magistratura Democratica, al fine di assumere nuove consapevolezze, sulla base delle quali avviare una critica ed auto-critica interna alla magistratura e, soprattutto, proporre stili e modi operativi più coerenti con il modello legale. Quest’ultimo, infatti, pretende un pubblico ministero consapevole del suo ruolo centrale della formazione della prova e, per questo, capace di cogliere la necessità di un’indagine non schiacciata sulla sola prospettiva accusatoria (quella proposta dal denunciante o dalla polizia giudiziaria), in funzione non solo della tutela dei diritti dell’indagato, ma anche del miglior risultato investigativo, capace di confrontarsi in anticipo con le possibili spiegazioni alternative del fatto. Ben si comprende, allora, come l’indipendenza e l’autonomia del pubblico ministero siano pre-requisiti essenziali ad uno svolgimento della funzione tesa alla ricerca della verità processuale, libera da interferenze e pressioni. Ma accanto a questa necessità, vi è quella di garantire l’uniformità dell’azione penale, riflesso della sua obbligatorietà e del principio secondo cui tutti i cittadini sono uguali innanzi alla legge. Da una parte, dunque, la natura orizzontale dei rapporti dentro la magistratura, in conformità alla regola dell’art. 107 Costituzione e dell’autonomia ed indipendenza del pubblico ministero; dall’altra, la cd. gerarchizzazione degli Uffici, in funzione di garanzia dell’uniformità dell’azione penale. Un complesso e delicato equilibrio, oggettivamente, scompensato dal cd. riforma Castelli del 2005 che privilegiando le esigenze di uniformità dell’azione penale ha esaltato il ruolo del Procuratore, quale “capo” dell’Ufficio requirente. Il Csm La normativa secondaria introdotta dal Csm per restituire equilibrio al sistema (da ultimo con una nuova, recentissima circolare) non è, sin qui, riuscita ad invertire la tendenza culturale, prima ancora che ordinamentale, ad enfatizzare il ruolo del capo dell’ufficio, con contestuale de-responsabilizzazione dei sostituti procuratori. Riflesso sociale di questa dinamica è l’irrituale identificazione dell’Ufficio nella persona del suo capo, con conseguente sua sovraesposizione non solo mediatica, ma anche nei rapporti istituzionali e para-istituzionali. Si è, così, generato un vulnus concreto e percepibile alla struttura orizzontale della magistratura cui è necessario porre rimedio, senza rinunciare alla necessità di garantire l’uniformità dell’azione penale, avendo particolare attenzione alle concrete modalità con cui si sviluppano i rapporti tra dirigenti e sostituti nella concretezza operativa degli uffici. Anche questo, dunque, un tema complesso e decisivo per comprendere la figura del pubblico ministero, in cui al presupposto normativo, segue quello della sua concreta declinazione pratica, rimessa alla sensibilità culturale dei protagonisti ed alla conseguente interpretazione del ruolo, all’interno dell’organizzazione dell’ufficio inquirente. Ben si comprende, allora, la necessità di un confronto volto a comprendere quali siano gli equilibri e le tensioni che oggi percorrono gli uffici del pubblico ministero e quali siano le prassi virtuose da prendere a modello ovvero le tendenze culturali che sembrano cedere alla tentazione di un’interpretazione del ruolo burocratico ed asfittico. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediStefano Musolino Sostituto procuratore della Repubblica - DDA di Reggio Calabria e componente Esecutivo di Magistratura democratica
Chiusura Campania? Gli altri Governatori non seguono De LucaStadi, Speranza: "No al 25% della capienza. Priorità alla scuola"
Referendum taglio dei parlamentari, affluenza alle 15: 53,84%
Zampa: "Mascherina all'aperto? Indossarla solo se non si è da soli"Coronavirus, il ministro Boccia: "Possibili lockdown mirati"
Coronavirus, Fontana a Rimini: "Numeri preoccupanti"Zampa sul Coronavirus e sulla proroga dello stato di emergenza
Nuovo piano migranti, cosa cambia con l'obbligo di solidarietàMedici in Campania: impedito rilasciare interviste senza permesso
Elezioni regionali: Luca Zaia spiega la chiave del suo successoMusumeci: tolta quarantena da Spagna, Croazia, Grecia e MaltaElezioni 2020, come si voterà e come faranno i malati covid?Berlusconi covid, parla il virologo: "Segue terapia antivirale"
Sardegna,Tar boccia l'ordinanza Solinas su test obbligatori
Berlusconi, rinviato il processo Ruby ter: è ancora positivo
Salvini le dà della criminale: la risposta della LamorgeseLega, Armando Siri di nuovo indagato: ipotesi corruzioneElezioni regionali Toscana 2020: i sondaggi del 3 settembreMorto il padre di Giorgio Gori: lutto a Bergamo
Elezioni in Veneto, stoccata di Zaia a Salvini: "Non faccio comizi"Di Maio: "Escludo nuovo lockdown, lo ha detto anche Conte"Coronavirus, Berlusconi ha fatto il test: aveva incontrato BriatoreVittorio Feltri contro Conte per le politiche economiche del governo