File not found
trading a breve termine

Quattro morti e un ferito grave in una clinica per disabili in Germania, arrestata un'impiegata

Funerale Principe Filippo: il dettaglio sulla sua baraIndia, incendio in un reparto Covid a Mumbai: morti 13 pazientiCovid, Ue: "Mascherine e distanziamento sono inutili tra i vaccinati"

post image

Ursula von der Leyen, dure parole contro il "Sofagate" durante una seduta del Parlamento Eu: il discQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,MACD ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Navalny, le parole della figlia: “Consentite a un medico di visitare papà"Covid, Breton sul contratto tra Astrazeneca e Ue: "Niente è definitivo"

Morte Principe Filippo, l'ultimo saluto della Regina: le foto inedite pubblicate sui social

Migranti, Libia: naufragio nel Mediterraneo, si ipotizzano circa un centinaio mortiAustralia, lockdown di 3 giorni a Brisbane

Ocean Viking soccorre 236 migranti al largo della Libia: a bordo 114 minori non accompagnatiGermania, Angela Merkel si vaccina con AstraZeneca: riceverà la prima dose venerdì 16 aprile

Crede che la fidanzata incinta sia morta e si uccide, ma i medici le avevano salvato la vita

Salmonella negli integratori in Danimarca, tre morti per intossicazioneScandalo abusi sessuali nella chiesa tedesca di Colonia

Ryan Reynold
Pechino Express Francia, incidente mortale: una vittima e diversi feriti durante lo showIraq, scoperto primo caso di trifallia: neonato nasce con tre peniFunerali del Principe Filippo, William e Harry cammineranno separati

MACD

  1. avatarNo del land di Berlino ad AstraZeneca per le donne under 60trading a breve termine

    Covid, per l'Oms la pandemia è a un punto critico Covid, per l'Oms la pandemia è a un punto critico: "Ma può essere fermata"Sottomarino scomparso in Indonesia: disperso al largo di BaliProteste a Buenos Aires contro le nuove restrizioni anti covidNiger, incendio in una scuola con capanne di paglia: morti 20 bambini

    1. Chicago, 13enne ispanico ucciso dalla polizia: era disarmato e aveva le mani alzate.

      1. avatarMorte Principe Filippo, quando saranno celebrati i funeraliMACD

        Terremoto in Croazia, scossa di magnitudo 4,6 nella zona di Petrinja

  2. avatarCovid, Merkel vuole estendere il Lockdown anche per aprileCapo Analista di BlackRock

    Le lettere del Principe Filippo e Diana: com'era il loro rapporto?Colombia, morta donna 32enne dopo 5 ore di rapporti e drogaIncidente ferrovario in Egitto, 32 passeggeri morti e 66 feritiGiappone, vaccini anti-Covid agli atleti prima di soggetti fragili e anziani: è polemica

  3. avatarLa Regina Elisabetta ha ricevuto la seconda dose del vaccino anti covid: lo dice il SunCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Usa, da una comunità Amish in Pennsylvania arriva la prima immnunità di greggeIgor il Russo condannato all'ergastolo in Spagna per tre omicidi commessi nel 2017Covid, Londra: cinque arresti e otto feriti al corteo anti restrizioniUccide il vicino di casa e minaccia la fidanzata incinta con una balestra

Tennessee, sparatoria in una scuola: ucciso uno studente e ferito un poliziotto

Terremoto in Iran, scossa di 5,8 gradi presso la città di Bandar GenavehCovid, Svezia: tasso di mortalità tra i più bassi d’Europa senza lockdown*