Como, incidente fra automobili: due feritiWilly Monteiro, Gabriele Bianchi dal carcere: "Qui comando io"Edoardo Galli, il 16enne scomparso: il timore dei suoi nonni
Roè Volciano, uomo morto in casa: trovato dai viciniNella causa Murthy,VOL Surgeon General, et al. contro Missouri, et al. decisa lo scorso 26 giugno 2024, la Corte suprema USA ha affrontato la questione se l’esecutivo statunitense abbia violato il Primo Emendamento della Costituzione americana esercitando pressioni sulle piattaforme di social media perché censurassero dei post ritenuti fonte di disinformazione.I fatti di causa risalgono ai tempi della pandemia quando, per contrastare l’ondata di fake news, i grandi social network selezionavano e bloccavano contenuti immessi dagli utenti, con particolare riferimento a quelli relativi al COVID-19 e alle elezioni del 2020. Da qui, la causa promossa da due Stati e cinque utenti di social che hanno portato in giudizio il governo accusandolo di avere costretto le piattaforme a limitare indebitamente il proprio diritto alla libertà di parola.La Corte, anche se solo a maggioranza, non è entrata nel merito della vicenda e ha evitato di decidere su un tema particolarmente serio, trincerandosi dietro aspetti preliminari che riguardavano l’inesistenza del diritto delle parti a far causa al governo. La maggioranza dei giudici, infatti, ha ritenuto che per poter agire i cittadini avrebbero dovuto dimostrare di correre un pericolo concreto e attuale di non potersi esprimere liberamente per via delle pressioni esercitate dall’esecutivo sui social network interessati. Questa prova, invece, non è stata data e, anzi, dal processo è emerso che le piattaforme spesso rimuovevano contenuti in autonomia e in base ai propri termini contrattuali senza bisogno di cedere alle pressioni governative.Inoltre, continuano i magistrati, non c’è prova che l’intervento degli uffici pubblici abbia causato danni diretti alle parti e, infine, anche se le azioni del governo hanno inizialmente influenzato le scelte censorie delle piattaforme, queste ultime hanno continuato ad applicarle in modo indipendente. Dunque, anche se il governo venisse riconosciuto responsabile, questo non cambierebbe in automatico il modo in cui le piattaforme intervengono sui contenuti generati dagli utenti.In termini puramente formali, questa (non)decisione è —probabilmente— corretta, tuttavia essa è anche la prova provata di quanto il diritto di decidere come debba essere esercitato un diritto risieda sempre di più, da un lato, nelle mani di soggetti privati (Big Tech) e, dall’altro, in quelle del potere esecutivo e non più di quello giudiziario.
Milano, avvistato in stazione 16enne scomparso Edoardo GalliTerremoto a L'Aquila, quindici anni dalla tragedia: il ricordo delle vittime
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 81
Firenze, sequestra la compagna: lei scappa e lo fa arrestareMilano: violento temporale, danni in città
Carabiniere picchia un giovane fermato: trasferiti due comandanti dell'ArmaPonticelli, Napoli: investono due uomini e poi si danno alla fuga
28enne trovata morta in camera da letto: disposta l'autopsiaInvestito mentre era in bici il personal trainer Iacorossi: tra i suoi clienti anche Meloni
28enne trovata morta in camera da letto: disposta l'autopsiaEboli, furto con scasso in un supermercato: un arrestoReggio Emilia, uomo cerca di rubare pistola a una guardia giurataNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 87
Prende a sprangate un clochard: fermato giovane di 16 anni
Colico, 17enne scomparso da giorni
Appalti Anas: Tommaso Verdini chiede il patteggiamento, l'inchiestaNoodles istantanei richiamati dal mercato, rischi per la saluteCassazione: Claudio Foti è stato assoltoBologna, sgombero di un parco: tensioni con le forze dell'ordine
Arrestato ex poliziotto: molestava e picchiava la moglieLuxottica, da Aprile settimana corta per 600 dipendentiIncidente in casa a San Lorenzo Dorsino: un uomo di 59 anni ha perso la vitaBnl, anomalie sui conti correnti: addebiti multipli e altri problemi