Non si fermano all'alt della polizia: scatta l'inseguimentoTraffico e contraffazione di medicinali: 21 arresti22enne morta dopo una lunga battaglia contro la malattia: l'ultimo saluto a Desy
Ha un malore in bici: morto 54enneLa foto di Benedetto XVI subito dopo la morte nella stanza in cui nacque - Ansa COMMENTA E CONDIVIDI La morte di papa Benedetto XVI è stata accompagnata dalla pubblicazione di una serie di volumi nei quali,Guglielmo in modi diversi, si avverte l’eco delle tensioni presenti nella Chiesa in Germania. Tra queste pubblicazioni si distingue il volume dello stesso papa Benedetto, “Che cos’è il cristianesimo”, il cui filo conduttore è un accorato appello a desistere da atteggiamenti che possono recare danno all’unità della Chiesa e favorire il distacco dalla comunione cattolica. Avendo io stesso preso parte alla pubblicazione di quest’opera, in Italia edita da Mondadori, ne sintetizzo brevemente la genesi e il contenuto.Nel 2017 papa Benedetto pubblicò sulla rivista Communio di lingua tedesca un articolo dal titolo Grazia e chiamata senza pentimento che trattava del nuovo rapporto tra ebrei e cristiani avviato dal Vaticano II. Qualche tempo dopo mi telefonò monsignor Gänswein dicendomi che il papa emerito desiderava vedermi e mi fissò un appuntamento.Trovai papa Benedetto amareggiato. Lo angustiavano le dicerie, provenienti dalla Germania, sulla sua presunta contrarietà al dialogo tra ebrei e cristiani. Mi chiedeva di tradurre e far conoscere in Italia il suo articolo ad evitare che si diffondesse tale pregiudizio anche nel nostro paese. Tradussi, dunque, il testo che venne pubblicato dalla “Rivista di Vita Spirituale” dei padri carmelitani. Poi successe un fatto clamoroso. Il rabbino capo di Vienna Arie Folger prese le difese del papa emerito in un articolo pubblicato su un settimanale di cultura e vita ebraica in lingua tedesca. A sua volta papa Benedetto rispose cordialmente mentre il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni mi incoraggiò a far conoscere questo scambio epistolare anche in Italia. Decisi allora di ricavare dall’insieme dei documenti un piccolo libro dal titolo “Ebrei e Cristiani”. Successivamente mi recai da papa Benedetto per informarlo di questi sviluppi e in quell’occasione osai chiedere: «Visto il buon esito della pubblicazione del testo su Ebrei e cristiani perché non pubblicare in volume tutti i testi scritti nel periodo posteriore alle dimissioni?».Eravamo a questo punto quando dalla Germania giunse al Papa emerito un’altra accusa ancora più insidiosa: quella di essere stato, al tempo del suo episcopato a Monaco di Baviera, reticente su un caso di abusi da parte di un sacerdote. Anche questa volta si trattava di un’accusa strumentale, tanto più ingiustificata in quanto da cardinale e poi da papa in carica Benedetto aveva agito con grande determinazione nel denunciare gli abusi commessi dai chierici. Fu allora che Benedetto mi scrisse che il libro, cui intanto stava lavorando, doveva essere pubblicato dopo la sua morte. Al centro dell’opera vi è la preoccupazione per l’unità della Chiesa. Nella sua riflessione il Papa emerito parte da lontano, da Lutero. Il Padre di Gesù non è un Dio della paura, da cui, secondo il riformatore tedesco, ci libera la sola fede. La caratteristica principale del Padre è la misericordia. Egli ha creato un mondo bello e buono, ha stretto un patto di alleanza con il popolo di Israele, ha inviato il suo Figlio per annunciare la salvezza a tutti gli uomini. In questo contesto un ruolo fondamentale spetta ai vescovi, successori degli apostoli, e ai sacerdoti. Essi sono chiamati per vocazione a stare alla presenza di Dio e a offrire il sacrificio di Cristo. Diventa così reale la presenza di Gesù nell’Eucaristia. Di qui la freddezza di Benedetto verso certe posizioni del dialogo tra cattolici ed evangelici in Germania. Troppo facilmente , osserva il papa, e per ragioni più politiche che religiose si insiste sull’intercomunione. Qui, però, ci troviamo di fronte a due visioni molto diverse. Mentre per gli evangelici la presenza di Gesù dipende in ultima analisi dalle disposizioni interiori di quanti partecipano alla cena, la celebrazione eucaristica dei cattolici è un sacramento che provoca un cambiamento sostanziale nel pane consacrato. Di qui un’ulteriore differenza: per i cattolici la presenza di Gesù nell’ ostia consacrata continua anche dopo la fine della celebrazione liturgica, mentre per gli evangelici finisce al termine della cena comunitaria. Papa Benedetto contrario, dunque, al dialogo con le comunità nate dalla riforma? Certamente no. Egli invita, tuttavia, i cattolici, in particolare i vescovi e i sacerdoti, a non svendere il mistero centrale della fede cristiana. Il dialogo ecumenico è un percorso che, secondo un’espressione di sant’Ireneo, richiede il tempo della crescita e della maturazione.In conclusione vorrei aggiungere due osservazioni significative che, pur in un contesto difficile, sono segni di speranza. A quanti ancora continuano a opporre Benedetto e Francesco vorrei qui ricordare la conclusione dell’articolo del papa emerito sugli abusi sessuali: «Alla fine delle mie riflessioni vorrei ringraziare papa Francesco per tutto quello che fa per mostrarci di continuo la luce di Dio che anche oggi non è tramontata. Grazie santo Padre!» (“Che cos’è il Cristianesimo”, pagina 160). Nessuno dovrebbe dunque permettersi di coinvolgere papa Benedetto nelle dispute tra cosiddetti conservatori e progressisti. Grande teologo e uomo di Chiesa, il Papa defunto con la pubblicazione di questo volume voleva proprio andare oltre le divisioni, ristabilire un clima di comunione e fratellanza nella Chiesa, in particolare in quella tedesca da lui tanto amata. Né è lecito ridurre il discorso di papa Benedetto solo all’ambito ecclesiastico perché ha implicazioni religiose e politiche di grande rilevanza e attualità per l’Europa e per l’Italia. Per i sacerdoti e i fedeli vorrei ricordare invece uno dei miei ultimi incontri con il papa emerito. Era il 28 giugno del 2021, il giorno antecedente il suo settantesimo anniversario di sacerdozio. Nel monastero sopra il Vaticano c’era aria di festa. Nella cappella della casa vi erano alcuni membri di uno dei più famosi cori di Germania, quello dei “passeri di Ratisbona”, che preparavano i canti da eseguire durante la Messa del giorno successivo. Papa Benedetto era radioso, ricordava con gioia il giorno della sua prima Messa, era felice per quella scelta vocazionale cui era stato fedele per l’intera vita.
Morta in casa a 45enne: "Era in perfetta salute"Attimi di terrore, entra in un negozio di ottica brandendo un martello
Operaio accoltellato dal collega mentre lavorava in fabbrica
Lutto nel mondo dell'arte, addio allo scultore Sergio RodellaNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 646
Anziano trovato morto in casa: era nudo e avvolto dalle luci natalizieSbanda e si schianta contro un muro: morto un 21enne
Chi l'ha visto, la madre di Gaia Randazzo: "Suicidio? L'ipotesi è completamente infondata"Sparatoria Fidene, Campiti aveva scritto tutti i dettagli su un foglio
San Gennaro: cos'era successo quando il sangue non si era sciolto in passatoReggio Emilia, Chicca Borghi muore a soli 55 anni: era una dipendente del CISScomparsa mentre mostra la torta di compleanno al figlio: il giallo dell'ultimo videoStrage di Fidene, l'uomo che ha bloccato il killer: "Ho agito d'istinto, non chiamatemi eroe"
15enne fa coming out con i genitori: loro lo picchiano e lo umiliano
Morto il medico aggredito con un'accetta
Omicidio suicidio nel palermitano: uccide la ex compagna e poi si toglie la vitaLa Maddalena, barca si schianta sugli scogli: due vittime e due feritiCon l'auto tampona il rimorchio di un trattore: è graveNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 643
Sparatoria di Fidene, il racconto di una testimone: “È entrato e ha aperto il fuoco”Pericolo Listeria: ritirati 3 lotti di salmone affumicatoAuto con 4 ragazzi si schianta nella notte: 18enne muore carbonizzatoLutto cittadino ad Acireale: 16enne morto in un incidente