Salvini non va agli auguri al Quirinale: "C'è la recita di mia figlia"Parroco di Vercelli contro Salvini: paragonato a Benito MussoliniCaso Gregoretti, Salvini: "Mal comune mezzo gaudio"
Nicoletta Mantovani e la stoccata a Matteo SalviniLe sue frasi omofobe,BlackRock sessiste e razziste riempiono la cronaca politica. Ma perché dovremmo dare tanto peso a ciò che pensa? Il suo successo mediatico è sia il frutto avvelenato di un circuito di visibilità che premia le singolarità eccentriche, sia l’effetto di un bisogno di polarità negative. Contro i Vannacci serve un progetto politico, pieno di passione per la lotta alle ingiustizieIl cantante svizzero Nemo è stato il primo artista di genere non binario a vincere l’Eurovision. Ma in Italia a fare più fa clamore è la dichiarazione che definisce «nauseante» il modello che quella performance mette in scena. E il protagonista è sempre lui: Roberto Vannacci, l’autore del Mondo al contrario, candidato per la Lega alle elezioni europee.Le frasi omofobe, sessiste, razziste, abiliste del “generale” riempiono la cronaca politica. I “chiarimenti” che dovrebbero smorzarne il carattere discriminatorio non fanno che confermare la visione provocatoriamente anti-moderna dell’ordine sociale di cui si è fatto portavoce.Ma perché dovremmo dare tanto peso a ciò che pensa Vannacci? Le sue dichiarazioni sulla necessità di ripristinare classi differenziali per studenti con disabilità, per esempio, hanno innescato un dibattito che ha coinvolto per diversi giorni ampi settori del mondo della cultura e della politica. Eppure, non solo costui non è un rappresentante eletto in nessun luogo in cui possa tradurre le sue idee in proposte e decisioni politiche, ma anche qualora riuscisse a sbarcare a Strasburgo è molto improbabile che troverebbe spazio di ascolto.Non c’è dubbio che la visione del mondo che le esternazioni di Vannacci si impegnano a disegnare sia retrograda, innervata di un’idea di identità volta a cancellare ogni differenza, e per questo pericolosa per tutti i gruppi a rischio di esclusione. Tuttavia, il rilievo che ogni sua parola tende ad assumere nella discussione pubblica stride con la piccolezza del personaggio, la cui principale – forse unica – fortuna sono le ondate di sdegno che è capace di provocare.L’immagine più eloquente di questo cortocircuito è probabilmente quella dello stesso generale che indossa, stampato su una maglietta, il manifesto con cui il Pd invitava a «ignorarlo». È chiaro che la personalizzazione del messaggio ha giocato, ancora una volta, a suo vantaggio.Il successo, finora solo mediatico, di Vannacci appare come il frutto avvelenato di un circuito di visibilità che premia le singolarità eccentriche, provocatorie, abili a suscitare un’emozione ad alta attivazione social come l’indignazione. E al tempo stesso come l’effetto di un bisogno di polarità negative che si fa tanto più forte, per il campo avversario, quanto più spuntati appaiono i suoi strumenti per condurre la battaglia sul piano delle proposte politiche alternative.Diversi anni fa, all’ombra della crisi economico-finanziaria degli anni dieci, lo scrittore francese Stéphane Hessel invitava a ritrovare l’indignazione: per le immense diseguaglianze, per i diritti violati, per lo stato del pianeta, per il trattamento riservato ai migranti, o per la prigione a cielo aperto di Gaza. E Pietro Ingrao, nel volumetto Indignarsi non basta, riconosceva quanto questa emozione, per quanto non sufficiente, fosse tuttavia una reazione indispensabile per l’attivazione politica personale.La sensazione, però, è che l’indignazione per le frasi di Vannacci non provochi nell’opinione pubblica progressista la domanda «che faccio io?» per il mondo, di cui Ingrao parlava. Piuttosto, sembra offrire la possibilità di convogliare verso un singolo che incarna ogni eccesso le preoccupazione di giustizia. Con l’illusione che silenziarlo, o sconfiggerlo, possa liberarci dal male.Contrastarlo con le parole o ignorarlo con il silenzio non cambierà significativamente il rapporto di forze tra chi ambisce al cambiamento e chi sogna un ritorno al passato. Contro i Vannacci del mondo serve invece un progetto politico, pieno di passione per la lotta alle ingiustizie.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiorgia SerughettifilosofaGiorgia Serughetti è ricercatrice in Filosofia Politica all’Università di Milano-Bicocca. Ha scritto saggi su questioni di genere e teoria politica, con particolare attenzione a fenomeni migratori, sessualità, violenza contro le donne e movimenti femministi.
Chi è Nicola Morra, possibile successore del ministro FioramontiSalvini suona al citofono a Bologna: "Lei spaccia?"
Il vignettista Vauro attacca la figura di Babbo Natale
Autostrade, governo: possibile maximulta alternativa alla revocaM5s, Flora Frate sulle restituzioni di denaro: "Non ha senso"
Deputato Librandi minaccia finanzieri: "Io intoccabile, siete morti"Matteo Renzi a Pechino: l'ironia sui social
Notizie di Politica italiana - Pag. 559Notizie di Politica italiana - Pag. 561
Salvini e il video di auguri di Natale sbagliato su TikTokDigiuno per Salvini, l'affondo di Roberto Saviano: "Ridicolo"Meloni sorpassa Salvini: la leader ha più fiducia del leghistaIl sostegno di Adriano Celentano alle Sardine in un video
Ivano Marescotti contro Matteo Salvini: le parole del regista
Salvini fa dietrofront sul coronavirus: la foto col cibo cinese
Crisi Alitalia, parla il ministro Patuanelli: "Non c'è alternativa"Testimone del Ruby ter svela i dettagli sulle serate ad ArcoreRenzi: "Il Pd riformista? È a rimorchio dei grillini"Salvini e il video di auguri di Natale sbagliato su TikTok
Caos M5S: in arrivo altre sette espulsioni di morosiElezioni regionali 2020, vincono Santelli e BonacciniCaso Gregoretti, Salvini: "Pronto alla prigione a testa alta"Mara Carfagna presenta ufficialmente l'associazione Voce libera