Matteo Salvini, il battibecco con Lilli GruberConte bis, fiducia alla Camera: 343 voti favorevoliSondaggi, Salvini battuto da Lamorgese
Le Iene consegnano il parmigiano a Michael PompeoIl futuro internazionale della Repubblica del Kosovo è in un momento critico,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella con l’attuale prioritizzazione da parte del governo del populismo sulle alleanze internazionaliIl futuro internazionale della Repubblica del Kosovo dipende sensibilmente dal dialogo con la Serbia, che viene mediato dalla comunità internazionale. Kosovo e Serbia hanno fatto pochi progressi nel dialogo. I rapporti sono al punto più basso dal dopoguerra, soprattutto dopo l’aggressione di terroristi serbi nel nord del Kosovo.Prima del grave incidente recente, il più grave dalla guerra del 1999, i serbi in Kosovo si sono ritirati dalle istituzioni per protestare contro le nuove misure, relative alle targhe dei veicoli, imposte dal governo sotto la guida di Albin Kurti. Queste misure hanno ottenuto un ampio sostegno tra la popolazione, ma hanno anche messo a dura prova le relazioni tra la minoranza serba e la maggioranza albanese. La comunità internazionale ha incoraggiato il dialogo e la cooperazione nell’affrontare questi problemi, mettendo in guardia contro azioni unilaterali e non coordinate. CommentiPer due terzi del paese la guerra è diventata la paura più grandeEnzo RissoGli inviati e i rappresentanti della comunità internazionale si sono rivolti alle autorità del Kosovo con diversi appelli e avvertimenti sulla situazione dei serbi del Kosovo e sull’attuazione degli accordi presi. Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha perseguito una politica sovranista, in opposizione agli impegni presi dai precedenti governi. Eppure, nel febbraio dello scorso anno, Kurti e il presidente serbo Aleksandar Vucic hanno raggiunto un accordo, con la mediazione dell’Unione europea, volto normalizzare le relazioni. Anche se l’accordo di Ohrid vincola le parti ad attuare tutti gli accordi precedenti, non richiede che la Serbia riconosca il Kosovo come stato indipendente.Il 16° anniversario della Dichiarazione di Indipendenza del Kosovo coincide con l’ultimo anno del mandato quadriennale di questo governo. I risultati raggiunti sono però scarsi, e si registra un deterioramento e un degrado in diversi aspetti del paese, tra cui l’agenda anti-corruzione e la profonda polarizzazione. L’opinione pubblica si è nutrita di racconti “antimperialisti” e dell’“ideologia anticolonialista”, scagliandosi contro la comunità internazionale accusata di interferire negli affari interni del Kosovo e di compiacere la Serbia. Il populismo e la politica anti establishment del socialista di sinistra di LVV in Kosovo risalgono anche a prima della sua ascesa al potere, quando era all’opposizione. E non è cambiato molto da quando è salito al potere, quando ha ottenuto un successo senza precedenti nelle elezioni in Kosovo, con oltre il cinquanta per cento dei voti.Almeno sei volte in tre anni il governo si è scontrato con la Corte costituzionale, che ha respinto come anticostituzionali la maggior parte dei progetti di legge e delle decisioni. Durante questo mandato, i sindacati e i minatori, scontenti delle loro condizioni, hanno per lo più scioperato e protestato. Eppure nulla di tutto questo sembra preoccupare la maggioranza al potere. Con la maggioranza in parlamento e nell’esecutivo, il primo ministro Kurti ripete di essere stato «eletto dal popolo e non dalle ambasciate», e così facendo rafforza l’antagonismo nei confronti di élite e istituzioni. Pur avendo la maggioranza, il governo di Kurti è passato da un approccio tecnocratico a un dominio politico, ignorando le conseguenze che derivano dal guastare le alleanze con i paesi potenti.Ciò ha portato ad un declino delle relazioni con gli Stati Uniti e all’isolamento internazionale per la Repubblica del Kosovo. A sostituzione delle alleanze internazionali, gli sforzi di Kurti si sono concentrati sulla ricerca di alleanze nei Balcani e sulla promozione del pan-balcanismo contro la minaccia percepita dalla Serbia. Questi tentativi hanno fatto temere che le alleanze balcaniche dal canto loro, possano unire le forze contro il Kosovo, dal momento che, di fatto, la Serbia è uno degli stati più potenti della regione. MondoA Belgrado c’è un ufficio della Nato. La cerniera fra Russia e occidenteVincenzo LeoneIl futuro del Kosovo necessita di legami più stretti con l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Ma sembra che Kurti abbia adottato due lingue distinte, una per le promesse di fronte alla comunità internazionale, l’altra per le dichiarazioni pubbliche in cui ne respingeva l’implementazione davanti ai suoi sostenitori. La realtà nel nord del Kosovo è che le istituzioni sono monoetniche, albanesi oppure serbe, e questo accresce le divisioni nella società. Secondo diversi oppositori politici, Kurti sta attuando una divisione del Kosovo non solo su base etnica, ma anche territoriale. La crescente crisi mondiale e l’influenza russa nella regione hanno reso la comunità internazionale meno paziente nei confronti della situazione. Le notevoli abilità oratorie di Kurti sono meno convincenti per gli attori internazionali di quanto lo siano per il pubblico interno, la cui retorica si sta radicalizzando contro le (in)azioni di Kurti.L’attenzione del governo nel garantire un sostegno elettorale ancora maggiore, che superi l’attuale “vittoria plebiscitaria” del cinquanta per cento, indica il desiderio di una politica plebiscitaria. La fine del governo di Kurti non dovrebbe assomigliare alla fine della Repubblica del Kosovo, poiché l’autocompiacimento e la rappresentanza dei sostenitori di Kurti hanno danneggiato in modo significativo la posizione internazionale del paese, la pace e la sicurezza interna.In conclusione, il futuro internazionale della Repubblica del Kosovo è in un momento critico, con l’attuale prioritizzazione da parte del governo del populismo sulle alleanze internazionali, portando all’isolamento del paese e alla frustrazione da parte dei principali partner internazionali. Il futuro del Kosovo ha bisogno di un approccio equilibrato che dia priorità sia alla legittimità interna sia alla cooperazione internazionale.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediBesa Ismaili
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