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L’altra guerra de I Dannati, un western di proletari in divisaA un anno dalla fondazione,MACD Liberi e Uguali non esiste piùA un anno dalla fondazione, Liberi e Uguali non esiste piùA meno di un anno dalla sua fondazione, Liberi e Uguali, l'alleanza guidata da Pietro Grasso, ha decretato il suo definitivo fallimento di Asia Angaroni Pubblicato il 14 Novembre 2018 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservatapd#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Nei primi giorni del freddo dicembre 2017 nasceva a Roma Liberi e Uguali, la lista unitaria di Mdp, Si e Possibile che parte dall’articolo 3 della Costituzione. Pietro Grasso si presentava ai 1.500 delegati da tutta Italia: “Io ci sono, presto altri compagni di viaggio arriveranno. Il voto utile è portare in parlamento le richieste di chi non crede più nella politica”. In risposta, gelo totale da parte del PD. Sul palco si parlava delle contraddizioni del Paese, del dramma della precarietà sul lavoro e di chi cura i migranti che scappano da guerra e fame. Nessun contrasto tra una società civile virtuosa e una vecchia politica corrotta, ma il desiderio di disossare il terreno della sinistra facendo i conti con la realtà circostante, soprattutto quella più socialmente degradata e in difficoltà. O almeno così predicavano da quel palco.Il tentativo era quello di dare un messaggio di novità e freschezza lontano dall’idea di un raggruppamento nato dalla spinta di un ceto politico nostalgico, unito probabilmente dal rancore anti-renziano, formato dai grandi esclusi. Tra loro Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani. Tuttavia, a meno di un anno dalla sua fondazione, l’alleanza guidata da Pietro Grasso si è definitivamente sfaldata. Quella che si proponeva come rinascita di un partito completamente sfiduciato si è persa nell’ennesima scissione.Liberi e Uguali, la sua fineSabato 10 novembre 2018 il coordinamento di Articolo 1 – MDP, il partito formato dai dirigenti usciti dal PD all’inizio del 2017, ha annunciato la sua fuoriuscita dalla lista-coalizione messa in piedi prima delle ultime elezioni politiche. “Vogliamo rimetterci in discussione in un campo nuovo”, avevano scritto i coordinatori del partito guidati dal segretario Roberto Speranza. E ancora: “Vogliamo costruire una nuova forza della sinistra italiana.Allo stesso tempo, offrire il nostro contributo per riorganizzare, in modo plurale, il campo dell’alternativa alla destra in Italia e in Europa”. La decisione, dopo le schiaccianti delusioni elettorali e molti abbandoni, segna la fine dell’ennesimo progetto attorno al quale la sinistra italiana ha provato a riunirsi. Per altri, al contrario, si tratta dell’inevitabile fine di un gruppo elettorale che non ha mai avuto la forma di un partito o quantomeno caratterizzato da contorni di labile definizione.La causa del fallimentoLa causa ultima del fallimento di questo progetto è stato lo scontro e la successiva separazione delle sue due componenti principali. Da un lato gli esclusi del PD, come Pierluigi Bersani e Roberto Speranza. Dall’altro, si schiera il partito Sinistra Italiana, il gruppo che discende da SEL di Nichi Vendola e oggi guidato da Nicola Fratoianni. I primi vorrebbero riallacciare i rapporti (almeno parzialmente) con il Partito Democratico. Il giornalista parlamentare Ettore Maria Colombo sul suo blog ha spiegato la situazione. “Il nucleo duro dei bersaniani vuole riconnettersi, sentimentalmente e politicamente, con un PD che torna a rimettere la barra a sinistra. Mentre non vuole saperne proprio di finire in una ridotta della sinistra radicale”.Al contrario, Sinistra Italiana, con l’appoggio del leader di partito, Pietro Grasso, non vuole saperne di riavvicinarsi al PD. A loro detta, si tratta di un partito troppo centrista e con loro inconciliabile. Preferiscono stringere alleanze a sinistra, per esempio con il Movimento “Dema”, di cui da tempo si fa portavoce il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Con la separazione di queste due componenti, il progetto Liberi e Uguali è definitivamente tramontato, anche se probabilmente resterà ancora formalmente unito alla Camera, dove grazie a una deroga i suoi 14 deputati sono riusciti a formare un gruppo autonomo. Ancora incerte le sorti future del nome e del simbolo del partito: Grasso sembrerebbe intenzionato a continuare a utilizzarlo.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
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