File not found
MACD

Como, turista 18enne violentata sul lungolago: la denuncia

Colera in Sardegna, l’Iss smentisce la presenza di un casoMilano, tram deraglia e finisce contro un albero: sei feritiIncidente a Brusaporto oggi, auto contro tir: conducente morto carbonizzato

post image

Meteo, l'Italia è spaccata in due: nubifragi al Nord, caldo torrido al SudLe motivazioni della sentenza di condanna dell’ex presidente della Camera a 2 anni e otto mesi per la vendita della casa di Montecarlo di proprietà del partito di cui era segretario che finì nelle mani del cognato. Per i giudici Fini «non poteva non sapere»«Dagli atti ho appreso che quella società era stata costituita da Giancarlo Tulliani e da sua sorella Elisabetta con danari provenienti da Corallo. Non sapevo assolutamente nulla nel dicembre 2008».Gianfranco Fini,ETF ex leader di Alleanza Nazionale ed ex presidente della Camera, dice di essere stato ingannato. Lo fa nel processo in cui lo scorso 30 aprile è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per aver autorizzato la vendita della casa di Montecarlo di proprietà del partito di cui era segretario e al centro dell’operazione di lavaggio di soldi sporchi da parte del re delle slot Francesco Corallo.LE MOTIVAZIONIIn altre parole Fini ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza dell’origine illecita del denaro con cui venne acquistata la casa donata ad An dalla contessa Anna Maria Colleoni. Ma oggi i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Roma lo smentiscono e in novantasette pagine spiegano perché si è arrivati alla condanna.Fini, secondo il collegio presieduto dalla giudice Roberta Palmisano, sapeva chi si celasse dietro la società acquirente dell’immobile «già prima che fosse autorizzata la vendita». Inoltre, Fini «contrariamente a quanto da lui sostenuto – si legge ancora nelle motivazioni della sentenza – non si limitò a commettere una leggerezza che poteva mettere a rischio la sua posizione. Con la sua condotta l’imputato, che in passato aveva negato la vendita all’immobiliarista Apolloni Ghetti per il solo fatto che questi era iscritto al partito Alleanza Nazionale, non si limitò quindi a ledere l’interesse del partito avvantaggiando i fratelli Tulliani che sapeva interessati all’affare. Giova infatti aggiungere – continua il collegio – che la posizione istituzionale ricoperta da Fini, il quale all’epoca era la seconda carica dello Stato, non rende credibile che egli non si sia adoperato per accertare l’identità di acquirente e finanziatore».Per i giudici del tribunale capitolino, oltre a sapere, Fini infatti «condusse personalmente le trattative» di compravendita e, come già detto, «ben sapeva che il prezzo sarebbe stato consegnato in contanti al venditore e che la provvista sarebbe stata rimessa sul conto corrente del notaio da una società offshore».L’ex leader di Alleanza Nazionale fissò, tra le altre cose, il prezzo dell’immobile sito in boulevard Princesse Charlotte numero 14 a trecentomila euro, «un prezzo notevolmente superiore – è ancora scritto negli atti – rispetto a quello di mercato». Un fatto, quest’ultimo, che «Fini conosceva, per aver egli stessi dato l’incarico di valutazione dell’immobile».In ultimo i giudici rilevano come «i rapporti tra Fini e Corallo erano divenuti più assidui e coinvolgevano anche il “cognato” Giancarlo Tulliani». In più «deve ritenersi che proprio Fini era il tramite dei rapporti tra Tulliani e Corallo presso il quale lo aveva introdotto perché potesse stringere affari (…). Del resto Fini, la cui condotta materiale integra il reato di riciclaggio, era consapevole che Tulliani era un immobiliarista privo di una solida posizione professionale».Nello stesso processo – i pubblici ministeri Maria Teresa Gerace e Barbara Sargenti per Fini avevano chiesto 8 anni di carcere – è stata condannata a 5 anni l’ex compagna dell’ex presidente della Camera Elisabetta Tulliani. Condanne anche per i familiari di quest’ultima: per il fratello Giancarlo (6 anni) e per il padre Sergio (5 anni). Per tutti l’accusa è appunto quella di riciclaggio. E sempre nel procedimento, originariamente, erano anche coinvolti il già citato imprenditore catanese Francesco Corallo, diventato miliardario grazie alla concessione statale per gestire il gioco d'azzardo legalizzato, e l’allora parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta: per entrambi è scattata la prescrizione delle accuse. ItaliaIl ripensamento degli ultimi 30 anni a destra e sinistraMarco DamilanoLA VICENDAI fatti risalgano a oltre quindici anni fa, quando a luglio 2008 Alleanza nazionale vende l'appartamento di Montecarlo, in Boulevard Principesse Charlotte 14. L’immobile, come già rilevato era stato donato al partito di Fini dalla contessa Anna Maria Colleoni e poi era stato acquistato da Giancarlo Tulliani attraverso una società off-shore. La procura ipotizzò il riciclaggio del denaro impiegato per l'acquisto della casa: i soldi sarebbero stati reimpiegati dalla famiglia Corallo, attiva nel settore delle videolottery, in attività finanziarie a cui avrebbero partecipato anche i Tulliani. Da qui gli accertamenti sull’immobile di Boulevard Principesse Charlotte 14, nel principato di Monaco, finito nella disponibilità di Tulliani. Secondo la procura, Fini sarebbe stato a conoscenza appunto dell’origine illecita del denaro, e avrebbe consapevolmente deciso di vendere la casa di Montecarlo alle offshore di Tulliani. L’ex leader di An, affermando di aver autorizzato la vendita della casa non sapendo cosa vi si celasse dietro, ha sempre sostenuto di essere stato “ingannato” dai Tulliani, con Elisabetta che in una delle udienze ha al contrario “scaricato” il fratello Giancarlo, rilasciando delle dichiarazioni inequivocabili: «Ho nascosto a Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo. La provenienza di quel denaro, che ero convinta fosse di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita. Spero di avere dato con questa dichiarazione un elemento per arrivare alla verità».VERSO L’APPELLOCon le motivazioni dei giudici si chiude il primo atto di una vicenda durata quasi dieci anni: iniziò non a caso nel 2008, nello stesso periodo in cui il rapporto tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi si incrinò tanto che il primo uscì dal Pdl e fondò Futuro e Libertà. Il processo sulla compravendita opaca, al contrario, ha preso avvio solo nel 2018, rimanendo fermo per tre anni.«La sentenza di fatto assolve Gianfranco Fini su tutti i capi di imputazione e si limita paradossalmente a ricorrere al concetto del dolo eventuale che tradotto altro non è che il ben poco apprezzabile “non poteva non sapere”», commentano i legali di Fini, Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno. Gli avvocati aggiungono di confidare nell’appello. «Vi confidiamo – concludono i penalisti – perché lo stesso tribunale afferma a chiare note che nessun profitto è stato tratto da Gianfranco Fini da tutte queste operazioni finanziarie che non lo hanno minimamente riguardato». © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediEnrica RieraNata a Cosenza nel 1991, giornalista. Una laurea in giurisprudenza e un diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Un passato da redattore nei giornali locali. Collabora con il servizio cultura de L’Osservatore Romano.

Trieste, ragazzino folgorato dai cavi della corrente della ferrovia: è graveL'autista che provocò l'incidente in cui perse la vita Davide Rebellin eliminò le prove usando la saliva

Incidente Santo Stefano, l'esito degli esami tossicologici: la donna era già stata denunciata

Turista sfregia il Colosseo con il nome della fidanzata: la controversa lettera di scuseAnziani litigano per una partita di carte: 78enne si prende una sedia in testa e finisce in coma

Picchiano capotreno e poi partono indisturbati per le Canarie: sei indagatiUltima Generazione: imbrattato il selciato del Battistero di Firenze

600mila euro spariscono dai conti correnti: arrestata direttrice di un ufficio postale

Frignano, giovane padre muore all'età di 36 anniParatico, 42enne minaccia di suicidarsi: salvato dai sanitari

Ryan Reynold
Omicidio Michelle Causo, pista del ricatto hot: l'assassino denunciato in passatoIncidente Santo Stefano, il nonno sopravvissuto: "Io vivo perché camminavo un po' più dietro"Incidente a Santo Stefano di Cadore, parla il nonno del bambino morto: "Abbiamo paura che il colpevole scappi"

ETF

  1. avatarLa stupra, poi cerca di comprare il suo silenzio: denunciato e arrestatoBlackRock

    Patrick Zaki sarà in Italia il 23 luglio: attesa la festa a BolognaFulmine colpisce un albero a ColicoBagnina 19enne salva cinque persone al primo giorno di lavoro"Malori all'improvviso, potevamo morire": il racconto delle vittime del tonno tossico

    1. Maturità 2023, Prova Invalsi: uno studente su due non capisce ciò che legge

      1. avatarTrentino, bimba in ospedale per intossicazione alimentare: ecco cosa ha mangiatoBlackRock

        L'ultimo saluto alla piccola Leila Kurti, morta a 6 anni

  2. avatarMaxi multa a Tim e Dazn: sanzionate per l'accordo sui diritti della Serie ACampanella

    Palermo, 20enne muore carbonizzato dopo un terribile incidenteMorto il manager Fabio Cairoli: fatale un malore sul suo yachtNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 321La stupra, poi cerca di comprare il suo silenzio: denunciato e arrestato

  3. avatarAllerta meteo arancione mercoledì 12 luglio 2023 nella Regione Lombardiacriptovalute

    Novi di Modena: bimbo di 2 anni annega in piscinaOmicidio-suicidio a Bologna, Atos Ricini uccide la madre con il fucile e si toglie la vitaRitrovato morto dopo essere andato al lavoro: cosa è accaduto a Roberto Musu?Roma, collaboratore scolastico tocca studentessa e viene assolto

Incendio ad Amalfi, le fiamme raggiungono il centro abitato

Catania, scontro tra auto e moto: morto il giovane centauro Christian ValentiStrage di Erba, giudice Tarfusser sotto accusa*