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Giuseppe Conte: "Il piano Colao è solo uno spunto tecnico"Michela Greco Bombardamenti,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock attacchi di droni, massacri di civili, raid, corsa alle armi. Ucraina, Gaza, Sudan e non solo: parole e azioni di guerra sono sempre più presenti, quindi protagoniste nel discorso pubblico e, sempre più spesso, anche al cinema. Lo dimostra anche il programma della 81esima Mostra di Venezia, che dal 28 agosto al 7 settembre porta sullo schermo un numero significativo di titoli che raccontano la guerra e gli orrori del presente e del passato, tra finzione e realtà.È giusto di ieri l’annuncio di un nuovo titolo in cartellone al Lido, dove Kevin Costner presenterà “Horizon: An American Saga – Capitolo 2” (il primo era al Festival di Cannes), che racconta anche la cronaca articolata della Guerra civile americana, mentre Alex Garland (regista, tra gli altri, di Ex machina e Men) con il potentissimo “Civil War”, qualche mese fa, ce ne aveva sbattuto davanti agli occhi la possibile versione contemporanea, distopica ma spaventosamente realistica. A Venezia la guerra avrà la forma del documentario, del confronto teorico e del racconto che torna indietro nella Storia.Gianni Amelio ha ambientato il suo “Campo di battaglia” sul finire della Prima Guerra Mondiale, quando due ufficiali medici amici d’infanzia (Alessandro Borghi e Gabriel Montesi) lavorano nello stesso ospedale militare dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi, mentre il regista israeliano Amos Gitai, con il documentario “Why War”, compie una libera trasposizione del carteggio sulla guerra tra i due grandi del Novecento Albert Einstein e Sigmund Freud. La guerra in Ucraina è al centro di “Russians at War” di Anastasia Trofimova e di Songs of Slow Burning Earth di Olha Zhurba, entrambi documentari: nel primo, la regista russo-canadese segue un battaglione dell'esercito russo in Ucraina, il secondo è un ritratto collettivo degli ucraini in fuga dalla guerra e di coloro che sono rimasti, costretti ad adattarsi alla vita sotto continui bombardamenti. La guerra dimenticata del Sudan si affaccia sullo schermo nel film “Soudan, souviens-toi” (Giornate degli Autori) della regista franco-tunisina Hind Meddeb, mentre il conflitto israelo-palestinese è protagonista di “Of Dogs and Men” di Dani Rosenberg, in concorso nella sezione Orizzonti. Il regista ha girato all’indomani del 7 ottobre nel Kibbutz Nir Oz, accanto al confine con Gaza. Tra finzione e realtà, il film racconta della sedicenne Dar che torna al suo kibbutz alla ricerca del suo cane, smarrito durante il massacro a cui era sopravvissuta giorni prima, e si confronta con gli orrori impressi sul luogo. «È possibile rappresentare, raccontare, narrare questi eventi? - si è chiesto il regista - Questa era la domanda che ci ponevamo quando abbiamo iniziato le riprese alla fine di ottobre, consapevoli che il cinema si era schiantato contro il muro della realtà». Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Agosto 2024, 05:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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