Terremoto in Turchia, il bilancio aggiornato: 3.705 morti e 16.812 feritiPallone spia cinese: l'abbattimento fa infuriare PechinoSpagna, ha svolto il lavoro di casalinga per 25 anni: le verranno riconosciuti 200 mila euro
Allerta per 158mila persone: in arrivo ciclone Freddy in MozambicoA nordest Zaia e Fedriga non ammettono intrusioni,Professore Campanella in Lombardia FdI è dominante e il progetto nazionale è già fallito, con fastidio dei dirigenti del sud. Ma per ora i nemici interni del Comitato Nord fondato da Bossi non hanno le forze per competere, infatti si sono ritirati dalla corsa alle regionali in Lombardia. In questo quadro nessuno può ancora insidiare la segreteria di Salvini, che però rischia di rimanere a logorarsi un passo indietro a Giorgia Meloni. Una vittoria è una vittoria e in Friuli Venezia Giulia questo è stato per la Lega. Tuttavia, il partito di Matteo Salvini continua a ribollire e sotto la cenere rimangono le divisioni interne. La vittoria di Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia, infatti, è stata la certificazione che la Lega ormai abbia due facce anche al nord. La meno sorridente per Salvini è quella del nordest di Fedriga e Luca Zaia in Veneto. Qui i due governatori sono depositari della credibilità del partito e lo sorreggono dal punto di vista elettorale. Zaia con la sua lista nel 2020 ha preso un plebiscitario 44 per cento, lasciando il partito al 17 per cento. Il listino di Fedriga, invece, ha corso testa a testa con la Lega, rimanendo indietro di poco più di un punto con il 17,7 per cento. Poco più dei voti che sono mancati alla lista della Lega, che nel 2018 aveva totalizzato il 34 per cento e cinque anni dopo si è fermata al 19. ItaliaIl voto in Friuli-Venezia Giulia spiazza tutti i partiti tranne la LegaGiulia Merlo Il nordest Con due conseguenze: nel fortino del nordest la Lega regge all’onda di Fratelli d’Italia grazie ai due uomini forti, ma Salvini per entrare deve chiedere il permesso. Qui il segretario non può permettersi di dettare legge nelle candidature o nelle mosse politiche senza l’avvallo dei governatori. I quali fanno spesso sentire la loro voce perchè Roma ascolti. L’ultimo a farlo è stato Zaia, che considera Fedriga «un suo discepolo» e da sempre è il più loquace dei due sul fronte politico nazionale. A fronte dell’affermazione del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, secondo cui si dovrebbe «rinunciare a una parte dei fondi a debito» visto che c’è il rischio che non si riescano a spendere, Zaia ha risposto che «se qualcuno alla fine proprio non riesce a investire queste risorse, piuttosto che rimandarle indietro all'Europa è meglio girarle a chi le sa investire». Il Veneto, per esempio. Per ora, tuttavia, nè Zaia nè Fedriga hanno dato segnali veri di volersi scontrare con il segretario. Tra i due il predestinato sarebbe il friulano, ma per ora – visto che la Lega nazionale perde consensi ma non ha subito veri tracolli – regge ancora una sorta di patto di non belligeranza e di coabitazione. Lasciando Salvini a logorarsi, un passo indietro a Giorgia Meloni. ItaliaLe purghe salviniane nella Lega. Chi critica il leader è fuoriStefano Iannaccone La Lombardia Diversa dal nordest è invece la Lombardia. Nulla a che fare coi profili dei colleghi triveneti: qui, nella culla del partito, il presidente Attilio Fontana è sì stato rieletto, ma la Lega che lo sosteneva è stata staccata di dieci punti da Fratelli d’Italia. Con la conseguenza che il partito di Giorgia Meloni, capitanato dal duo Ignazio La Russa-Daniela Santanchè, ha fagocitato i posti più pesanti nella giunta regionale. Nonostante ne abbia mantenuto la guida con un suo fedelissimo, anche in Lombardia Salvini deve guardarsi le spalle. Dalla regione, infatti, è partita da mesi la guerriglia interna al partito con la nascita della prima corrente ufficiale, “Comitato Nord”, guidata dal fondatore Umberto Bossi. Obiettivo chiaro: riportare la Lega agli antichi fasti della questione nordista e disarcionare il segretario che ha sognato una lega nazionale e nazionalista, erodendo le sue fondamenta a partire dai congressi locali. Per ora, tuttavia, l’operazione è in stand-by per decisione dello stesso Bossi. Prima delle regionali, il Comitato Nord – che raccoglie quattro ex consiglieri regionali che si erano ribellati alla linea di Salvini ed erano stati espulsi dal partito – era pronto a presentarsi con una sua lista autonoma rispetto a quella della Lega e si era addirittura svolto un tavolo con Fontana per convincerlo a farla entrare come lista aggiuntiva nella sua coalizione di centrodestra. Davanti al no perentorio di Salvini, il Comitato Nord era entrato in trattativa con Letizia Moratti e l’accordo era sostanzialmente chiuso, fino a quando Bossi non ha imposto a tutti di rinunciare alla corsa. Dietro la scelta del vecchio leader, ci sarebbe stato il fatto che «anche al loro interno quelli del Comitato erano divisi, con Paolo Grimoldi da una parte e Angelo Ciocca dall’altra», ha spiegato chi ha fatto parte delle trattative. Dunque, davanti alla prospettiva di liquefarsi subito, Bossi ha deciso di prendere tempo. Anche perchè candidarsi a sostegno di Moratti avrebbe voluto dire uscire definitivamente dalla Lega. «Al Comitato Nord manca uno Zaia», è l’ulteriore spiegazione. Ovvero, qualcuno con il carisma sufficiente da insidiare Salvini dall’interno. ItaliaDue per mille, FdI e Pd incassano più di tutti. La Lega crolla anche al nordStefano Iannaccone Il Sud Con questo scenario al nord, dunque, Salvini per ora non ha ancora un vero avversario da temere. Nell’equilibrio presente, con i governatori triveneti al loro posto e la Lombardia ancora presidiata dai suoi seppur ridimensionati, la sua sedia in via Bellerio non è formalmente in discussione. Tuttavia, nel partito è ormai chiaro come il vero fallimento di Salvini sia stato il progetto espansionistico al centro-sud della Lega nazionale. Perdendo la parola “nord” con la svolta sovranista, il segretario – galvanizzato dal 34 per cento alle europee – si era convinto di poter perdere il connotato regionale e ha imbarcato nel progetto numerosi esponenti locali, dal plenipotenziario in Sicilia Antonino Minardo al sottoregretario laziale, Claudio Durigon fino a Domenico Furguele in Calabria. Tuttavia, proprio con le regionali in Sicilia è definitivamente tramontato il progetto “Prima l’Italia”, che doveva imbarcare liste civiche e autonomiste nel nuovo contenitore targato Lega. Risultato: fastidi e lamentele da parte dei deputati leghisti del sud che si sentono ormai sempre più fuori dal progetto leghista, alcuni dei quali guardano con sempre maggiore interesse a FdI. Anche perchè le regionali nel Lazio con l’8 per cento e quelle in Sicilia con il 6 non lasciano ben sperare per il futuro. Salvini sta cercando di contenere questi movimenti: si è caricato sulle spalle il progetto del ponte di Messina, che «stima 100 mila posti di lavoro in cinque anni» ed è il «sogno di milioni di italiani». Soprattutto in vista del dossier Autonomia del leghista Roberto Calderoli che accenderà le ire del sud ma su cui Zaia e Fedriga non ammettono rinvii. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
Turchia, nuova scossa di terremoto di magnitudo 5.6Filippine, terremoto di magnitudo 6.0 in mare: non verrà emessa alcuna allerta tsunami
Raid aerei sulla Striscia di Gaza: colpiti centri di addestramento
Perù, casa crolla sulle rive del fiume: 2 mortiProiettili all'uranio impoverito: lo scenario ucraino dell'arma peggiore di tutte
Terremoto in Turchia e Siria: i morti salgono a 2300Fortissima scossa di terremoto in Giappone di magnitudo 6.1
Il Consiglio d'Europa chiede di cancellare il codice di condotta delle OngSi trasferisce nella stessa casa di riposo della moglie: la sorpresa
Bimba di 4 anni trovata morta: era scomparsa da settimaneDimenticano di fare il biglietto per il figlio e cercano di lasciarlo in aeroporto: arrestatiGuerra Ucraina, la Russia senza risorse entro la fine della primaveraNapoli è in lutto: scomparso a 36 anni lo staffista Giuseppe Sbrescia
Germania, sparatoria nella chiesa dei Testimoni di Geova ad Amburgo: 8 morti e 24 feriti
Sparatoria nella metropolitana di Washington, uomo armato uccide un dipendete e ferisce tre persone
Uomo fugge con il furgone e investe i passanti: 3 feriti a New YorkPioggia di "vermi" a Pechino: ecco cos'è accaduto e quali sono le ipotesiElon Musk prende in giro un dipendente di Twitter in sedia a rotelleTerremoto in Grecia: scossa di magnitudo 4.7 nel golfo di Arta
Usa, banche sotto pressione e borse ko, Biden: "I vostri risparmi sono al sicuro"Iran, nuovi casi di studentesse avvelenateTerremoto in Turchia: terra spaccata per 150 km, Anatolia spostata di 3 metriBarca sovraccarica si ribalta in Pakistan, morti 49 bambini