File not found
trading a breve termine

Morto Fratel Biagio Conte: la comunità di Palermo in lutto

Valtellina, tragico incidente costa la vita a una ragazza di 21 anniPerde il controllo dell'auto e finisce contro un muro: ferito un uomoIncidente a Veronella, auto esce di strada e finisce nel canale: tre vittime. Salvo un giovane

post image

Neopatentato si schianta contro tre auto da ubriaco: patente ritirata dopo neanche un giornoQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,ETF ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 590"Lui è un bravo ragazzo, ha sparato alla prof ma ha capito l'errore"

Anziano colpito con un pugno in faccia davanti a un bar: è in pericolo di vita

Bocconi avvelenati nel catanese: 5 cani uccisiRischiò di morire in un incidente, dopo nove mesi è tornato a casa: Bono festeggia Francesco Mulas

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 585Spari in classe alla prof, chiesta lettera di scusa per ritirare la denuncia: genitori in disaccordo

Sventa un attentato sul bus a Venezia, l'autista: "Così ho messo tutti in salvo"

Sfrattato da casa e costretto a dormire in macchina: morto a causa del freddoIncendio in uno stabile a Milano: uomo si getta dalla finestra

Ryan Reynold
Covid, Iss: “In Italia, reinfezioni e indice Rt sono in aumento”Investito sulle strisce pedonali: morto 29enneTravolto ed ucciso dal treno sulla Venezia-Bologna

VOL

  1. avatarAutista si masturba mentre è alla guida, i passeggeri lo filmano e pubblicano il video sui socialcriptovalute

    Covid, Bassetti sui sintomi di Kraken: "Non si torni alle mascherine"Alice Neri: il mistero dell'auto che l'ha inseguita la notte della sparizione, indagini aperteNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 605Scompare nel nulla: scheletro ritrovato dopo un anno vicino a casa

      1. avatarMatteo Messina Denaro: il giallo del selfie con l'infermiere della clinica La MaddalenaProfessore Campanella

        Muore giovane dipendente di un supermercato, piangono due città

  2. avatar 22enne morto in fabbrica, lo zio: "Il suo sogno era sposarsi"Capo Analista di BlackRock

    Chi è Patrizia, la sorella a cui Messina Denaro era legatissimoVolturno in piena: strade e abitazioni allagate a Capua, allerta gialla fino a domaniMatteo Messina Denaro in carcere: cosa potrà e non potrà fareAlbero Caduto a Napoli: distrutte le auto in sosta

    VOL
  3. Bologna, muore travolto da pirata della strada: l'appello della famiglia17enne si toglie la vita: il prof di matematica lo prendeva in giroAbbandona la figlia di 5 anni per andare al lavoro: bimba da sola per 8 ore 22enne morto in fabbrica, lo zio: "Il suo sogno era sposarsi"

Trovato morto Omar Neffati: il 27enne è sempre stato in prima fila per la difesa dei diritti

Alessandra Matteuzzi, il messaggio alla madre dell'ex: "Non voglio morire"Non esistono latitanti imprendibili, solo fiancheggiatori bravi*