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Migranti, il costituzionalista Azzariti: “Da Meloni reazione scomposta, qui è in gioco lo Stato di diritto. Cambi la legge o lo farà la Consulta”A Marsiglia la cagliaritana trionfa nel windsurf,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock classe iQFOil, al debutto olimpico. Con una virata perfetta vince la finale a tre dalla nostra inviata Elisabetta Esposito 4 agosto - 09:16 - PARIGI Marta Maggetti Catturare il vento e controllare il mare le regala sempre un gusto particolare, "perché hai la sensazione di domare la natura, o meglio di fartela amica". Se l’impresa ti riesce in una medal race olimpica, allora ci si può davvero esaltare. Marta Maggetti, 28 anni, cagliaritana doc, nelle acque poco gestibili di Marsiglia, ieri ha conquistato l’oro dell’iQFOil, classe esordiente di windsurf che a Parigi ha sostituito la RS:X. Un oro che all’Italia mancava da Sydney 2000, quando a trionfare era stata Alessandra Sensini, una che ai Giochi ha vinto anche due bronzi e un argento, a Pechino 2008, ultima medaglia azzurra nella specialità. Dietro Marta si sono piazzate la campionessa del mondo israeliana Sharon Kantor e la britannica Emma Wilson, favorita per la vittoria dopo essere stata in testa nelle regate opening series di qualificazione. È stata fenomenale Marta, "e adesso, con questo pesantissimo oro al collo, sento un’emozione livello 10". Quando ha capito di essere stata la più brava di tutte, prima ha esultato in ginocchio sulla sua tavola, poi si è buttata in acqua e dopo averla sventolato a lungo la bandiera dell’Italia se l’è legata al collo. Il suo sorriso è contagioso, con lei ha festeggiato tutto il Paese. Marta ha pianto soltanto una volta, ma non dopo l’oro né durante la premiazione in cui finalmente ha potuto toccare quella medaglia tanto speciale. Lo ha fatto al termine della semifinale del mattino, quella che le aveva permesso di accedere alla finale a tre: "Quando ho capito di aver davvero portato a casa una medaglia mi sono scese le lacrime, sono stata sopraffatta dall’emozione. I fantasmi di Tokyo, dove avevo chiuso al quarto posto, erano spariti. Per fortuna sono stata capace di riprendermi in fretta e gestire la finale con la massima concentrazione". la gara decisiva— Una finale in cui Marta ha messo grinta e tanta testa. Non è partita al meglio, ha recuperato al secondo giro e con una virata perfetta, nel punto giusto e al momento giusto, si è portata in testa. Fino alla fine. "Sono stata brava a rimanere lucida, anche se a un certo punto ho sentito le gambe tremare, non è stato facilissimo resistere. Di certo mi ha aiutato non essere alla prima esperienza olimpica, ma la finale è sempre la finale, basta un piccolo errore per compromettere il lavoro di anni". Lo sa bene Wilson, che ha sbagliato valutazione su un lato di bolina: "Mi dispiace tantissimo per Emma - dice Marta e ha anche l’aria di essere sincera - è una mia cara amica, gareggiamo insieme da quando siamo piccole. Fino alla finale era stata bravissima, il distacco tra me e lei era importante, ma questa formula, di certo affascinante, ti obbliga a dare il meglio fino all’ultimo istante. Un motivo in più per non perdersi mai d’animo". il percorso— Ma Maggetti, già campionessa del mondo nel 2022, è stata bravissima nell’intero percorso olimpico: "La settimana è iniziata bene, il primo giorno ho chiuso seconda e poi sono stata terza fino a garantirmi le semifinali. In finale poi ho dato il colpo di grazia. Il momento più difficile? Direi l’ultima sfida di qualificazione, non ho fatto buoni parziali, ero un po’ preoccupata ma poi è andato bene. Gli slittamenti per mancanza di vento? Siamo abituati, ci capita spesso di restare in attesa a guardare cielo e mare". mai ferma— La passione di Marta per la tavola esplode quando aveva 8 anni, complice il papà che al Poetto si divertiva con il windsurf. Prima aveva provato pallacanestro, minivolley e ginnastica artistica. "Anno dopo anno ho capito che quella era la mia strada, ho iniziato a fare le mie prime gare giovanili, prima nazionali e poi internazionali e la cosa funzionava. Quindi non ho più smesso. Del resto il mare resta il mio elemento, faccio anche surf da onda e wing foil. E ovviamente mi piace nuotare". Gli allenamenti quando si arriva a questi livelli sono sempre impegnativi: "Lavoro 365 giorni l’anno, se manca il vento vado in palestra, comunque mi do sempre da fare. Anche perché non so proprio stare ferma...". Lontano dall’acqua ama "la fotografia e dipingere", sulla situazione sentimentale glissa: "Non si può dire, ma sono impegnata". E allora passiamo alla dedica per questo oro tanto importante: "Quella vera non posso rivelarla, ma posso dirvi che è anche per il mio allenatore, Riccardo Belli Dell’Isca, per i miei genitori Alessandro ed Elisabetta e per Gigi Riva". Adesso un po’ di meritate vacanze? "A dire il vero saranno brevi, mi aspettano i campionati italiani a settembre e quelli europei a ottobre, entrambi nella mia Cagliari". Appuntamento in Sardegna allora? "No, per me ormai il vero appuntamento è Los Angeles". Determinata. Anzi, di più. Probabilmente soltanto così si arriva a vincere un oro olimpico. E l’Italia non può che esserle grata. Vela: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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