Global Media Forum: anche Adnkronos all’evento in Azerbaigian dedicato all’informazioneAutobomba a Mosca, boss servizi segreti nel mirino: news e smentiteTrump, Netanyahu e la minaccia della Terza guerra mondiale: cosa hanno detto
Ius soli sportivo, Abodi: "Pronto a rifletterci, ma priorità è talento nazionale" - Tiscali NotizieLa pronuncia ha dichiarato incostituzionale l’articolo 13 della legge sulla stampa del 1948 che faceva scattare obbligatoriamente la reclusione da uno a sei anni nel caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa compiuta mediante l’attribuzione di un fatto determinato. «Oggi resta la possibilità di condanna alla reclusione per diffamazione a mezzo stampa od attribuzione di un fatto determinato. Ma il giudice può orientarsi verso la sola pena pecuniaria»,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella spiega la penalista Giovanna Corrias Lucente, con una lunga esperienza professionale nel settore. Servirebbe un ripensamento globale della materia, ma la sentenza della Corte costituzionale rischia di essere l’alibi per l’inerzia del parlamento, che già avrebbe dovuto intervenire. L’intervento della Corte costituzionale sulla prigione per i giornalisti riapre un capitolo mai affrontato a livello parlamentare, nonostante gli stessi giudici della Consulta avessero sollecitato un intervento del legislatore. La pronuncia ha dichiarato incostituzionale l’articolo 13 della legge sulla stampa del 1948 che faceva scattare obbligatoriamente la reclusione da uno a sei anni nel caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa compiuta mediante l’attribuzione di un fatto determinato. Rimane invece in piedi il terzo comma dell’articolo 595 del Codice penale sulla diffamazione, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni o la multa nel caso in cui l’offesa sia arrecata a mezzo stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità. «Quest’ultima norma consente infatti al giudice di sanzionare con la pena detentiva i soli casi di eccezionale gravità», si legge nel comunicato stampa della Consulta, che depositerà il testo della sentenza nelle prossime settimane. Cosa succede ora La decisione, dunque, fa sì che l’ipotesi del carcere per i giornalisti in caso di diffamazione a mezzo stampa venga relegato a casi di “eccezionale gravità” e sempre sulla base della valutazione di un giudice, dunque senza l’automatismo previsto dall’articolo 13 della legge sulla stampa, e riallinea la normativa italiana alla giurisprudenza europea in materia. L’iniziativa della Corte, tuttavia, è stata caratterizzata da enorme cautela ed è avvenuta solo dopo aver preso atto dell’inerzia del parlamento, che pure era già stato sollecitato a porre rimedio in via legislativa all’incostituzionalità della legge del 1948. «Oggi resta la possibilità di condanna alla reclusione ai sensi dell’articolo 595 comma tre, per diffamazione a mezzo stampa od attribuzione di un fatto determinato. Tuttavia la previsione è di una sanzione alternativa e dunque il giudice può orientarsi verso la sola pena pecuniaria», spiega la penalista Giovanna Corrias Lucente, con una lunga esperienza professionale nel settore. Tuttavia, la decisione della Consulta rende attuale la necessità di un intervento sistematico in materia che nasca da un’assunzione di responsabilità da parte del legislatore. La dichiarazione di incostituzionalità dell’articolo 13 della legge sulla stampa, infatti, mette in luce altre storture presenti nell’ordinamento. Un intervento sistematico «Serve un ripensamento globale della materia: è stato dichiarato incostituzionale l’articolo 13, ma si trascura che il codice penale prevede pene fino a tre anni per reati che riguardano la violazione della riservatezza», dice Corrias Lucente. Non solo: i reati che tutelano la violazione della riservatezza sono perseguibili d’ufficio, il che significa che l’ordinamento gli attribuisce maggiore pericolosità, mentre la diffamazione rimane perseguibile solo a querela e quindi solo dopo l’iniziativa di chi si è sentito danneggiato. «Ora, infatti, la violazione della riservatezza è punita più gravemente del danno all’onore e alla reputazione», spiega Corrias Lucente, evidenziando come reati di inferiore gravità risultino adesso maggiormente sanzionati rispetto alla diffamazione a mezzo stampa. Ora che la Consulta ha risolto lo storico dibattito, utilizzando la dichiarazione di incostituzionalità per ridurre a soli casi eccezionali l’ipotesi della pena detentiva per i giornalisti, il rischio è che questo diventi un ulteriore alibi per l’inerzia del parlamento. Le camere, infatti, hanno ciclicamente tentato senza successo di mettere mano in modo sistematico alla questione della libertà di stampa. I precedenti Nella passata legislatura a provarci era stato il Partito democratico, con un disegno di legge a prima firma di Walter Verini che doveva riformare diffamazione a mezzo stampa abolendo il carcere per i giornalisti e introdurre nuove previsioni contro le querele temerarie, utilizzate come strumento intimidatorio per condizionare il lavoro giornalistico. Il testo, tuttavia, si è arenato dopo ben quattro letture. In questa legislatura, invece, a tentare una riforma che però riguarda solo le querele temerarie è il senatore e giornalista del Movimento 5 Stelle Primo Di Nicola. Il suo disegno di legge punta a introdurre un deterrente contro questo strumento utilizzato per intimidire i giornalisti, stabilendo che chi agisce contro un giornalista in malafede o con colpa grave deve essere condannato a risarcirlo con una somma che sia almeno il 25 per cento di quella ingiustamente chiesta a titolo di risarcimento del danno. Il ddl, però, è fermo al Senato da gennaio 2020 e non è nemmeno calendarizzato. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo
Parigi 2024, 'Mr Olimpiadi' boccia la cerimonia: "Zero emozione, non ci sono solo i diritti"Goolsbee (Fed), se economia Usa si deteriora interverremo - Tiscali Notizie
Toti: "La 'Gamba civica' dira' la sua sul candidato presidente" - Tiscali Notizie
Ministero Salute, 'su uso profilattico informazione ragazzi determinante'Weinstein ha il Covid: ricoverato con polmonite bilaterale
Sesso, lo psicologo: "Ecco perché i giovani rischiano con 'sexy roulette'"Netanyahu: “Chi protesta contro Israele dalla parte di Hamas” - Ascolta
Un falco e una poiana contro i piccioni che rovinano gli Scavi di Pompei - Tiscali NotizieCome cambierà il Servizio Sanitario Nazionale con il Pnrr? Le novità dal 2026
Parigi 2024, programma oggi 28 luglio: azzurri in gara oggiToti: "A Roma tra amici, anche con FI a cui voglio bene" - Tiscali NotizieBorsa: a Milano apertura in rialzo, +0,79% - Tiscali NotizieMeloni, incontro con Macron in corso a Versailles - Tiscali Notizie
Covid Italia, contagi in aumento: ecco perché, sintomi nuove varianti
Estate e concerti, ecco il manuale di sopravvivenza
Bozza dl omnibus, 25 articoli, da proroghe fisco a Scampia - Tiscali NotiziePapa: Francisco, la paz es duradera solo si parte del perdón - Tiscali NotizieParigi 2024, Mattarella e gli applausi di Casa Italia - VideoFontana: "Ruolo Italia non sminuito da voto su von der Leyen" - Tiscali Notizie
Sesso, lo psicologo: "Ecco perché i giovani rischiano con 'sexy roulette'"Parigi 2024, nuovo caso di doping: sospesa una pugile nigerianaL'utile di Bper sale a 724 milioni, piano il 10 ottobre - Tiscali NotizieBerruto (Pd): "Esclusa candidatura Rampelli da Federnuoto, no a strumentalizzazione sport" - Tiscali Notizie