File not found
investimenti

Sicurezza sul lavoro. La “patente a punti” e l’attestato di “buona condotta”: tra il dire e il fare… - Tiscali Notizie

Attacco a Odessa, il commento di Tajani: "Un atto indegno"Mi manda Picone. Competenze? No, grazie. Si diventa assessore “in quota a” o come “espressione di”  - Tiscali NotizieI taccuini dei ricordi. Notti spagnole, il debutto di “El País” e l’idea di uscire con “El Mensajero” - Tiscali Notizie

post image

Patrick Zaki rifiuta il volo del governo, Tajani: "Torna come vuole"Due nuove uscite indipendenti e low budget mettono in scena dinamiche magnetiche per lo spettatore. Si tratta di May December di Todd Haynes e di Sopravvissuti dell’esordiente Guillaume RenussonParliamo di coppie. Non di coppie convenzionali,MACD amanti, ex amanti o in procinto di, amici del cuore e varianti. Parliamo di coppie fuori catalogo, collisioni provvisorie, orbite lampo, composti chimici effimeri capaci però di innescare reazioni a catena.Coppie di questa natura sono il solo – ma rilevante – collante di May December di Todd Haynes e di Sopravvissuti (Les Survivants) dell’esordiente Guillaume Renusson. Sono due film indipendenti e low budget. Escono entrambi il 21 marzo, rispettivamente con Lucky Red e con NoMad.Entertainment.May December: la musica è il codice La coppia di May December ha il lustro di due primedonne, Julianne Moore e Natalie Portman, promotrice e coproduttrice. Per inciso il film di Todd Haynes era candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Samy Burch. E per bizzarro che sia la chiave del rapporto di coppia (più conflittuale che sentimentale) va ricercata nella colonna sonora.Per chi ha memoria di Messaggero d’amore, mirabolante Joseph Losey del 1971, ritrovare qui la partitura inquietante di Michel Legrand riadattata da Marcelo Zarvos è uno scossone emotivo. A posteriori, il regista ti spiega che quella musica è stata “uno strumento di lavoro”.Haynes la metteva addirittura in sottofondo durante le riprese del film. È il mezzo per dialogare con temi e strategie narrative di autori e stagioni cinematografiche che Haynes si porta nel cuore. Un dialogo qui meno esplicito ma forse più suggestivo di quel tributo a Douglas Sirk che era Lontano dal Paradiso.Non ho bisogno di ricordare il peso della musica nel lavoro del regista di Carol: è il filo rosso che collega il glam rock di Velvet Goldmine, il Bob Dylan moltiplicato per sei di Io non sono qui e il documentario celebrativo The Velvet Underground.È la fonte primaria delle sue emozioni d’autore. Non scorderò mai la sua esplosione di gioia quando Dylan gli diede l’ok per Io non sono qui. Per avventura Todd era in piena corvée di interviste veneziane, il messaggio era appena arrivato ed era il mio turno.Quella musica serve a installare inquietudine, oscura minaccia e suspense nel placido affresco famigliare in quel di Savannah, Georgia, con i festoni di Spanish moss che pendono dalle querce come in Via col vento. Elizabeth Berry (Natalie Portman), attrice da serie tv ansiosa di ruoli epocali, irrompe nell’apparente quiete domestica di Gracie Atherton-Yoo e di suo marito Joe (Charles Melton). Dovrà incarnare Gracie in un film genere true-crime che ricostruisce uno scandalo vecchio di più di un ventennio ma ancora bruciante.L’amore tra Gracie, madre di famiglia 36enne, e un ragazzino di seconda media, con tanto di gravidanza e carcere per la pedofila, è stato una bomba mediatica e una manna per i tabloid, ma era finito anche in prima pagina sul New York Times. Lontani per età come maggio da dicembre (vedi titolo), i due amanti infamous sono sposati, hanno tre figli cresciuti, combattono con una quieta felicità di facciata il perdurante ostracismo sociale. IdeeUna Wonderland gotica e femminista. Povere creature! è un bel dilemma per gli OscarTeresa MarchesiDalle parti di Bergman Francois Duhamel / courtesy of NetflixPer qualche giorno, Elizabeth e Gracie fanno coppia in un gioco ambiguo e quasi feroce di rispecchiamento, un po’ come accade in Persona, il classico di Ingmar Bergman che non a caso è evocato. Il titolo di Bergman derivava dal latino dramatis persona, che indica la maschera dell’attore per interpretare un personaggio.Per Todd Haynes entrambe le donne sono personae: la verità umana che l’attrice vorrebbe spregiudicatamente vampirizzare, da brava seguace del “metodo” (Stanislawskij), è a sua volta una maschera, una rappresentazione. Dice il regista che «uno dei grandi talenti della specie umana è il nostro colossale rifiuto di guardare noi stessi».C’è un equilibrio precario nell’esistenza di Gracie e di Joe – catapultato tredicenne nelle tremende responsabilità degli adulti – che l’invadente sondaggio di Elizabeth incrina pericolosamente. Si raccontano storie per sopravvivere, non solo nell’arte, ma nella vita ordinaria.Questa è poi la vera sostanza narrativa del film. La seduttrice di un tempo governa con pugno di ferro una comunità famigliare manipolata, ma crede ostinatamente nella maschera ingenua che si è fabbricata. «Tu mi hai sedotto», dice al marito-toy, «Chi aveva il potere?».Di fatto Haynes ha fabbricato a tempo di record (23 giorni di riprese) un labirinto di prospettive tra cronaca pulp e pregiudizi, ragioni fragili e morale prismatica dove la musica di Michel Legrand per The Go-between (Messaggero d’amore) ha il ruolo del navigatore Gps.È meta-cinema all’ennesima potenza: ti propone, per orientarti, la dinamica di u n film di sessant’anni fa, coi suoi risvolti sensuali e i suoi lunghi danni da riparare tra le generazioni ferite. È un’ottima occasione per riscoprire “quel” Losey dimenticato. L’operazione è stuzzicante ma fin troppo cervellotica.May December non è il film migliore di un autore che ha fatto di Julianne Moore una delle sue attrici-feticcio, a partire dal lontanissimo Safe. Per chi ama però lambiccarsi con le simbologie, i bruchi di farfalla Monarca allevati da Joe – patetico hobby da infanzia negata – potrebbero fornire un esercizio appetitoso. Personalmente, ho provato a decodificare la metafora senza successo. Ammesso che di metafora si tratti.In fuga sulle Alpi La coppia riunita da Sopravvissuti ( Les Survivants) è di tutt’altra natura. Anche questo è un thriller sui generis, ma di spartano minimalismo, trainato da quel superbo Denis Ménochet, già ammirato in As bestas, e Peter Van Kant, che sta diventando il Jean Gabin dei nostri tempi.Va in scena l’incontro fortuito tra due creature piagate. Samuel è distrutto, nel corpo e nello spirito, dall’incidente d’auto in cui ha perso la moglie. Ha alzato un muro col mondo, rifiuta anche sua figlia. Chehreh (Zar Amir Ebrahimi, premiata a Cannes per il fantastico Holy Spider) è una insegnante in fuga dai alebani di Kabul, quelli che chiudono le scuole e arrestano i docenti sospetti.Nel campo profughi in Grecia l’hanno separata dal marito, chissà se è ancora vivo. Lui, francese, la sorprende nella sua baita in alta montagna, al di qua del confine italiano. Lei non chiede, non supplica, ha rubato una giacca a vento, offre i pochi soldi che ha per pagarla. Samuel, d’istinto, deciderà di aiutarla a passare in Francia attraverso le Alpi. Il film ha il patrocinio di Amnesty International in collaborazione con Emergency e Open Arms. Potrebbe essere una edificante storia di solidarietà come tante, se non fosse per la frenetica camera a spalla di Guillaume Renusson, che ti risucchia, metro dopo metro, in mezzo alla neve e ai dirupi, nell’affanno di quella coppia braccata.E a inseguirli non è la polizia di frontiera. Esistono i cacciatori di uomini, un volontariato civile xenofobo anti-immigranti per proteggere i sacri confini dai passeurs, vigilantes autonominati con tanto di cani addestrati, droni e motoslitte.È caccia all’uomo, violenta e senza quartiere, perché la distopia di The Last of Us, la solitudine post-apocalittica, si può vivere anche qui e oggi. Per il suo primo lungometraggio il giovanissimo Renusson saccheggia i generi, li mette a servizio del messaggio umanitario e fa benone: è un antidoto alla retorica.Ci sono coppie che durano giusto il tempo di raccontare una storia e di fartela vivere. A volte sono le più interessanti. CulturaNel giardino a fianco ad Auschwitz c’era il laboratorio della banalità del maleTeresa Marchesi© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediTeresa MarchesiCritica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come inviata speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, Effedià - Sulla mia cattiva strada, su Fabrizio De André, presentato al Festival del Cinema di Roma e al Lincoln Center di New York, premiato con un Nastro d'Argento speciale, e Pivano Blues, su Fernanda Pivano. presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.

Sanremo 2024, Angelina Mango può vincere?Giorno della memoria, le persecuzioni di Rom e Sinti sono un dramma avvolto nel silenzio

Sanremo 2024, cosa c’è dietro alla Tuta gold di Mahmood

La top five dopo la seconda serata a Sanremo. Primo GeolierTesto di Casa Mia canzone di Ghali a Sanremo

Ripensare l’autonomia scolastica per difendere la scuola dalla società6/ Rassegna ambientale. Benvenuta Imantoglosso di Robert, fermiamo la legge “sparatutto” - Tiscali Notizie

I taccuini dei ricordi. Notti spagnole, il debutto di “El País” e l’idea di uscire con “El Mensajero” - Tiscali Notizie

Traffico illegale di cani e gatti. Un Regolamento europeo smaschera gli illeciti sugli animali domestici - Tiscali NotizieGioco, partita, incontro. È l’ora di Jannik Sinner a far perdere la testa al nostro Paese  - Tiscali Notizie

Ryan Reynold
Michela Murgia, l'addio di Giorgia Meloni: "Combatteva per le sue idee. Grande rispetto"Una influencer con i pois rossi: la Pimpa è un’icona della GenZPetizione salario minimo, aperta la raccolta firme

Campanella

  1. avatarL’infanzia di Alma a Trieste. Un romanzo che parla di frontiereVOL

    Strage nella centrale di Bargi. Si cercano ancora i dispersi ma i responsabili si conoscono già: i committenti - Tiscali NotizieLe pagelle di Sanremo 2024: una tamarra, noiosa e ordinata prima serataTuta Gold, canzone di Mahmood a Sanremo: testo e significatoStrage di Bologna, la linea di Fratelli d’Italia su De Angelis

      1. avatarIn “Operazione Kandahar”, di Ric Roman Waugh, l’eroe americano per una volta non salva il mondo - Tiscali NotizieCampanella

        Terzo Polo, rottura tra Renzi e Calenda: i possibili scenari

  2. avatarSanremo 2024, l’ultimo di Amadeus (per ora): «Se arrivano i trattori li faccio salire sul palco. È una protesta sacrosanta»Capo Analista di BlackRock

    Morti sul lavoro: dallo stillicidio quotidiano alle stragi periodiche. Il “che fare” è già scritto nelle leggi - Tiscali NotizieIl testo di Tu no, canzone di Irama a SanremoLoredana Bertè era pazza, ora è santa. Quel senso di colpa al festival di SanremoMeloni dalla Puglia all'Albania per fare visita a Rama: "È stato un onore, sorella d'Albania"

    ETF
  3. avatarIl testo di Onda Alta canzone di Dargen D'Amico a Sanremo 2024investimenti

    Mi vesto «come cazzo voglio»: la moda secondo Michela MurgiaPonte Morandi, quinto anniversario del crollo: la dichiarazione di Giorgia MeloniMeloni su De Angelis: "Spetta al presidente della regione Lazio"Intervista a Davide Simonetta. Ecco come si costruisce un pezzo per Sanremo

Abodi fa dietrofront dopo le polemiche: "Contatterò Jankto"

“I Misteri del Bar Étoile” per ridere come bambini: un noir clownesco irriverente, malinconico e colorato - Tiscali NotizieIl testo di Onda Alta canzone di Dargen D'Amico a Sanremo 2024*