Sparatoria in Texas in un complesso di appartamenti: sei i feritiIncidente youtuber, la fidanzata di Matteo Di Pietro: "Troppe minacce e insulti, chiudo i social"Russia, influencer vegano lascia morire il figlio di stenti
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 84Una manifestazione pacifista del 2022 - IMAGOECONOMICA COMMENTA E CONDIVIDI «Il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace,trading a breve termine per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono». Sono tra le prime parole pronunciate da papa Francesco nel 2024: nella prima omelia dell’anno il Pontefice ha chiesto al mondo di avere sguardi e cuori di donna, in questo tempo martoriato dalle guerre. Perché la guerra, pur essendo un sostantivo femminile, in realtà è maschile. Oltre ogni generalizzazione (esistono uomini di pace, certo!) la guerra nella storia, anche di oggi, è decisa e pianificata soprattutto dagli uomini, perché da millenni e con poche variazioni negli ultimi decenni il potere è nelle loro mani. Non si tratta di sostituirli con donne nella “stanza dei bottoni”: il punto è semmai spezzare l’ingranaggio di cui ogni guerra si alimenta. L’architettura bellica – con la sua ostentazione di forza, la riduzione dell’altro in corpo da possedere o da annientare, l’enfasi sulla distruzione – poggia sulle fondamenta del potere maschile.Quella di genere è la prima differenza con cui l’essere umano è chiamato a confrontarsi: un nodo che quel potere storicamente risolve trasformando la diversità in diseguaglianza e prevaricazione. E che cos’è la guerra, come affermava Simone Weil, se non la forma massima di prevaricazione? Non è un caso, d’altronde, che all’universo femminile tocchi portare il peso e pagare il conto più salato di ogni conflitto: donne-bottino, sfollate, violentate, vendute, vedove e orfane di figli... Quante ne abbiamo viste, nel corso della storia. Quante ne vediamo oggi, nelle immagini atroci che arrivano ogni giorno dall’Ucraina e dal Medio Oriente in fiamme.«La guerra non è un gioco da donne» intona la cantautrice e attivista israeliana Yael Deckelbaum, tra le fondatrici del movimento Women Wage Peace e autrice di “Prayer of the mothers”, divenuta l’inno della marcia della speranza. Già, speranza.Perché Il femminile, nei margini dove è stato confinato – tanto protagonista del dramma dei conflitti quanto escluso dai tavoli ufficiali del dialogo e delle trattative – ha dovuto fare ricorso a un surplus di immaginazione e determinazione per andare avanti. Una resistenza creativa da cui nascono le risorse per perseguire nuovi modelli di convivenza, meno sbilanciati, meno violenti, meno disumani. Se gli uomini possono vincere o perdere la guerra, insomma, alle donne è rimasta una sola opzione: vincere la pace. Trovare il modo di ripartire, riparare gli strappi nei tessuti familiari e sociali, essere fattive costruttrici di riconciliazione.Dal desiderio di illuminare questo lavoro silenzioso, che in ogni parte del mondo contribuisce al cambiamento, è nata l'iniziativa che Avvenire ha lanciato l'8 marzo 2024, #donneperlapace, nella convinzione che, quando la vecchia via continua a fallire, bisogna imboccarne una nuova. Quella delle donne, appunto. Nel corso delle settimane abbiamo dato voce a decine di protagoniste di riconciliazione. Ognuna ha raccontato su queste pagine e sul sito web come è diventata donna di pace, e perché il mondo ha bisogno di «sguardi umani e cuori che vedono» declinati al femminile. Questo progetto è in ideale continuità con #avvenireperdonneafghane del 2023: a disegnare il logo è una giovane illustratrice profuga afghana ora sfollata in Pakistan.Con il contributo scientifico dell’Università Cattolica abbiamo inoltre formulato una petizione al Parlamento Europeo, in cui si chiede di ridare slancio all’Agenda Donna Pace e Sicurezza, con la quale l’Onu nel 2000 auspicava una maggiore presenza di mediatrici nei colloqui di pace e, insieme, una prospettiva di genere nei negoziati. Che vuol dire mettersi dalla parte delle vittime, pretendere riparazione e riconciliazione. Chi condividerà il nostro stesso desiderio di pace potrà fare la sua parte, sostenendo la scuola primaria Neve Shalom Wahat al-Salam, in Israele, in cui studiano insieme bambini palestinesi e bambini ebrei. Il progetto Donne per la pace è dedicato a Vivian Silver, pacifista israeliana uccisa durante l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023.
Incendio sul molo di Oceanside Pier in CaliforniaScheletri senza mani e piedi sepolti sotto la casa di un gerarca nazista: il ritrovamento
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 81
Elezioni in India: 1 miliardo di persone al votoChi è Ebrahim Raisi: la storia del presidente dell'Iran
Robert Kennedy Jr: "Nel 2010 un parassita era entrato nel mio cervello"Netanyahu: manifestazioni pro-palestina nei campus Usa ricordano quelle tedesche degli anni '30
Regno Unito, Sunak convoca a sorpresa elezioni anticipate per il 4 luglioIsraele continua l'operazione militare a Rafah: evacuate oltre 150mila persone
Bambino di 4 anni trovato morto nella lavatrice: sul corpo segni di violenzaGuerra in Ucraina, attacco su larga scala della RussiaDonald Tusk ha ricevuto minacce di morte sui social networkIsraele risponde all'attacco dell'Iran: colpita una base aerea a Esfahan
Gaza, rischio di carestia imminente
Iran: "Se Israele ci attacca cambieremo la nostra politica nucleare"
Il presidente della Polonia apre il suo territorio alle armi nucleari: "Pronti ad accoglierle"Guerra in Ucraina, Zelensky sulla Cina: "Può contribuire alla pace"RdC: i dati Inps rivelano 982 mila domande accolteFrancia, uomo tenta di dare fuoco alla sinagoga di Rouen: è stato ucciso
Attacco Iran: cosa ha detto Biden a Netanyahu nel corso della telefonata?Iran, media: "La 16enne Nika Shakarami molestata e uccisa dagli agenti"Putin in Cina: "Con Xi abbiamo parlato di una possibile tregua olimpica"Cagliari, pestato 23enne al Poetto: arrestati per tentato omicidio due giovani e denunciate due ragazze per favoreggiamento e omissione di soccorso