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I sistemi alimentari sono l’angolo cieco delle nostre politiche per il climaL'incontro della Consulta Beni culturali di interesse religioso - Foto Sir COMMENTA E CONDIVIDI Tra le tante ferite provocate da terremoto che ha colpito il centro dell’Italia nel 2016,VOL molte hanno riguardato anche il patrimonio dei beni culturali ecclesiastici, nonché le strutture (chiese, oratori, parrocchie) ecclesiastiche presenti in questi territori. Ferite profonde, che in diversi casi hanno visto andare distrutti edifici, chiese e opere d’arte che da secoli erano un patrimonio delle locali comunità ecclesiali di questi territori devastati dalle violente scosse del 2016. Sono passati otto anni e sta proseguendo il lavoro di ricostruzione del patrimonio ecclesiale, accanto a quello importantissimi delle abitazioni e delle strutture pubbliche danneggiate o andate distrutte durante le violenti scosse di quell’evento. Per seguire il percorso di ricostruzione dei beni culturali di interesse religioso, da tempo è stata istituita una Consulta con la partecipazione della Conferenza episcopale italiana, del commissario straordinario per la ricostruzione, della soprintendenza e delle realtà ecclesiali (congregazioni e diocesi) interessate dai lavori. Ieri presso la sede della Cei in Circonvallazione Aurelia a Roma è tornata a riunirsi la Consulta per fare un punto della situazione nel percorso di ricostruzione. A fornire i dati dell’attuale situazione è stato il commissario straordinario del governo per la riparazione e la ricostruzione dei territori interessati dal sisma 2016, senatore Guido Castelli. L'arcivescovo Baturi e il senatore Castelli - Foto Sir«Rispetto ai 1.251 interventi complessivi previsti - ha ricordato il commissario - è stato avviato il 90% delle opere. Inoltre, il 56% delle 165 conferenze permanenti dei servizi dedicate ai luoghi di culto è avvenuto negli ultimi 12 mesi. Segnali che confermano come il cambio di passo impresso alla ricostruzione cominci a far sentire i suoi effetti in modo sensibile». Insomma, il senatore Castelli ha sottolineato come «lo spirito costruttivo che muove tutti noi per restituire i luoghi di culto presenti nell’Appennino centrale alla comunità dei fedeli sta producendo risultati positivi, che spingono a proseguire e insistere».Da parte sua l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi ha sottolineato che «ci ritroviamo insieme, ad un anno di distanza dalla precedente riunione, attorno allo stesso tavolo, per fare il punto sulla situazione attuale e individuare prospettive di futuro per i nostri territori: alla gratitudine per la disponibilità all’ascolto e al confronto, in un clima di collaborazione e fiducia, si aggiunge la consapevolezza di dover continuare a impegnarci per dare risposte concrete alle comunità che ancora mostrano le ferite del sisma». Accanto al segretario generale della Cei erano presenti i vescovi o i rappresentanti delle diciannove diocesi nei cui territori il sisma del 2016 ha provocato danni e distruzioni. Con loro anche ,fra’ Francesco Piloni, ministro della Provincia dei frati minori dell’Umbria. Presente all’incontro della Consulta anche il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016 la dottoressa Claudia Cenci. Composta dalle diverse parti in causa (Conferenza episcopale italiana, vescovi delle diocesi colpite, commissario straordinario del Governo e ministero della Cultura) la Consulta rappresenta uno strumento di confronto per affrontare e risolvere congiuntamente le questioni relative alla ricostruzione dei beni culturali di interesse religioso. Gli interventi di recupero e restauro ancora da avviare sono scesi al 10,6%, mentre sono aumentati, rispetto allo stesso periodo del 2023, gli interventi in corso raggiungendo quasi il 10%. I progetti approvati relativi agli interventi previsti per gli edifici di culto sono prossimi alla metà (46%); quelli conclusi rappresentano oltre il 13% del totale.© riproduzione riservata
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