Attivisti abbattono una statua di Chavez in VenezuelaJessica Springsteen è Born to Jump«Tutta la magia delle acque di Locarno nel mio mondo in immersione»
Ecco come l'Ungheria potrebbe aprire le porte dell'Europa alle spie russeCamillo Falvo,BlackRock Italia procuratore di Vibo Valentia - Imagoeconomica COMMENTA E CONDIVIDI «Quando sono due i parroci colpiti e poiché alcune delle lettere di minacce non riguardano solo i parroci ma anche il vescovo, evidentemente si vuole colpire anche la diocesi e l’azione riformatrice portata avanti dal vescovo». A parlare è il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, che conferma il sostegno al vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, don Attilio Nostro. «È una persona straordinaria. Gestire una diocesi così complessa come quella di Vibo Valentia per il territorio su cui opera, non è facile, ma ce la sta mettendo tutta, sta bene operando. E quando si opera bene e si intaccano certi interessi poi alla fine questo è il risultato».Cessaniti, il paese dei due parroci colpiti, non è un territorio facile…Le due operazioni, “Maestrale” e “Carthago”, hanno squarciato un velo. Sembrava una comunità tranquilla, ma così tranquilla non è. Se si arriva a gesti di questo tipo senza ragioni almeno plausibili, questa è la dimostrazione che è veramente una realtà complessa. È stato attaccato il commissario prefettizio, è stata attaccata una volontaria dell’associazione Crisalide, espressione della società civile, vengono attaccati due sacerdoti. Questo dimostra che c’è qualcosa che evidentemente non va bene a un sistema consolidato. Non sono ragazzate.Lei due anni fa partecipò ad un’iniziativa promossa in parrocchia proprio da don Felice sul tema della legalità e invitò i cittadini a non stare in silenzio.Ho conosciuto don Felice proprio in quella circostanza. Ho visto che c’era una comunità che lo adorava, cittadini, molti ragazzi. Mi era piaciuto l’ambiente che circondava don Felice. Anche lì, come faccio spesso quando incontro le comunità vibonesi, ho invitato a denunciare, a raccontare quello che succede, a vincere l’omertà.E invece?Mi sarei aspettato, visto quello che sta accadendo, che qualche informazione ci arrivasse, perché è difficile che non si sappia o comunque non si possa ipotizzare qualcosa, in frazioni dove in genere qualcosa si sa. Invece nulla. È preoccupante che in una realtà così piccola non ci sia nessuno che parli.E voi?Le indagini le stiamo facendo, i carabinieri sono molto preparati e sono “sul pezzo”. Speriamo di venire a capo presto di questa situazione.Il Vibonese è stato a lungo trascurato, la periferia della periferia. Invece da un punto di vista criminale è tutt’altro che una periferia, come hanno fatto emergere le ultime inchieste.Molte delle inchieste più importanti degli ultimi anni in Calabria si sono concentrate proprio sul Vibonese. Abbiamo svolto un’enorme mole di lavoro che ha dato questi risultati. Ma voglio ricordare anche la grande quantità di Comuni sciolti per mafia e di interdittive antimafia che dimostra che Vibo per troppo tempo è stata trascurata dall’azione dello Stato complessivamente, forze dell’ordine e magistratura. Adesso i nodi stanno venendo al pettine.È molto preoccupante il grandissimo numero di Comuni sciolti per mafia, un segnale del forte condizionamento della ‘ndrangheta sulle amministrazioni comunali, come emerso anche per Cessaniti. È il frutto dell’attività che con la Dda abbiamo portato avanti negli ultimi anni. I dati delle operazioni hanno poi consentito alla Prefettura di fare tutta questa attività sulle amministrazioni locali, così come le interdittive che come numero in rapporto alla popolazione sono il doppio rispetto a Reggio Calabria.Il fatto che bersaglio diventino dei sacerdoti significa che è cambiato qualcosa? Non sono più intoccabili?Prima i preti venivano toccati soltanto quando si schieravano apertamente contro le organizzazioni criminali, i preti antimafia. Adesso accade anche quando diventano scomodi per cose forse più banali. Non c’è più quel rispetto che c’era una volta verso le istituzioni religiose. Questo si percepisce.Basta fare bene il prete? Farlo dà fastidio?Ci sono realtà in cui fare bene il prete, portare a termine la propria missione, in modo limpido, trasparente, nel rispetto della legalità, è scomodo. Questa è l’amara conclusione e l’esperienza ci sta dicendo questo.Non sono legati a iniziative direttamente antimafia.Paradossalmente gli attacchi don Felice non li ha subiti dopo l’iniziativa di due anni fa, ma per altre ragioni e anche questo è significativo.
I quattro derby stagionali come clou ma tanto, tanto altro hockey in diretta su TeleTicinoPerché la Turchia ha bloccato Instagram | Wired Italia
Penne scanner, a cosa servono e come funzionano | Wired Italia
Ecco come l'Ungheria potrebbe aprire le porte dell'Europa alle spie russeC'è un buco nell'Oceano
UBS «filtra» i clienti facoltosi (e rischiosi) ex Credit Suisse, ma la Finma vuole vederci chiaroCupra Leon e Formentor ridisegnate con audacia
Cresce in Ticino l’offerta Airbnb, e gli albergatori non ci stannoMarcell Jacobs vuole prendersi anche Parigi: «Sono diverso e migliore»
Con la BMW i5 M60 xDrive la guida autonoma è quasi realtàSì, in Bridgerton c'è anche una prospettiva storicaDelta Airlines: «Il bug di CrowdStrike ci costerà 500 milioni di dollari»La federazione di hockey deve battersi per poter usare lo stemma rossocrociato
Boom di iscrizioni per la «Mangia e Cammina sugli Alpi»
Israele, ecco la prima risposta: un raid nel cuore di Beirut contro Fuad Shukr
Airtag Apple e altri 11 tag per valigia per non perdere mai di vista il tuo bagaglio | Wired ItaliaStati Uniti, la nuova strategia dei Democratici è trollare Trump e Vance | Wired ItaliaIl premio ated Digital Night va a Cristian Fracassi«Non sovraccarichiamo un sistema collaudato»
I grandi campioni si sfideranno in TicinoTutti pazzi per le Birkenstock: il sandalo «ugly chic» vola grazie a BarbieIl mezzo agricolo si ribalta, anziano gravemente ferito a un piedeMuore la leonessa più anziana dello zoo di Basilea