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Fontana in Lombardia dice no all'obbligo del vaccino covidRadice: «No a 224mila euro di tagli: le risorse che abbiamo ci sono indispensabili per lavorare e dare servizi fondamentali ai cittadini»La riduzione delle risorse da parte del Governo penalizzerebbe innanzitutto la spesa sociale,-investimenti aumentata nel giro di un solo anno di oltre 330mila euroLorenzo Radice, sindaco di Legnano Anche il sindaco di Legnano Lorenzo Radice è fra gli oltre duecento primi cittadini della Lombardia firmatari della lettera inviata oggi ai ministri dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e dell’Interno Matteo Piantedosi per dire no ai tagli delle risorse ai Comuni previste nello schema di decreto ministeriale. I tagli, quantificabili per i Comuni della Lombardia in 47 milioni di euro per il solo 2024 e in 200 milioni di euro per il quinquennio 2024 – 2028, per Legnano valgono 224mila euro per il 2024 e superano il milione 128mila euro nell’arco dei cinque anni. «Questi tagli prospettati dal Governo vanno ad aggredire la carne viva della nostra comunità, ossia le risorse che finanziano quella spesa corrente che, negli ultimi anni, sta scontando gli effetti di una vera e propria emergenza educativa e socio-assistenziale - spiega Radice -, proprio quella spesa corrente che, per i Comuni, è stata progressivamente ridotta e che oggi è ai limiti della sopportabilità. Un ulteriore taglio, in altre parole, ci impedirebbe di coprire quei costi sociali che stanno drenando dai bilanci risorse impensabili fino a qualche anno fa e che riflettono l’invecchiamento della popolazione, la crescita della non autosufficienza e, soprattutto, l’infragilimento delle reti familiari, da cui consegue un aumento del carico per i servizi di educativa scolastica e per la protezione dei minori. Sottrarre ulteriori risorse comporterebbe, inevitabilmente, ricadute, in termini di minori servizi e prestazioni, che, come sindaco con una forte e precisa responsabilità nei confronti della comunità che amministro, non considero sostenibili. Come sindaci, e penso che questo sia un atteggiamento responsabile, non chiediamo al Governo risorse supplementari, che pure ci servirebbero, ma che almeno ci siano lasciate quelle attuali per essere nelle condizioni di lavorare per i nostri cittadini. In via subordinata, come sindaci, chiediamo una maggior flessibilità nella redazione del bilancio, che può significare uso dell’avanzo per spesa sociale o riduzione % degli accantonamenti FCDE o altro, che ci permetta di fronteggiare lo scenario drammatico che questi tagli comporteranno per i prossimi 5 anni e che tali tagli non si applichino già a partire dall’anno in corso». In numeri la Spesa sociale a Legnano (che complessivamente supera gli 11 milioni di euro) per far fronte alle esigenze di minori, disabili, anziani e di educativa scolastica, è cresciuta, rispetto al 2023, di oltre 330mila euro. Questo incremento si inserisce in un quadro di criticità per gli equilibri contabili dei Comuni che, a partire dal 2020, ha visto le amministrazioni comunali affrontare gli effetti di un’inflazione galoppante e di un incremento dei prezzi per le materie energetiche; gli aumenti contrattuali dovuti al personale comunale e quello delle cooperative sociali, i soggetti che assicurano gran parte dei servizi sociali, educativi e assistenziali nei sistemi di welfare delle comunità locali. «Ma c’è di più -conclude Radice-; oggi siamo di fronte a uno scenario inedito, quello originatosi a seguito dell’emergenza pandemica e che ci ha visto, come tanti altri Comuni, intercettare e mettere a terra le risorse a valere sui fondi PNRR. A Legnano stiamo realizzando opere utilizzando quasi 20 milioni di euro di risorse PNRR su scuole, palestre, centri civici e sportivi ben consapevoli che non riceveremo risorse aggiuntive per la gestione di nuovi servizi e che dovremo organizzare il bilancio per essere pronti, dal 2026, ad affrontare una nuova sfida: erogare più servizi senza incrementare la spesa corrente. Una sfida che diventa difficile come scalare una montagna con una pietra al collo a fronte dei tagli prospettati dal Governo su risorse indispensabili per la gestione di quel patrimonio immobiliare che abbiamo riqualificato ed efficientato sotto il profilo energetico per offrire più servizi alla cittadinanza, per aumentare la sostenibilità ambientale, ma anche la coesione e l’inclusione sociale nelle nostre comunità. Da qui l’assoluta necessità di non procedere a ulteriori tagli: solo così gli investimenti che Legnano e gli altri Comuni stanno attuando attraverso il PNRR faranno veramente ripartire la Lombardia e l’Italia. Diversamente, rischieremo di trovarci tante opere nuove di zecca che risulteranno “scatole vuote” dentro le quali non potremo dare i servizi attesi dai cittadini, come chi possiede una bellissima macchina che non riesce a rifornire di carburante». c. s.

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