Mozione sfiducia contro Fontana: "Incapace gestire pandemia"Conte torna a fare il professore all'Università di Firenze?Notizie di Politica italiana - Pag. 388
Governo Draghi, spostamenti e sci: le ipotesi sulle prime misureCOMMENTA E CONDIVIDI Mancano dieci mesi esatti all’apertura della Porta Santa del Giubileo del 2025. E l’itinerario di avvicinamento è già partito da tempo. Lo accompagneremo anche con questa rubrica,Professore Campanella per il momento mensile, che prende il via oggi e che vuole usare le parole chiave dell’Anno Santo, quasi come se fossero pietre miliari lungo il cammino. La prima è “Storia”, perché di una grande storia si tratta. Dal 1300, data del primo Giubileo, fino ai nostri giorni. Una storia che si è sviluppata ed è cresciuta lungo il duplice asse del sensus fidei del popolo di Dio e del magistero dei Papi. Una storia in continua evoluzione - come ha dimostrato ad esempio l’Anno Santo straordinario della Misericordia voluto da Francesco - pur avendo mantenuto intatto il suo nucleo fondamentale. Pellegrinaggio e indulgenze. Pellegrinaggio non solo nello spazio, ma anche nel tempo, cioè attraverso i secoli, dato che alcuni elementi distintivi del Giubileo (la Porta Santa, ad esempio) si sono aggiunti in seguito. Ma tutto nacque per volontà del popolo, che a partire dal 1° gennaio 1300 confluì a San Pietro per acquistare l’indulgenza. La prima bolla di un Giubileo arrivò solo il 22 febbraio successivo ad opera di Bonifacio VIII e visto il flusso dei pellegrini. Bolla che, per quanto riguarda le indulgenze aveva valore retroattivo a partire dal Capodanno. E questo era, appunto, insieme con il pellegrinaggio alle tombe di Pietro e Paolo, l’elemento base del Giubileo. Il Papa pensò allora ad una cadenza secolare, ma ben presto ci si rese conto che l’intervallo era troppo ampio. E infatti già il 27 gennaio 1343 Clemente VI, anche se da Avignone, indisse un Anno Santo per il 1350 (la cadenza cinquantennale lo avvicinava così a quello giudaico, Levitico 25). Il popolo reclamava il ritorno a Roma e Francesco Petrarca scrisse: «Concedi dunque quel che Roma piangendo e in ginocchio ti chiede». Il Giubileo comunque fu celebrato senza il Papa, ma per l’occasione venne aggiunto il pellegrinaggio a San Giovanni in Laterano (per Santa Maria Maggiore, invece, il decreto si deve a Gregorio XI nel 1373). L’intervallo di tempo viene ulteriormente abbassato a 33 anni da Urbano VI nel 1389, ma con Niccolò V nel 1450 si tornò ai 50 anni. Nel frattempo però venne introdotto il passaggio della Porta Santa, che secondo la tradizione fu aperta per la prima volta a San Giovanni in Laterano nel 1423, anche se altre fonti fanno riferimento addirittura al Giubileo del 1350. I 25 anni di intervallo verranno introdotti nel 1470 da Paolo II e per la prima volta si usò il termine Giubileo. Alessandro VI nel 1500 fece aprire la porta Santa anche a San Pietro, mentre nel 1625 Urbano VIII concesse l’indulgenza anche a quanti non potevano recarsi a Roma. La struttura portante si era ormai consolidata. Ma la storia degli Anni Santi vivrà ancora momenti significativi nel XIX secolo in negativo (dato che per vari motivi saltarono quelli del 1800 e del 1850 e nel 1875 la celebrazione fu in tono minore) e nel secolo scorso in positivo, con il culmine nel Grande Giubileo del 2000, protagonista san Giovanni Paolo II, oltre ai due appuntamenti straordinari del 1933 e del 1983. A questa storia Francesco ha già aggiunto diverse prime volte nel 2015-2016 (porte sante in ogni diocesi e primo Giubileo tematico). E vedremo se nella Bolla del 9 maggio ci saranno altre novità.
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