Rider picchiato in piazza a Brescia, Salvini: “Vigliacchi senza vergogna”Incidente ad Andretta: scontro tra due bus con studenti a bordoNapoli, esplosione in un garage: morto un uomo a Barra
Le dichiarazioni dell'Osservatorio Amianto dopo la morte di Franco Di Mare: "Fare piena luce"TUNISI - "Gli addetti alla raccolta dei rifiuti di plastica sembrano essere il gruppo socialmente più emarginato del Paese. Sono anche la categoria più vulnerabile agli impatti negativi dell'attuale crisi economica tunisina.Questa emarginazione sociale è sorprendentemente notevole tra le donne,Guglielmo che spesso guadagnano salari esigui, generalmente inferiori a quelli degli uomini". E' quanto emerge dallo studio dal titolo 'Economia circolare: riciclaggio dei rifiuti di plastica nell'area metropolitana di Sfax (Tunisia): caso di studio del comune di Thyna', pubblicato dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali ( Ftdes).La ricerca si concentra sull'analisi della raccolta dei rifiuti di plastica a Thyna, comune situato nella periferia industriale a sud della città di Sfax, un agglomerato rinomato per il suo dinamismo industriale e commerciale, in particolare nel settore del riciclaggio.L'obiettivo è comprendere le fasi del processo di riciclo dei rifiuti plastici in cui sono coinvolti diversi attori e categorie socio-professionali, nonché identificare il loro status, le rispettive funzioni e la loro distribuzione geografica nel comune. "Queste donne, che provengono da famiglie povere, si assumono la maggior parte delle attività di raccolta dei rifiuti di plastica e di riciclaggio", ha detto la stessa fonte. Lo studio spiega che sono le donne "a portare sulle spalle quegli enormi sacchi di rifiuti che pesano fino a 10 chilogrammi, ovvero un terzo e talvolta solo un quarto delle quantità raccolte dagli uomini che vanno spesso in bicicletta e sono ben attrezzati". A causa dei loro impegni familiari, le donne lavorano meno ore. Di conseguenza guadagnano meno degli uomini: dai 10 ai 25 dinari al giorno (da 3 a 7,6 euro), contro i 40 ai 70 dinari al giorno (da 12 a 21 euro) della categoria maschile.L'accesso ai mezzi di trasporto riflette anche le disuguaglianze economiche e di genere poiché gli operatori ecologici che hanno i redditi più bassi sono generalmente donne."Dunque - si legge nel rapporto - la categoria femminile resta il gruppo più emarginato nel settore del riciclaggio. In termini di tenore di vita, le donne affrontano situazioni difficili, come la presenza di almeno un disabile in famiglia, i casi di divorzio, o l'obbligo di trasportare per diversi chilometri le bottiglie di plastica raccolte sulle spalle", si legge nello studio. E ancora: "Inoltre, le donne non hanno copertura previdenziale e l'attività di recupero dei rifiuti in plastica è il loro unico mezzo di sussistenza, nonostante le difficili condizioni di lavoro. Secondo le testimonianze, sono soggette a diversi tipi di discriminazione. Lavorano in condizioni più dure rispetto agli uomini. A volte viene loro impedito di raccogliere i rifiuti in luoghi monopolizzati dagli uomini. Soffrono anche la stigmatizzazione nei loro quartieri e nella società in generale, di conseguenza, si sentono escluse e rifiutate dalla società nel suo complesso".Secondo la ricerca, le donne "spesso subiscono gravi discriminazioni di genere. Dipendono totalmente da altri attori del settore che impongono loro condizioni rigorose e sfruttano la loro posizione di superiorità gerarchica per abusarne. Si tratta di grossisti (di raccolta di rifiuti di plastica) o imprenditori che le assumono. Queste donne non hanno altra scelta se non quella di rispettare le regole loro dettate se vogliono guadagnarsi da vivere e sopravvivere. Nelle fabbriche, "le donne sono spesso soggette ad abusi verbali (insulti) e maltrattamenti da parte dei loro datori di lavoro. Tuttavia, la maggior parte delle fabbriche nel comune di Thyna assumono solo donne. Pertanto, si trovano in una situazione di totale vulnerabilità, a partire dal salario basso: solo 336 dinari al mese (poco oltre i 100 euro) rispetto ai 500 dinari degli uomini (151,00 euro)".Secondo lo studio infine, "la maggior parte dei datori di lavoro approfitta della disponibilità di questa manodopera femminile a basso costo. Nelle fabbriche, alle donne vengono spesso affidati i compiti più noiosi come la raccolta, lo smistamento, la frantumazione e la pulizia dei rifiuti. Al contrario, sono soprattutto gli uomini ad occuparsi principalmente dell'acquisto e della vendita di materiali riciclabili, per un salario più elevato rispetto a quello delle donne". Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Dirottato a Bari un volo Ryanair diretto a Londra: problemi alla strumentazioneGiornata Mondiale dei Bambini, Papa Francesco: "Gesù perdona sempre, perdona tutto"
Maltempo, è allerta rossa: scuole chiuse in Lombardia
Morte Angelo Onorato: i risultati dell'autopsiaTrenitalia, a cosa serve davvero il check-in?
Morte Soukaina El Basri, parla l'amica di Siu: "Il marito era geloso"Decreto autovelox: le nuove regole per il 2024
Aereo a bassa quota su Verona: ecco chi eraIncidente a Plesio, auto si ribalta: ferita una ragazza di 26 anni
Rivolta D'Adda incidente stradale: tre bambini coinvolti nello scontro tra due autoIncendio in un appartamento di Roma: 7 evacuati, un ferito graveClusone, schianto frontale tra due auto: bambina di 8 anni morta sul colpoPalermo: il marito dell'eurodeputata Francesca Onorato è stato trovato morto nella sua vettura
Migliori Università Italiane: la Sapienza rimane in testa ma gli atenei calano
Turismo in Italia, previste 216 milioni di presenze nell'estate 2024
Alessia Pifferi, stop allo sciopero della fame in carcereArrestato Francesco Abbinante, boss della camorra sfuggito alla cattura a novembreProtesta alla Bartolini: momenti di tensione a LiscateCastegnato, incidente in A4: camionista travolto dal carico del suo camion, gravi condizioni
Stupro di gruppo a Palermo, inizia il processo: assente la vittimaIncidente al Luna Park di San Severo: la giostra cede, 12 persone feriteNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 28Infezioni da Streptococco, casi in aumento tra i bambini: la colpa è del Covid