Famiglia con tre bambini vive in auto da mesi, il padre alle figlie: "Come in campeggio"Farina di grillo: via libera per la produzione di pane e pastaEvasione dal carcere Beccaria di Milano: due detenuti catturati, "cinque ancora in fuga"
Morte di Maria Sestini Arcuri: condannato il fidanzato per omicidio“Il rispetto del vincolo della legalità” (processuale, legalitàcriptovalute sostanziale, costituzionale) non può e non deve consentire incursioni corsare incuranti di quanto accertato in aula e svilire i principi scolpiti nella Costituzione, ma neanche impedire il legittimo dissenso critico. Sulla sentenza emessa lo scorso 30 settembre dal Tribunale di Locri sono state dette molte cose da parte di autorevoli commentatori, che hanno per lo più concentrato le critiche sulla sproporzione della sanzione concernente il principale imputato (Lucano) e sulla supposta volontà di cancellare un modello di accoglienza dei migranti che, pur probabilmente contraddistinto da forzature (reati, per i giudici calabresi), sarebbe stato inviso a buona parte dell’establishment. Del resto, i prodromi della vicenda avevano già evidenziato un’opinabile metro di giudizio (una misura coercitiva, sia pure gradata rispetto a quella massima pervicacemente richiesta, anche con successive impugnazioni, a fronte di una sostanziale confutazione del quadro indiziario), e dunque la sentenza, di certo eclatante, forse non può dirsi del tutto sorprendente. Vorrei provare qui a spostare la riflessione dalla critica giuridica (ovviamente resa più ardua dall’assenza del deposito della motivazione) ed anche da quella riguardante un politico velocemente assurto alla ribalta internazionale, per poi precipitare nel de profundis. La presa di posizione dell’Anm Mi interessa piuttosto evidenziare come i fatti di Riace abbiano determinato l’Anm ad emettere un comunicato stampa con il quale, richiamati “i valori della giurisdizione”, ci si è soffermati su “alcuni principi che devono essere sempre preservati nel dibattito pubblico sulle vicende giudiziarie”. Al dunque, si è così (ovviamente) riconosciuto spazio di critica su quanto avviene nelle aule processuali, rilevandosi tuttavia che poiché “i processi penali, tutti, sono una laboriosa ricerca della verità…che è approdo finale, e non premessa del processo”, debba stigmatizzarsi “l’attacco mediatico nei confronti dei magistrati requirenti e giudicanti”. Non è certo la prima volta che il sindacato dei giudici prende posizione (con richiesta o meno di “pratiche a tutela”) a difesa di una decisione, ma qui è interessante notare come la nota sembri riferirsi in particolare a chi, dall’interno della magistratura (Magistratura Democratica) ha invitato ad aprirsi alla civitas e ad uscire dalla cittadella assediata. Ora, premesso il relativismo processuale della verità, non occorre qui richiamare il pensiero di Derrida (Forza di legge. Il “fondamento mistico dell’autorità”) sul rapporto asimmetrico del Diritto con la Giustizia, avendo sostenuto il filosofo francese che “la forma giuridica è l’esito di rapporti di forza politico-economici”. Muovendo dalla diversa prospettiva secondo la quale “nell’epoca moderna…la cultura occidentale si è nutrita di una concezione della Giustizia in cui tutti i rapporti morali, giuridici e politici confluiscono nella medesima idea di legalità, sicché tende ad apparire giusto ciò che è conforme alla legge” (Ricoeur), si è affermato (Cartabia, Violante) che “il Diritto e la Giustizia devono tornare a dialogare, che il Diritto e la Morale devono gravitare su orbite distinte, ma non del tutto inincidenti”, e anche che (Lombardi Vallauri) “Il Diritto, per sfuggire al rischio di porsi come dinamica autoreferenziale, deve essere giustificato filosoficamente a partire da opzioni valoriali che attengono alla concezione della Giustizia”. La cultura della giurisdizione Sia come sia, penso davvero che “la cultura della giurisdizione” (formula spesso abusata, quasi sempre per nobilitare posizioni conservatrici) si alimenti con le aperture ad ogni istanza di natura sociale, in particolare per alcuni rami del diritto, ciò non significa e non deve significare che i giudici debbano corrispondere alle aspettative popolari (populiste), né quando esse invochino law and order, giustizia per le vittime, pene esemplari, né quando (come – pur solo da una parte – nel caso di specie) si critichi una durissima sentenza di condanna. Su questo, penso, gli avvocati avrebbero qualcosa di interessante da dire, e forse questa storia potrà offrire nuova occasione di confronto sul punto. Con una lettura dei fatti parzialmente diversa da quella che qui si propone il Presidente dell'UCPI (con un lungo post su facebook, dunque con posizione apparentemente non coinvolgente la Giunta dell'Unione) ha parlato di “vera matrice ideologica del pur legittimo fronte innocentista, che non ha nulla a che fare con il tema delle garanzie difensive”. Credo che Gian Domenico Caiazza abbia colto solo in parte le prese di posizione di Livio Pepino, Luigi Manconi, Luigi Ferrajoli, e altri ancora, che non hanno affatto nascosto la possibile sussistenza di reati nelle condotte tenute da Mimmo Lucano, evidenziando piuttosto altri aspetti, non solo afferenti la draconiana sanzione. Credo dunque che sia riduttivo parlare dell'esistenza di “un mondo valoriale nel perseguimento del quale si è unilateralmente persuasi che non sia lecito opporre il vincolo del rispetto della legalità”. Ovviamente, spesso tout se tient, e la stessa Anm ha richiamato l'epilogo della vicenda trattativa in uno con quello del processo di Locri. Vicende diverse, reazioni diverse; del resto, ogni storia processuale vive di dinamiche sue proprie. Resta il fatto che “il rispetto del vincolo della legalità” (processuale, sostanziale, costituzionale) non può e non deve consentire incursioni corsare incuranti di quanto accertato in aula e svilire i principi scolpiti nella Costituzione, ma neanche impedire il legittimo dissenso critico. Nessuno pretende che “la giustizia penale faccia propri quei valori” (quelli patrocinati a Riace, e poi in aula, da Mimmo Lucano), ma credo che nessuno tra gli autorevoli commentatori dell'affaire abbia chiesto rinunzie “in nome di essi a giudicare fatti e conformità alla legge delle condotte [che] equivale a negare il valore universale del diritto e della legge”. Lo ius dicere è affare di tutti; sono gli uomini, e non Atena, che devono continuare a fare in modo che “dire il Diritto” non sia compito sacerdotale, né popolare; in nome del popolo, non solo italiano. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMichele Passione
Benedetto XVI, Papa Francesco nel Te Deum: "Sentiamo nel cuore gratitudine"Perde l'equilibrio mentre pulisce la finestra: cade nel vuoto e muore
Malore in palestra mentre si allena, morto 54enne
Omicidio Colleferro, processo bis per i fratelli Bianchi: "Prima di uccidere Willy picchiarono l'amico"Aggredisce il nipote con un machete, arrestato per tentato omicidio
Spunta una vecchia intervista inedita di Ratzinger: "La Chiesa deve diventare più attiva e più critica"Scontri tra ultras di Napoli e Roma: chiusa e riaperta la A1 ad Arezzo
Rapina una farmacia ma trova la polizia ad aspettarlo: arrestatoDieta del rientro: come perdere peso a gennaio
Spaccia e si droga: il padre esasperato lo denuncia e lo fa arrestareLa donna che ha investito la piccola Patrizia: "Darei la mia vita pur di farla tornare"Davide morto soffocato da un boccone di prosciuttoRoma, Accusato poliziotto di tortura
Precipita al suolo da 4 metri, ricoverato in codice rosso
Schianto frontale tra auto, muore giovane mamma: era in auto con il marito e il figlio di 4 anni
Coppa Italia, Inter-Parma 2-1: nerazzurri ai quarti. Fischi contro Buffon: "Dacci le quote"Terremoto in Sicilia: scossa nel messineseNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 608Effetto Cina e pericolo di nuove ondate covid in Italia: la situazione
Tragico incidente sulla Casalina: perde la vita un carabinierePrimo bilancio dei botti di Capodanno: 18 feriti fra Campania, Lombardia e PiemonteStrage Erba, parla Olindo Romano: "È l'ora della verità"Incendiate 7 auto e 2 abitazioni nel Salento: si cerca collegamento tra gli episodi