Mamme e papà corridori, niente paura: alla StraLugano ci sarà il Koalasitter!Ecco FC 24: EA Sports dice addio a FIFA con un gol a porta vuotaAnche il Ticino festeggia la giornata mondiale dello yoga: «Equilibrio tra mente e corpo»
I temporali non rinfrescano l'aria, il fine settimana sarà roventeSalvini a processo: tre domande sul caso GregorettiSalvini a processo: tre domande sul caso GregorettiDopo il via libera del Senato al processo per Matteo Salvini,MACD sorgono spontanei tre interrogativi sul caso Gregoretti. di Giuseppe Gaetano Pubblicato il 12 Febbraio 2020 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataGli editorialiMatteo Salvinimigranti#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Argomenti trattatiLa patria era minacciata?È questa la maniera di difendere una patria?Era solo questo il “dovere” di Salvini?Mandato a processo, anzi “in prigione”, per aver difeso la patria. Il mantra che Matteo Salvini ripete dall’anno precedente – quando scoppiò il caso analogo della Diciotti, da cui fu salvato dal Senato – è stato reiterato con forza in questi giorni, con il voto sull’autorizzazione a procedere nel fascicolo Gregoretti: 135 migranti lasciati per giorni in alto mare, con la scabbia, a bordo di una nave della Guardia costiera (non di una Ong), violando così i loro diritti e abusando del suo ruolo, nonostante le pressioni del premier Conte e le rassicurazioni dell’Ue sulla loro redistribuzione. Almeno tre domande.La patria era minacciata?Aveva così bisogno di essere difesa da dover ricorrere a misure tanto estreme? E da cosa? Che rischio potevano rappresentare un centinaio di naufraghi, tra cui donne e bambini, già presi in consegna da una nostra nave militare? Cosa dovrebbero fare allora Francia, Germania, Spagna, Belgio, Inghilterra, teatri della sanguinosa scia di attentati inaugurata nel 2016 dalla strage di Nizza? Nessuno dei quali è stato compiuto da stranieri arrivati sul barcone, ma da giovani immigrati di seconda e terza generazione, nati e cresciuti in quei Paesi: segno che è l’intolleranza e la mancata integrazione a esasperare gli animi e tramutare in assassini; che il terrorismo non si “importa”, ma si nutre in loco; e che nessuno lascia la sua, di patria, con l’idea di investirne o accoltellarne il passante di un’altra. L’Italia, anche perché primo paese di approdo e accoglienza, è stata l’unica grande nazione europea a non esser stata neanche sfiorata da un attentato. L’unico episodio, recente, si è verificato proprio con il leader leghista al governo – il folle conducente che lo scorso marzo a Milano ha provato a sequestrare un bus di studenti – e alla fine è stato scongiurato da un ragazzino egiziano.È questa la maniera di difendere una patria?Bloccare in balia delle onde delle persone scappate da fame e persecuzioni, stremate da un viaggio impossibile e desiderose solo di realizzare il loro diritto, in quanto esseri umani, a una vita migliore? Inoltre sono stati “sequestrati” solo quelli caricati dalle Ong: l’hashtag #portichiusi è valso sempre e solo per quelle decine di persone salvate da volontari (anche se poi scortate o trasbordate sulle nostre unità) e abbandonate al largo mentre – in contemporanea – a centinaia sbarcavano legittimamente, solo perché arrivati a riva con mezzi propri o presi in carico da imbarcazioni del dispositivo Ue. Nessuno ci assicura che tra quelli non ci fosse qualche terrorista.Perché, ricorderete, tutta la politica del “porto chiuso” è partita in virtù di un link, tra Ong e terrorismo, usato dall’ex ministro dell’Interno per giustificare la sua azione ma tutto da dimostrare: quell’uscita, del tutto irrituale nella storia della Repubblica, del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che nel 2017 rivelò – ai giornalisti e a indagini in corso – che stava lavorando su quella presunta connessione. Non solo la sua inchiesta è sparita nulla, archiviata dal gip per totale assenza di prove, ma non c’è mai stata, in Italia e nel mondo, un sola richiesta di rinvio a giudizio né tantomeno una sentenza in tal senso. I terroristi non hanno scritto in fronte Isis, mentre le foto di donne e bambini stesi sul pontile le abbiamo viste tutti.Era solo questo il “dovere” di Salvini?Spettava proprio a lui difendere la patria? Se la minaccia all’ordine pubblico e il pericolo di destabilizzazione democratica è così grave e internazionale, coinvolgendo pure il terrorismo, il compito riguarda semmai il Consiglio supremo della Difesa e i suoi vari attori, capo dello Stato in primis. Era dunque questa la priorità annunciata da Salvini in campagna elettorale o il lavoro, le tasse, la salute? L’intera ascesa che i sondaggi gli accreditano è tutta concentrata in questa benedetta lotta all’immigrazione, selvaggia e non – causa d’ogni male. La chiave ha fatto breccia nella pancia di tanti elettori porgendogli un bersaglio facile, un nemico fragile, ed eleggendolo a capro espiatorio di fronte all’impossibilità di venire a capo dei problemi dell’occupazione, della sanità, delle infrastrutture.A parte l’ultimo periodo, in cui la guerra libica ha rilanciato in mare centinaia di profughi, gli sbarchi erano da anni in costante calo e tutti i dati certificano come i migranti siano ospitati in numero molto maggiore negli altri Paesi europei. Insomma la retorica del martire, dell’agnello sacrificato al buonismo della “sinistra”, mandato al patibolo per calcolo politico, è appunto mera retorica. Da due anni Salvini sbandiera di voler essere processato: poteva rinunciare all’immunità, se ci teneva tanto. Non è il piccolo pusher di quartiere: sono la mafia e la corruzione endemica a rappresentare, oggettivamente, un pericolo per il nostro Paese, approfittandosi anche dell’emarginazione in cui vivono i nuovi arrivati.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
L'allerta canicola, in Ticino, durerà fino a venerdì seraInvasione di «grilli mormoni» in Nevada, strade a rischio
Le emissioni di petrolio e gas dovrebbero calare del 60% al 2030 per rispettare l'Accordo di Parigi
Ricordando l'anniversario della mobilitazione della Grande guerra e i confederati all'esteroLa Svizzera delle meraviglie
Dite addio a 90° minuto la domenica, è la fine di un'eraElon Musk accusa Google: «Censura le ricerche su Trump»
La federazione di hockey deve battersi per poter usare lo stemma rossocrociato«Sono almeno tre i morti nelle proteste in Venezuela»
Terremoto di magnitudo 4.9 fa tremare Los AngelesLicenziamenti in massa alla Stewo di WolhusenSì, in Bridgerton c'è anche una prospettiva storicaUomo ucciso a coltellate, arrestato il fratello
Hajdari e Belhadj grandiosi, Bislimi e quel lasciapassare per l'inaudito
«Il tuo treno è in ritardo? E allora in Svizzera non entri»
Tagliata una tradizione: i coltellini del Pardo non rappresentano il poster ufficialeErrore all'UFAS: Baume-Schneider non esclude conseguenze per il personaleCresce il traffico aereo, ma i movimenti a Lugano-Agno sono in caloTagliata una tradizione: i coltellini del Pardo non rappresentano il poster ufficiale
Una commissione indipendente per il coordinamento delle donazioni per l'Alta VallemaggiaBeat Jans: «Il Pardo un regalo che Locarno fa alla Svizzera ogni anno»La Svizzera «viaggia» a velocità moderataI quattro derby stagionali come clou ma tanto, tanto altro hockey in diretta su TeleTicino