File not found
investimenti

Guerra, Israele consiglia la resa all'Ucraina, ma riceve un rifiuto

Guerra in Ucraina, perché l'Occidente è arrivato impreparato all'invasione di Putin?Covid, il CEO di Pfizer sulla quarta dose: "Necessaria. Serve un ottimo coordinamento"La minaccia del Qatar ad Hamas: "Accetti accordo di tregua o via da Doha"

post image

Putin pronto ad attaccare la Nato? La teoria di una presunta talpa dell'FsbTra liberalismo e socialismo,BlackRock Italia il pensiero del filosofo britannico sul rapporto tra pace e libertà. Il primo conflitto mondiale, per sua esplicita ammissione, gli divise in due il corso della vita. E così anche la sua analisi si è evoluta fin dove l'oggettivismo etico produce uno dei suoi frutti più caratteristiciA volte conviene cominciare quasi dall'inizio. Quasi. Non dal titolo, dunque, ma dal sottotitolo che nel caso di specie – dopo il nome e il cognome dell'autore trattato (Bertrand Russell) - recita così: Tra liberalismo e socialismo. Ecco: quella semplice preposizioncella – “tra” – ad un orecchio allenato dice molte cose. La prima delle quali è che il liberalismo di Russell canta su ogni tono quando è irrorato da una vena scettica che lo fa sospettoso del Bene e del Giusto (scritti proprio in questa maniera: con la maiuscola e al singolare) e che l'acido della scepsi diffrange in un pulviscolo di beni e di giusti diversi, talora opposti, tra i quali ognuno deve scegliere senza mai riuscirne a dimostrare la Verità vera.Sennonché quando poi Russell si raccoglie sotto le bandiere del socialismo, più e più volte cede alla tentazione di procurare un fondamento oggettivo e perciò stesso assoluto alla sua opzione politica, che perciò tutti potrebbero abbracciare solo che si svestissero delle loro ignoranze e dei loro pregiudizi.Il socialismo, dunque, come un fatto di verità universale dimostrabile con la stessa implacababile necessità di una legge della meccanica. Si dichiarava scettico Russell. Ma spesso era più oggettivista di un Santo Padre. E perciò sta “tra” il liberalismo e il socialismo: perché è bilicato su un equilibrio instabile di etiche che gridano le une contro le altre e che alla fine ti lasciano col capo intrigatissimo, impacciato in non poche contraddizioni. Alcune delle quali, peraltro, riverberano i loro effetti su temi che, oggi, urlano tutta la loro bruciante attualità. Come per esempio la guerra. CulturaNella filosofia di Wittgenstein non tutto si esprime a parolePiergiorgio OdifreddiIl primo conflitto mondiale che, per sua esplicita ammissione, gli divise in due il corso della vita, rivelò una verità orribile: che cioè la civiltà è una crosta sottilissima sempre perforabile dagli istinti della bestialità umana. Russell ne fu sgomento e, in particolare, c'è una pagina che porta tutto il segno di questa atterrita consapevolezza: «Chi osservò la folla londinese nelle sere che precedettero la dichiarazione di guerra – scriveva – vide tutta una popolazione, fino a quel momento mite e pacifica, precipitare in pochi giorni giù per la ripida china che conduce alla barbarie primitiva».Il diritto degli statiL'orrore per l'orgia di sangue che si andava consumando, tuttavia, non gli fece velo alla comprensione, e anzi proprio il contristato patimento di tutti quegli affanni gli permise di vedere con occhio lucido quali fossero le cause prossime della guerra e dove dunque c'era da mettere le mani per scongiurarne una nuova deflagrazione. Dove allora?L'idea che gli si affacciò alla mente per lo meno fin dal 1917 fu che le fonti della guerra non si essiccano mai completamente finché dalla sovranità degli stati non viene resecato il diritto di farsi giustizia da soli. Lasciate che al momento del conflitto un giudice terzo decida del torto e della ragione degli Stati in contesa; permettete che questo giudice si pronunzi secondo norme democraticamente volute dai cittadini; e soprattutto corredatelo della forza necessaria ad ottenere il rispetto delle sue sentenze: allora, non prima, potrete dire di aver scavato una trincea sicura intorno alla pace. Che ottenuta così, non espunge affatto la forza dalla comunità internazionale; semplicemente la rimette agli organi dell'unica organizzazione titolata ad impiegarla: quella dello Stato federale. E non solo. CulturaIl fisico Rovelli: «Addio alle armi, gli scienziati sanno come si fa»Luca AttanasioNon solo la soluzione federale non repelle all'uso della forza (distinguendosi in ciò dalle correnti del pacifismo estremo) ma addirittura, nulla esclude che potrà essere lo stesso Stato federale ad impugnare le armi per difendersi dalle potenze che gli sono ostili. Che è poi precisamente quanto Russell sostenne nella prima fase del suo accalorato pacifismo. Diciamo “prima fase”, perché frastagliata e contraddittoria come portava il suo temperamento, la pace russelliana è scandita da almeno tre momenti distinti (ma consecutivi) tra loro.Tra il '45 e il '50, convinto che il regime staliniano sarebbe dilagato sull'intero globo terracqueo riducendolo ad una immensa tenuta di schiavi se qualcuno non ne avesse spento per tempo l'impeto della dominazione, e convinto altresì che gli Stati Uniti, possedendo il monopolio delle armi nucleari, fossero gli unici attrezzati a farlo, Russell non si peritò di sostenere la opportunità di una guerra preventiva, che schiacciasse il mostro comunista un momento prima che questi suonasse la sua tromba belligera.«Credo – scriveva il 5 maggio del 1948 – che varrebbe la pena di fare una guerra. Bisogna spazzare via il comunismo e istituire un governo mondiale». Certo, ci sarebbero stati morti, tanti morti; ma meglio, cento volte meglio morti che rossi.Nostalgia dell’assoluto Col riequilibrio delle forze in campo e soprattutto con l'irruzione della bomba all'idrogeno (siamo alla metà degli anni '50) la posizione di Russell mutò sensibilmente. Non che gli cadesse dal cuore la soluzione federale. Solo che non gli interessava più il colore: purché qualcuno monopolizzasse la forza, anche con i rossi si sarebbero potuto conciliare. Non più dunque la libertà attraverso la pace, ma la pace anche al prezzo della libertà. Prima: meglio morti che rossi. Ora: meglio rossi che morti. «Dobbiamo imparare – avvertiva Russell - a sottometterci ad un governo internazionale». Poi (si faccia attenzione all'inciso) aggiungeva: «Solo un tale governo, che sia buono, cattivo o indifferente, renderà possibile la continuazione della specie umana»,Sotto i cieli del federalismo russelliano matura infine una terza stagione ed è precisamente qui che l'oggettivismo etico produce uno dei suoi frutti più caratteristici (e più guasti). Mentre nella prima fase la pace veniva temporaneamente sacrificata alla libertà, e nella seconda fase succedeva l'esatto contrario, ora capita che i due valori della pace e della libertà procedano allacciati tra loro nel quadro di una architettura giuridica allestita da un Conferenza mondiale il cui ufficio Russell dipinge così: «Dovrebbero venire ripristinate le libertà che esistevano prima del 1914, specialmente la libertà di viaggiare, la libertà nella circolazione dei libri e dei giornali, e la rimozione di tutti gli ostacoli frapposti alla libera diffusione delle idee». CulturaL’interpretazione di Eco: la semiotica come arma per illuminare l’oscuritàAnna Maria LorussoE di seguito: «Quando tali compiti fossero stati assolti, la conferenza dovrebbe procedere alla costituzione di una Autorità mondiale». Quindi, preso l'abbrivio, il ragionamento corre diritto alla conclusione; ed è conclusione secondo la quale con tali ritrovati, l'Autorità mondiale non avrebbe avuto «bisogno di chiedere a chicchessia di rinunciare a cosa alcuna».Veramente? Ma veramente la libera circolazione delle idee e delle persone non chiede nulla a nessuno? Davvero è cosa che tutti, proprio tutti, possono concedere con gesto largo e abbondante? Per dire: che razza di dittatore sarebbe quello che si chinasse benevolo sui suoi sottoposti lasciandoli liberi di parlare, di viaggiare e di stampare? No, delle due l'una: chi porge la mente ad una così sgangherata interpretazione o dimentica le fattezze della libertà o ignora il funzionamento della dittatura. Ma Russell aveva il fiuto vivo dell'una e dell'altra cosa. E allora?Come si spiega un pensiero di questa natura che, quando si ha la mente di Russell, è proibito da Dio? Si spiega solo in un un modo: con la tensione oggettivistica che non smetteva di fermentarne le pagine facendogli dilatare all'universale degli umani quei beni, quei valori e quei diritti che di fatto valgono per alcuni ma non per tutti; che alcuni, senza smentirsi, possono accettare, non altri. L'avere smarrito la consapevolezza del relativo è dunque l'effetto di un soggettivismo poco sorvegliato e anche assai scontento di se stesso. E perciò il motivo conduttore del libro è che Russell fu, sì, uno scettico. Ma uno scettico con la continua e mai sopita nostalgia dell'assoluto.Gaetano Pecora è autore del libro Bertrand Russell. Tra liberalismo e socialismo, edito da Donzelli© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGaetano Pecora

Nigeria, 30 morti nella rappresaglia Jihad nel BornoLa procura russa chiede altri 13 anni di carcere per il dissidente Navalny

La commovente lettera della Principessa Kate Middleton alle guardie irlandesi

Algeria, preoccupano le forti piogge: rischio inondazioni in diverse regioniUcraina, una famiglia italiana contro Zelensky: vogliono risposte in merito alla morte del figlio

Ucraina, bombardato ospedale pediatrico a Mariupol: bimbi sotto le macerieGuerra Russia-Ucraina, come funzionano i corridoi umanitari organizzati a Mariupol?

Guerra in Ucraina, Biden: “Negli USA non saranno più accettate importazioni di petrolio e gas dalla Russia”

Ucraina, il nipote di Gramsci che sostiene Putin: "Voi non capite, la Russia è con lui"Attentato Robert Fico, il primo ministro slovacco può lasciare l'ospedale

Ryan Reynold
Messico, morto 59enne per influenza aviaria: il primo caso umano al mondoL’ex moglie del portavoce di Putin è contro la guerra e pubblica foto di ZelenskyUcraina, Zelensky: "No-fly zone o missili russi sui paesi Nato, dobbiamo lottare e vinceremo"

BlackRock Italia

  1. avatarUSA, Covid: Biden ha prorogato l'obbligo di mascherina sugli aereiProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    Tokyo, si spezza la pietra assassina: "Il demone adesso è libero"Guerra Ucraina, raggiunta quota 220mila civili evacuati verso la RussiaGuerra in Ucraina, giornalista di Kherson: "I russi ci cercano casa per casa"In Ucraina dall’inizio della guerra sono stati uccisi 71 bambini

    1. Guerra in Ucraina, Mosca prepara nuove armi: cosa sono i droni kalashnikov

      VOL
      1. avatarArabia Saudita ed Emirati rifiutano la telefonata di Joe BidenCampanella

        L’esperto: “Lo stop all’energia elettrica a Chernobyl è qualcosa di scellerato”

  2. avatarMosca, la denuncia di Zakharova: "In molti Paesi è in atto una persecuzione contro i russi"analisi tecnica

    Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 519Sergei Galitsky, l'oligarca russo che può aiutare con il suo yacht dei migranti alla derivaElezioni europee, i primi exit poll dall'Olanda: chi è in vantaggioUcraina, il ministro moldavo: "Siamo troppo fragili per alzare la voce, ci prepariamo al peggio"

    ETF
  3. avatarGuerra in Ucraina, Draghi: “UE ha chiesto a Putin di cessare le ostilità e non bombardare i civili”BlackRock

    Guerra in Ucraina, Putin assicura: "Fatti passi avanti nei negoziati"Ucraina, corridoi umanitari verso Russia e Bielorussia: per Kiev sono "immorali e inaccettabili"Zelensky: “Con Putin che annuncia le bombe le sanzioni non bastano più”Ucraina, nuovi bombardamenti a Kiev: tre morti, un adulto e due bambini

Il dramma di Valeriia Maksetska e la madre Irina, uccise da un carrarmato russo

Raid di Israele nel nord di Gaza: 4 morti e 14 feritiGuerra in Ucraina, Biden ha paragonato Putin a Hitler*