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Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Morto capo rom: al funerale scoppia maxirissa al cimitero

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Messina Denaro, il boss nomina come legale la nipoteLe ragazze dell'Italia Master hanno conquistato il titolo Golden Players a Pesaro e un pass per i Mondiali del 2025. Chi sono le azzurre che non giocavano da anni e sono diventate una vera squadra di successo Giorgio Burreddu 6 agosto - 12:15 - MILANO Credete alle favole,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock colorano la vita. C’è un arcobaleno dentro il successo europeo dell’Italia master over 40 ai Golden Players. Ragazze terribili. Anche se un po’ cresciute. Hanno battuto in finale la Polonia e conquistato, di diritto, anche l’accesso al Mondiale del prossimo anno, in Svizzera. Ne sentirete parlare. Intanto è l’oggi che va celebrato, con il successo alla manifestazione di Pesaro. Tutte forti le italiane del basket che resiste. Anna Caliendo, Tania Montecucco, Valeria Carnemolla, Laura Frusca, Eleonora Laffi, Anna Guida, Francesca Di Battista, Claudia Gattini, Madalene Ntumba, Erika Aleotti, Dejana Dotlic, Felicita Zerella, Giuseppina Lentini e Annalisa Sarni. Brave, determinate, uniche. Anna, 41 anni, fa da collettore, ma questa storia è una storia di amicizia e di rinnovamento. “All’inizio avevamo paura di non farcela. Qualcuna non giocava da dieci anni. Invece non ci siamo sentite delle quarantenni”. Dietro questa loro estate troppo azzurra c’è un trascorso. Tutte avevano giocato a pallacanestro da giovanissime, e molte di loro anche più di un anno assieme. Ma formare una squadra non è facile. “E riprendere il basket dopo averlo lasciato non è semplicissimo”.  NIENTE PAURA—  I Golden Player esistono da anni. Ma l’over 40 è una novità. Un giorno, racconta Caliendo, “mi ha chiamato un’amica. Perché non fai una squadra. Una squadra? Mi sono messa lì con mio marito e abbiamo stilato una lista”. Il marito è Francesco Dixit, uomo di basket, factotum della situazione. Anna ha cominciato a telefonare, chiama qui chiama là, alla fine è venuto fuori un gruppo. “Hanno detto subito tutte sì. Ma avevamo saltato i primi raduni. Così ne abbiamo fatto uno ad hoc ad Alcamo prima degli Europei. Lì siamo diventate una squadra, era la fine di giugno”. Non esiste un libretto d’istruzioni, una squadra si assembla un passo alla volta, una partita alla volta. Ci vuole tempo. E quest’Italia special non ne aveva. “Avevamo paura di non tenere una partita intera. Ma dal punto di vista del gruppo, no: lì sapevamo che avremmo fatto il massimo”. A fare da collante sono stati i mariti e i figli. Di bambini di tutte le età ce n’erano quasi venti, un esercito di allegria. Hanno fatto il tifo, si sono organizzati, hanno aggiunto meraviglia al gruppo. “È vero - commenta ancora Anna - i più grandi guardavano i più piccoli, c’è stato un senso di gruppo anche lì”.  COACH E GRUPPO—  E poi i mariti. A disposizione dello spogliatoio. È stato contattato un coach, Beppe Caboni, vecchia volpe del basket femminile, uomo gentile e solido, preparatissimo. Incontrò il basket negli anni Ottanta nella sua Sardegna. Veniva dal calcio, come quasi tutti. Anche lui ha avuto un ruolo importante in questa storia. Beppe a ripensarci sorride: “Un gruppo come questo io non l’ho mai visto. Il primo loro intento era quello di vincere. Ma con leggerezza. Non vorrei scomodare Calvino. Però è così: leggerezza e serietà”. Tutto è stato serio, professionale, preparato. Caboni ha composto un playbook e lo ha mandato sul gruppo WhatsApp della squadra. Ma cattivo no, quello non è mai stato. “Sono anni che provo a sposare una metodologia che metta da parte le cose militaresche. Mi sto interessando di basket di formazione, quello giovanile. E con loro spero di aver fatto le cose per bene, di averle lasciate libere di esprimere le abilità, le decisioni. Ovviamente con dei criteri”. Caboni decisivo, ma anche tutto il resto dello staff non scherza. È stato contattato un fisioterapista, Gregorio Liberto Condotto, a disposizione anche alle 4 di notte se qualcuna delle ragazze aveva bisogno. È stato preso un centro sportivo con macchinari, una palestra, e Dixit ha organizzato spostamenti, ristorazione, pullmino. “Adesso - dice Anna - ci arrivano telefonate da chiunque: vogliono giocare tutte con noi”.  PREPARAZIONE E DETTAGLI—  Quello che hanno fatto le neo campionesse d’Europa è ben più di una goliardata. È il segno che la determinazione paga. A tutte le età. “Abbiamo seguito un piano di allenamento. Preso uno stile di alimentazione corretto. Poi, alla nostra età, ognuna ha le sue abitudini. Comunque non abbiamo sgarrato”. Anche la preparazione atletica è stata ben costruita. Luciano d’Ancicco, marito di Anna Guida, una delle giocatrici, lavora a Cantù. Anche lui si è messo a disposizione delle azzurre over. “L’abbiamo inserito nello staff e ci ha dato una grande mano. Scarico, stretching. Serissime. Dopo la partita, però, abbiamo fatto anche un po’ le diciottenni”, scherza Anna. Poi c’è il campo, e quello parla sempre da solo. In semifinale contro la Germania hanno vinto all’ultimo secondo. Una storia nella storia, l’apoteosi. “Le altre partite le abbiamo vinte anche di trenta punti, ma con la Germania è stata tosta. Ci siamo guardate e abbiamo detto: “Ok, ce la facciamo”. Non abbiamo mai mollato. Unione, fiducia. Queste sono state le nostre armi. All’ultimo: palla a noi, è passata nelle mani di tutte. Siamo come entrate in una bolla. Siamo diventate sorelle”. La finale contro la Polonia è stata ugualmente bella, intensa (terminata 50-53).  PROSSIMI MONDIALI—  Adesso tutte guardano al Mondiale. E ovviamente a tenere insieme i rapporti, che con la scusa della Nazionale Golden Players sono diventati incredibili. “F40”, così si chiama il loro gruppo. È un continuo di messaggi, foto, sentimenti. “Ci sentiamo ogni giorno, facciamo le videochiamate. È stato bellissimo”. Già pensano al Mondiale. Dice Anna che “stiamo aspettando l’organizzazione per definire tutto. E siamo cariche. Ci vediamo, ci sentiamo al telefono. C’è già voglia di ricominciare questa grande avventura”. Ovviamente l’obiettivo è vincere anche i Mondiali. Ma la cosa che conta è che le ragazze d’oro continuano a sognare. Claudia Gattini—  (Consulente finanziario, 45 anni) - "Voglio ringraziare i miei figli Salvatore e Dalila che sono i miei primi tifosi e per questo sono la mia spinta motivazionale. E dedico la medaglia d’oro al mio papà, che dal cielo sono sicura ha tifato per noi come ai vecchi tempi".  Felicita Zerella—  (Imprenditrice, 41 anni) - "Ringrazio tutte le mie compagne di squadra che mi hanno fatto vivere momenti indimenticabili, i miei soci e tutto lo staff senza i quali non avrei potuto partecipare".  Tania Montecucco—  (Oss, 41 anni) - "Ringrazio mio marito che si è prodigato anche a 'mammo', i miei genitori che sono venuti alle partite facendo avanti e indietro da Perugia. E la mia capa, che mi ha permesso di poter partecipare". Annalisa Sarni—  (Consulente assicurativo, 45 anni) - "Ringrazio voi tutti!" Madalene Ntumba—  (Personal trainer e allenatrice, 44 anni) - "Ringrazio in primis mio marito e poi mio figlio Noah. E anche tutte quelle persone come Anna Caliendo, che mi hanno fatto tornare la passione dopo così tanto tempo. Grazie alla mia migliore amica Emy e a Ciccy, e ai miei genitori che mi hanno sostenuto a distanza".  Anna Caliendo—  (Gestore infopoint eCampus, 41 anni) - "Ringrazio mio marito Francesco Dixit Dominus che mi ha aiutato, sostenuta e ha organizzato tutto al meglio. Ringrazio i miei figli che hanno tifato per me sempre. E ringrazio le mie compagne di squadra senza le quali non sarebbe stato possibile raggiungere questo traguardo. Infine un ringraziamento speciale va ai Golden Players nella persone di Virgilio Marino Renato Bonanno e Sabrina Sussariello per questa splendida opportunità, tutto lo staff Golden e gli sponsor che ci hanno permesso di vivere questa avventura a 360 gradi. I mondiali saranno in Svizzera dove parteciperanno più di 400 squadre da tutto il mondo".  Dejana Dotlic—  (Allenatrice, 42 anni) - "Grazie ai miei tre più agguerriti tifosi e personal trainer che sono: mio marito Claudio e i miei due figli Gabriel ed Alex. Grazie a Luciana Montelatici che mi ha spinto in questa avventura. Ma nulla di ciò sarebbe stato possibile senza i Golden Players, il dirigente Francesco Dixit Dominus, l’allenatore Beppe Caboni e le mie campagne capitanate da una Caliendo che ti fa sentire subito parte della squadra".  Giusy lentini—  (Sales Engineer, 43 anni) - "La lista per i ringraziamenti è lunghissima. Tutti quelli che avete già citato, ma per me di certo in cima alla lista c’è Anna Caliendo. Quando mi ha mandato il messaggio dicendomi del progetto e di iscrivermi sulla piattaforma Golden io ho risposto così…" Laura Frusca—  (Amministratrice in un rivenditore, 44 anni) - "I ringraziamenti: ovviamente Francesco che mi ama, Anna e tutte le persone che hanno reso possibile questa avventura. Mio figlio che è la colonna portante della mia vita e condivide con me questa passione".  Eleonora Laffi—  (Psicologa, 40 anni) - "Ringrazio Cicco per avermi coinvolta in questa pazza avventura. Avevo smesso di giocare 11 anni fa. Quando mi hanno proposto di far parte di questa squadra ritenevo fosse al di là delle mie capacità, dopo un figlio e tanti anni di stop. Come faccio nel mio lavoro in studio, credo che solo la rinuncia sia un fallimento al 100%, per questo mi sono spinta al di là dei miei limiti accettando subito questa sfida. E’ stato un salto nel buio, un’esperienza pazzesca. Avevo tanta paura, ma ho avuto grazie alle mie compagne, alla mia famiglia e anche ai miei pazienti, il coraggio di vincerla. E dopo aver vinto la paura, abbiamo vinto anche gli Europei. Tornare con una medaglia d’oro è stato davvero commovente per tutte, abbiamo dimostrato di essere una squadra molto unita, che non ha mollato mai, vincendo finale e semifinale di pochi punti, con uno slancio di cuore che mi ha fatta emozionare tanto, proprio come tanti anni fa. Ringrazio davvero Cicco per avermi dato fiducia, Beppe altrettanto e tutte le mie compagne per aver reso questa esperienza un vero sogno nella realtà. Un gruppo di persone umane sensibili e tenaci che mi porterò nel cuore per sempre".  Francesca Di Battista—  (Commessa, 44 anni) - "Il ringraziamento principale va a Francesco, che mi ha coinvolta in questo fantastico progetto. La sua organizzazione e la sua passione ci hanno messo nelle condizioni migliori per raggiungere questo risultato. Dedico la vittoria a mio figlio Nicolò, a Fabio e alla mia famiglia, che mi hanno aiutata e supportata sempre". Parti con un gruppo di sportivi come te, scopri i viaggi di Gazzetta Adventure e Tribala all'insegna dello sport e del divertimento nel mondo Leggi anche Le 12 cose da fare per un cervello in forma e sano, secondo la scienza Valeria Carnemolla—  (Gelateria, 42 anni) - "Ringrazio la mia avversaria di mille battaglie Anna Caliendo perché finalmente abbiamo coronato il nostro sogno di indossare la stessa maglia, il mio gemello Francesco Dixit perché ci hanno separato alla nascita, ma noi non lo abbiamo mai saputo e la mia squadra (tutta) per avermi regalato un sogno in una bolla. Ma un ringraziamento particolare va a mia moglie Silvia che mi ha letteralmente convinta a rimettermi in gioco, superare i miei limiti ed accettare la sfida". In Forma: tutte le notizie Active: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA

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