Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello a processo un anno esatto dopo il drammaRovereto, tragico incidente in moto: muore vigile del fuocoJesolo, Roberto Basso assassinato brutalmente in casa: l'esito dell'autopsia
Chico Forti scarcerato negli Usa: nelle prossime settimane il rientro in Italial popolo Ogiek protesta contro le multinazionali del clima - Ansa COMMENTA E CONDIVIDI «Le persone qui hanno bisogno di tutto: di un tetto,investimenti di cibo, di acqua, di un posto dove andare. Gli Ogiek erano i re della foresta, adesso sono i derelitti di Mau! Proprio loro, i protettori degli alberi. È un grande paradosso questo». A parlarci dall’Eastern Mau forest, in Kenya, è J. K. Sang, attivista del popolo Ogiek e membro del team che si oppone agli sfratti. Sang in videochiamata da un remoto villaggio keniano, appare molto contrariato per una vicenda che l’International Land Coalition aveva definito di land grabbing. Di recente, dopo anni di lotte in tribunale e sentenze della Corte in loro favore, l’odissea senza fine degli Ogiek ha illuminato un altro aspetto oscuro dei progetti ambientali: quello legato ai crediti di carbonio e al green washing. La necessità di ridurre le emissioni spinge molte aziende e privati di compensare la CO2 emessa finanziando programmi di recupero ecologico altrove. Nel cosiddetto mercato volontario dei crediti di carbonio, però, gli scambi sono spesso opachi, come denunciato da esperti e attivisti perché si svolgono al di fuori degli accordi internazionali sul clima – le Conferenze Onu non sono ancora riuscite a trovare un quadro normativo di riferimento comune –, a certificarli sono enti privati. Il caso degli Ogiek è emblematico. «Stiamo cercando di negoziare col governo di Nairobi, è difficile perché di mezzo ci sono due multinazionali, la Blue Carbon, saudita, e l’Initiative for Sustainable Landscapes che è olandese», racconta J. K. Sang al telefono al termine di una riunione fiume con la comunità, gli avvocati e gli attivisti. È chiaro, spiega, che due narrazioni divergenti insistono sullo stesso punto: le aziende hanno acquistato crediti di carbonio e pretendono di sviluppare progetti green sottraendo la terra a chi ci vive da sempre. I legittimi abitanti della Mau reclamano la loro vita ancestrale. «Non è un territorio vuoto e disabitato questo; gli Ogiek non tagliano gli alberi ma li salvaguardano!», ha ribadito più di una volta l’Ogiek People’s Development Programme e gli ha fatto eco Survival International.Parte lesa sono circa 30mila persone, cacciatori di antilopi e raccoglitori di miele, leader di un paradiso pluviale vivo e pulsante, ricco di alberi di karitè e sapotacee, tra i fiumi e le cascate. La Corte africana dei diritti umani e dei popoli nel 2017 aveva stabilito che gli Ogiek hanno tutto il diritto di tornare a casa, nella Rift Valley. La sentenza però non è stata mai rispettata e oggi essi vivono peggio di prima, sfrattati dalle capanne in legno, costretti a lasciare migliaia di ettari di verde destinati ad una riforestazione che puzza di green washing. Anche le chiese cristiane si sono schierate in favore degli Ogiek: Sang ci parla delle Full Gospel Churches of Kenya (Fgck) e di chiese cattoliche che sono state minacciate. Racconta che dietro gli sfratti imposti dal governo di William Ruto si nasconde l’altra faccia della lotta al riscaldamento globale del pianeta. Le multinazionali che non possono o non riescono a ridurre le proprie emissioni di CO2 hanno la possibilità di acquisire speciali titoli da enti esterni certificati (carbon credits appunto), che in tal modo finanziano progetti internazionali di riforestazione. «Sotto il patronato dello sceicco Ahmed Dalmook Al Maktoum, Blue Carbon è stata formata per creare soluzioni ambientali che hanno la loro ragion d’essere in natura e promuovono la rimozione del carbonio». Questo si legge sul sito della Blue Carbon.L’inghippo sta tutto qui, dicono i difensori dei diritti umani: per compensare le emissioni di gas serra prodotte in Europa, da aziende occidentali, si finanziano progetti locali africani che di verde hanno pochissimo. Soprattutto se il prezzo da pagare è la rimozione di un intero popolo dal proprio territorio antico e prezioso, salvaguardato da sempre con saggezza e amore.
Latina, incidente sul lavoro: operaio cade da un palo e rimane feritoAccoltellamento a Reggio Calabria: uomo morto e abbandonato al “Morelli”
Milano: giovane accoltellato nella stazione della metropolitana, ferito alle braccia e torace
Tensione al quartiere Zen di Palermo: uomo molesta bambina di 5 anniWhatsApp e la truffa del codice a 6 cifre: cos’è, come funziona, come difendersi
Malore in stazione a Cagliari: ragazza salvata da operatore della Polizia FerroviariaArrestato Francesco Abbinante, boss della camorra sfuggito alla cattura a novembre
Le dichiarazioni dell'Osservatorio Amianto dopo la morte di Franco Di Mare: "Fare piena luce"Concorso Arma dei Carabinieri: come fare domanda
Violentata su una barella del pronto soccorso: 28enne in arrestoDecreto autovelox: entrata in vigore, cosa cambiaLatina, incidente sul lavoro: operaio cade da un palo e rimane feritoIncidente a Sacile: giovane donna ferita in collisione tra auto e moto
Incidente nella notte a Fano: muore una donna di 56 anni
Arrestato Francesco Abbinante, boss della camorra sfuggito alla cattura a novembre
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 41Papa Francesco a Verona, l'abbraccio con un palestinese e un israelianoSalone del libro di Torino: manifestanti pro Gaza sfondano i cancelliOmicidio in un parco a Bologna: fermato ragazzo di 17 anni
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 27Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 30Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 26Dirottato a Bari un volo Ryanair diretto a Londra: problemi alla strumentazione